Il Battistero di Padova ed il capolavoro d’arte di Giusto de’ Menabuoi

battistero di Padova

Il ciclo di Giusto di Menabuoi nel Battistero di Padova, presso il Duomo, è una delle più spettacolari espressioni degli affreschi del Trecento di Padova, la Padova Urbs Picta riconosciuta patrimonio mondiale Unesco


Per la categoria del blog dedicata ai monumenti e musei vi parlo in questo post del Battistero di Padova, un luogo che consiglio assolutamente agli amanti dell’arte per via dello splendido ciclo pittorico che contiene realizzato da Giusto de’ Menabuoi

Dal 2021 gli affreschi del Trecento, tra cui anche il ciclo di affreschi del Battistero del Duomo di Padova, sono entrati con il nome di Padova Urbs Picta nella lista del patrimonio mondiale Unesco.

La visita a questo capolavoro d’arte rientra dunque, ovviamente, nei suggerimenti relativi a cosa visitare a Padova che ho selezionato ed inserito nel blog.

Il Battistero di Padova, dedicato a San Giovanni Battista, è un edificio di culto che ha origini nel XII secolo e fu inizialmente costruito a partire da altri edifici esistenti fino ad essere consacrato da Guido, il Patriarca di Grado nel 1281. Situato proprio di fianco alla Cattedrale di Padova, fu successivamente restaurato ed adattato negli anni ’70 del XIV secolo a mausoleo del principe Francesco il Vecchio da Carrara e della moglie Fina Buzzaccarini.

All’epoca della Signoria dei Carraresi l’attuale Piazza Duomo era la principale piazza della città perché su questa insistevano i due poteri: il potere della Chiesa con il Palazzo Vescovile e quello temporale della Signoria visto che la facciata della Reggia dei Carraresi sorgeva qui dove ora si trova il Palazzo del Monte di Pietà e l’Arco Vallaresso. L’antico orologio-astrario di Giovanni Dondi dell’Orologio era posto su una torre della Reggia dei Carraresi ma andò distrutto in un incendio. Fu solo sotto il dominio della Serenissima che Piazza Duomo divenne secondaria rispetto a Piazza dei Signori dove fu innalzata la torre e decorata nel 1428 con l’orologio astrario copia del precedente.

Concentriamoci dunque sul Trecento a Padova, epoca d’oro della Signoria dei Carraresi che consegnò a Padova un patrimonio artistico inestimabile ed infinito che contribuisce a dare valore alla definizione di Padova città d’arte.

Francesco I da Carrara detto appunto Francesco il Vecchio fu signore di Padova dal 1350 al 1388, periodo in cui fu coinvolto in diverse vicende belliche (leggi da wikipedia) e dopo la morte, avvenuta in una fortezza di Monza dove era rinchiuso, la sua salma fu trasferita in una grande sarcofago proprio all’interno del Battistero. Francesco il Vecchio fu anche un grande mecenate, amico di Francesco Petrarca portato a Padova dal padre Jacopo II a cui donò la tenuta di Arquà.

Gli affreschi di Giusto de’ Menabuoi nel Battistero di Padova

Come detto all’inizio, per tutte quelle persone intenzionate a visitare Padova, appassionati di turismo culturale, di passaggio o meno, ma anche per i padovani stessi il Battistero merita una visita soprattutto per il valore artistico degli affreschi di Giusto de’ Menabuoi, oltre che per la rilevanza legata alla storia della Signoria dei Carraresi.

Giusto de’ Menabuoi nacque a Firenze nel 1330 circa e trascorse la sua giovinezza in Toscana e, divenuto pittore, di formazione giottesca anche se questo non è documentato, iniziò ad operare in Lombardia prima di essere chiamato a Padova alla corte dei Carraresi, sostituendo di fatto il precedente pittore di corte, Guariento. Fu Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco il Vecchio, a commissionargli i lavori al Battistero di Padova intenzionata a rendere questo luogo un mausoleo che fosse anche uno scrigno d’arte.

Quando si entra in quello che è un piccolo spazio si ha la sensazione di essere avvolti e circondati da un’ondata di colore e quando ci entro è uno di quei posti che mi fa sentire orgoglioso di essere padovano. D’altra parte parliamo di un capolavoro dell’arte del Trecento , dopo la Cappella degli Scrovegni affrescata di Giotto il più significativo degli affreschi del Trecento a Padova candidati a diventare patrimonio Unesco.

Giusto de’ Menabuoi impiegò 3 anni per completare l’opera. Tra il 1375 ed il 1378 fu realizzato l’intero ciclo pittorico dedicato ad episodi dell’Antico e Nuovo Testamento. Al centro sulla cupola, il Paradiso con il Cristo Pantocratore circondato da angeli disposti in cerchi concentrici e la Madonna accompagnata da una doppia schiera di angeli e da una tripla di Santi creando così un legame simbolico tra Cristo e l’umanità. Guardando in alto a questo Giudizio Universale ci si sente osservati e giudicati da moltissimi occhi! Nell’ultima schiera sono rappresentati 37 Santi venerati a Padova!

Nella pareti dietro l’altare maggiore la rara raffigurazione quasi completa dell’Apocalisse  con tutti i vari episodi raffigurati così come vengono descritti tranne che per un particolare: la bestia con sette teste che emerge dal mare ha su ogni capo delle tiare papali…il copricapo del Papa…questo è un mistero, guardate il video a fondo pagina per saperne di più! Nell’abside anche un bellissimo polittico a tempera sempre di Giusto de Menabuoi. Sono inoltre presenti episodi della vita di San Giovanni Battista a cui è dedicato il battistero.

Sulla parete di fronte all’abside c’era il sarcofago di Francesco il Vecchio che, come la sepultura monumentale di Fina Buzzaccarini, fu profanata e distrutta dai veneziani  quando conquistarono Padova nel 1405 coprendo del colore verde anche gli emblemi carraresi, anche se qualcuno se lo sono dimenticato o non l’hanno notato ed è ancora visibile. Il carro ed il cimiero furono cancellati al Battistero come negli altri luoghi simbolo del potere signorile padovano come la Reggia ed il Castello per condannare l'”odiata” Signoria Carrarese alla “Damnatio memoria”.
Tuttavia lo stesso Giusto de Menabuoi con la sua arte regalò memoria eterna alla Padova del Trecento con la sua bellissima veduta della Padova del Trecento nella Basilica di Sant’Antonio.

Al centro trova spazio una vasca battesimale del 1260. Il battistero del Duomo di Padova è ancora luogo dove si celebrano tutt’oggi i battesimi.

Informazioni per la visita all’esperienza “Domus Opera”

In seguito a recenti restauri del battistero è all’inserimento degli affreschi del Trecento di Padova nella lista dei beni patrimonio dell’umanità Unesco è stato predisposto un nuovo suggestivo percorso di visita, guidati da una voce narrante che vi accoglierà ed accompagnerà alla scoperta di questa meraviglia. E’ stato chiamato Domus Opera ed è un’esperienza che include la visita di Museo Diocesano di Padova, del Palazzo Vescovile e, ovviamente il Battistero del Duomo di Padova.

La visita al Battistero si inserisce a sua volta nel percorso tematico di visita degli affreschi del Trecento riconosciuti patrimonio dell’umanità Unesco con il nome di Padova Urbs Picta. Si tratta di un riconoscimento seriale, diffuso nel centro storico della città e che riguarda 8 siti oltre al Museo degli Eremitani di Padova: 3.694 metri quadrati di pareti affrescate in 8 luoghi, per mano di 6 artisti lungo 95 anni di Storia in un’unica città: Padova

E’ possibile infatti ammirare questo straordinario ciclo di affreschi utilizzando anche il biglietto unico, la Padova Urbs Picta card (validità 48 o 72 ore, 6 mesi per i residenti) che garantisce l’ingresso in tutti questi siti.

Le opzioni di visita sono diverse: per info su orari, modalità di visita sono disponibili sul sito di Kalatà, operatore culturale e turistico che gestisce l’esperienza: https://kalata.it/esperienza/battistero-padova/

E’ consigliata la prenotazione online.


Padova Urbs Picta Padova città dell'affresco
Padova Urbs Picta – Patrimonio mondiale UNESCO dal 2021

Alberto Botton

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