Visita guidata al Palazzo del Bo, sede dell’Università di Padova

Palazzo del Bo - sede dell'Università di Padova
Il cortile antico del Palazzo del Bo, sede dell'Università di Padova

Per la scienza e la cultura che rappresenta, per gli uomini che l’hanno frequentata il Palazzo del Bo è uno dei luoghi più rappresentativi di Padova e di un’Università che nel 2022 ha compiuto 800 anni!


In questo post vi parlo della visita guidata al Palazzo del Bo, la storica sede dell’Università di Padova, un palazzo che rientra tra le icone più rappresentative della città. Ritengo sia una delle visite più siginificative che un turista possa fare nelle nostra città ma il concetto vale, come sempre, anche per i padovani ed i residenti in città.

Situato in pienissimo centro storico, di fronte al Municipio e al Caffè Pedrocchi, il Palazzo del Bo rientra dunque tra i luoghi più interessanti da visitare a Padova.

Qualche post fa vi ho parlato del detto popolare secondo il quale Padova è la città dei tre senza, aggiungendovi un “più uno” (rileggi il post “Padova, la città dei 3 senza..più uno“): quel “più uno” è proprio il “bue senza corna“.

Il Palazzo del Bo, infatti, prende il nome dall’insegna di un’antica locanda, “Hospitio bovis“, un bucranio, un teschio di bue, simbolo della goliardia padovana.
Questa locanda infatti sorgeva nei pressi della “contrada delle beccherie”, a nord dell’edificio, e la porta comunale della città, all’altezza delle “riviere” (lungo Riviera Ponti Romani e Tito Livio scorreva il naviglio interno sull’antico alveo del fiume Medoacus sulla quale ansa fu fondata la città nell’antichità) veniva chiamata “Porta della Vacca”, porta ricostruita sull’ala moderna del Palazzo del Bo da cui si accede al Cortile Nuovo.

Cenni storici sull’Università di Padova

L’Università degli Studi di Padova, come saprete, è una delle più prestigiose ed antiche d’Europa e, in Italia, secondo solo a quella di Bologna. Furono infatti studenti di Bologna che lasciarono l’Alma mater perchè troppo soggetta ad ingerenze della Chiesa, per venire a Padova a fondare nel 1222 un’università che si basasse su ideali di libertà. Universa Universis Patavina Libertas, il motto dell’Università di Padova, proprio per questo motivo.

Nella nostra università giungevano studenti da tutto il mondo conosciuto, anche di varie confessioni religiose, tra cui molti ebrei che solo qui potevano studiare e laurearsi, poichè a differenza di altre università non era obbligatorio per gli studenti dichiarare la propria fede cattolica.

Un tempo a gestire l’Università erano infatti gli studenti tra cui veniva nominato un Rettore che a sua volta nominava i propri collaboratori  un po’ come succede nella goliardia (rileggi il post “Gaudeamus Igitur”) quando l’8 febbraio di ogni anno viene nominato il Tribuno che a sua volta nomina i suoi “ministri”. Gli oltre 3000 stemmi araldici e blasoni che si trovano appesi ai muri dell’Aula Magna o della logge del cortile, alcuni raffigurati appartengono infatti alla famiglia di appartenenza degli studenti. Erano infatti gli studenti a scegliere i docenti che avrebbero insegnato e fu solo sotto alla dominazione della Repubblica di Venezia che, per evitare lezioni che avrebbero potuto generare ribellioni, la cattedra iniziò ad essere affidata a docenti scelti dal Senato veneziano.

Cortile Antico Università di Padova

I docenti dovevano provenire da città e località esterne al territorio della Repubblica di Venezia e qui giunsero a studiare e ad insegnare grandi esponenti del mondo della cultura e della scienza, dall’Italia e da tutta Europa anche grazie all’utilizzo del latino come lingua franca. Ovviamente il più famoso è Galileo Galilei, ma anche Andrea Vesalio, dal Belgio, il fondatore dell’anatomia moderna (di cui sentirete molto parlare se andrete a visitare anche il MuSMe, museo della storia della medicina di Padova), Bartolomeo Eustachio,…tra gli studenti anche Nicolò Copernico, William Harvey, il primo scienziato a descrivere il sistema circolatorio sanguigno e molti altri !

Fu in questi anni di grande fermento scientifico che fu realizzato anche il Giardino dei Semplici, quell’Orto Botanico da dove attingere piante medicinali a fine terapeutici e di studio che oggi è il più antico orto botanico universitario al mondo.

Palazzo Bo, da un’antica locanda alla sede storica dell’Università

Il Palazzo del Bo fu realizzato nel Cinquecento con l’intento di concentrare in unica struttura le varie scuole che nel frattempo erano nate con la crescita dell’Università ed erano diffuse in giro per la città.

L’Università acquisì nel 1539 l’Hospitium bovis, antica locanda che sorgeva nel cuore della contrada delle beccherie (macellerie) e che aveva come insegna il bucranio, teschio di bue, ancora oggi logo dell’Università e della goliardia studentesca.

Oltre a questa locanda, per realizzare la sua sede unificata, l’Università di Padova acquisì anche gli edifici limitrofi, un tempo appartenuti alla famiglia nobile dei Papafava, e regalati nel 1405 ad un macellaio della zona, dal signore Francesco I da Carrara come premio per aver nutrito con la propria carne i soldati durante l’assedio della città.

L’ala novecentesca del Palazzo del Bo

Palazzo del Bo Università di Padova
“La scala del sapere” di Gio Ponti

Nel corso del Novecento, a partire dal 1932, quando rettore era Carlo Anti (nel suo mandato diede un grande impulso di rinnovamento aprendo in sede distaccate 5 istituti scientifici e la Casa dello studente di via Marzolo), è stata poi realizzata l’ala moderna del palazzo del Bo che guarda verso le “riviere” da un lato e verso sud dall’alto, organizzata attorno al Cortile Nuovo ricostruendo dopo l’abbattimento del palazzo Capodivacca ed edifici limitrofi. Splendida è la scalinata che porta al Rettorato e realizzata dall’architetto Gio Ponti denominata “Scala del sapere” ed altri artisti del Novecento contribuirono a decorare la parte moderna del Bo, con la statua di Palinuro di Arturo Martini, ai piedi della stessa statua, (e anche il Palazzo Liviano dove l’artista Massimo Campigli affrescò la facoltà di lettere ed ancora lo scultore Arturo Martini realizzò la statua dedicata a Tito Livio).

Cortile nuovo Palazzo del Bo Università di Padova
Il Cortile Nuovo con la stele di Gio Pomodoro dedicata a Galileo

All’interno del “Cortile Nuovo” progettato da Ettore Fagiuoli, vedrete poi la stele di Gio Pomodoro dedicata a Galileo Galilei (vedi a destra) e l’opera d’arte contemporanea di Jannis Kounellis che, così come la targa posta sulla parete di fianco, ricorda la Medaglia d’Oro che l’Università di Padova ricevette per il suo impegno nella lotta per la Resistenza: al palazzo del Bo aveva sede clandestina il CNL Veneto ed alto il tributo in vite umane pagato da studenti e professori. Un’altra targa affissa per desiderio di studenti ungheresi come segno di gratitudine per l’accoglienza riservata dopo la fuga per l’invasione e la repressione sovietica di Budapest del 1956.

Uscendo dalla porta principale del Cortile Nuovo e lasciandovi la “Scala del sapere” sulla destra troverete anche alcune lapidi che ricordano i caduti durante le guerre e durante l‘8 febbraio 1848 , data importante per Padova e significativa per il Risorgimento Italiano, quando un gruppo di studenti e popolani si ribellarono ad un atto di arroganza dell’esercito austriaco dando vita ad uno dei primi moti risorgimentali d’Europa. L’8 febbraio 1848 da il nome alla via simbolicamente più importante della città sulla quale si affacciano i Palazzi Comunali, il Caffè Pedrocchi  (copia e incolla il link: https://www.blogdipadova.it/caffe-pedrocchi-padova/ ) ed il Palazzo del Bo.

La visita guidata a Palazzo del Bo

Le visita guidate al Palazzo del Bo sono tour guidati con prenotazione obbligatoria. Consentono di visitare nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì la parte antica, con il cortile, la Sala dei Quaranta e l’Aula Magna, il suggestivo teatro anatomico e la Sala di lauree di medicina con il Tour “Palazzo Bo- giro storico”.

Il sabato e la domenica e i giorni festivi è disponibile il Tour “Palazzo Bo e il ‘900 di Gio Ponti” che, oltre alla parte storica prevede la visita anche dell’ala novecentesca del Palazzo.

E’ possibile acquistare il biglietto anche on line e, dopo la visita, suggeriamo di andare ad assaggiare un polifonico, aperitivo della goliardia, presso lo storico Bar da Mario, presso il cortile nuovo del Palazzo del Bo.

E’ inoltre possibile visitare Sala dei Giganti, antica sala delle feste della trecentesca Signoria dei Carraresi ed oggi patrimonio dell’Università. E’ adiacente a Palazzo Liviano, altra sede dell’Universitaria, e delle facoltà letterarie ed umanistiche in particolare, interessante per gli affreschi novecenteschi che si possono ammirare liberamente accedendo all’interno del Palazzo da Piazza Capitaniato.

Per tutte le informazioni su prenotazioni e biglietteria vi segnalo la pagina dal sito ufficiale dell’Università di Padova: https://www.unipd.it/visite-bo-sala-giganti

La visita guidata

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia

La guida vi accompagnerà al cortile antico, restaurato magnificamente un paio di anni fa da cui si può vedere la torre medievale con orologio. A doppio ordine di colonne su due piani il Cortile Antico è stato realizzato nella metà del Cinquecento da Andrea Moroni, lo stesso architetto che progettò ed edifico il Palazzo Comunale e con il cui nome si identifica il Municipio ed il complesso di palazzi comunali. Al piano terra, sulle pareti e sul soffitto sono ben visibili gli stemmi araldici, alcuni di pietra, altri affrescati, delle famiglie degli studenti che ebbero delle cariche accademiche, come detto all’inizio. Dalla scala, posizionata a sud-ovest si accede al piano superiore e all’angolo potete vedere la statua ad Elena Lucrezia Cornaro, la prima donna laureata del mondo.

La Sala dei Quaranta e l’Aula Magna

Saliti al piano superiore, all’angolo di nord-est si accede alla Sala dei Quaranta. Appena entrati, sulla destra, subito potrete vedere un enorme e rozzo scranno, piuttosto consumato dal tempo e dai tarli: si tratta della cattedra di Galileo Galilei (leggi “Galileo Galilei, icona di Padova, città della scienza“), ne più ne meno che il posto dal quale uno dei più grandi scienziati della storia, teneva le proprie lezioni!  Si chiama Sala dei Quaranta perché alle pareti sono dipinte le figure di alcuni dei più importanti studenti, suddivisi per località di provenienza.

Dentro l’Aula Magna poi, splendida e solenne, si respira veramente cultura e storia.

C’è da rimanerne commossi a sapere che in questo luogo grandissimi scienziati ed intellettuali da secoli continuano ad esprimere il frutto dei loro studi e fare della nostra città, un centro importante a livello internazionale per cultura e scienza.

Quando poi si entra qui, con la sala gremita in occasioni istituzionali come l’apertura dell’anno accademico, con rettore e docenti con i loro manti di ermellino, si percepisce ancor di più la continuità nella storia di ciò che rappresenta l’Università per la città di Padova. A volte si dice che Università e Comune sono due realtà in contrapposizione, e, in alcuni casi è vero, e per fortuna, in alcuni altri casi, ma Padova non può fare a meno della sua Università.

L’antico teatro anatomico dell’Università di Padova e la Sala di Medicina

Grazie a questa visita guidata è possibile entrare e visitare il Teatro Anatomico dell’Università di Padova, il più antico teatro anatomico stabile del mondo fatto realizzare dal patologo Girolamo Fabrici d’Acquapendente nel 1594 ed inaugurato nel 1595 ed ancora ottimamente conservato.

teatro anatomico Università di Padova
L’antico teatro anatomico all’interno del Palazzo del Bo

I visitatori, accedono da un angusto passaggio, sotto all’iscrizione “Hic est locus ubi mors gaudet succurrere vitae”, ossia “è questo il luogo dove la morte è lieta di soccorrere la vita” e giungono laddove veniva posizionato il tavolo di dissezione per le autopsie. Tutto intorno si posso vedere i 6 giri di palchi in noce intagliato sui quali si accalcavano gli studenti e a rendere il tutto più suggestivo è anche l’illuminazione con le candele quasi a voler proiettare il visitatore indietro nel tempo. Personalmente un luogo così mi va venire in mente i racconti gotici ottocenteschi di Louis Stevenson tipo “Ladri di cadaveri”.

Dal Teatro Anatomico, la visita si conclude nella splendida Sala delle lauree di Medicina, alla cui pareti si vedono ancora alcuni affreschi dell’antica locanda, quell’ Hospitium bovis da cui nasce il palazzo del Bo, con i dipinti di alcuni illustri docenti ed alcuni dei loro crani, esposti, dopo che le loro stesse salme furono concesse ed utilizzate per le lezioni nell’adiacente teatro anatomico in nome del progresso medico e scientifico!

A fine visitare consiglio un giro anche allo Store dell’Università di Padova dove si possono trovare gadget ed oggetti di merchandising molto curati e “griffati” Unipd!


Alberto Botton


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2 commenti

  1. Complimenti per l’interessante articolo documentato

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