Il gioco d’azzardo tra business legale e alti costi sociali.

gioco d'azzardo in veneto

Con questo post vi parlo di gioco d’azzardo tema di cui non ho mai scritto anche perché perché questo blog non ha l’attualità tra i principali argomenti che vuole sviluppare .

Sul gioco d’azzardo, che avvenga nei casino o tramite il cosiddetto video-poker nei bar o utilizzando le ormai moltissime piattaforme di giochi online, l’Italia può “vantare” il primato europeo di questo business. Pochi mesi fa sono stati resi noti i dati del 2016 sul gioco d’azzardo in Italia che certificano questo primato, già evidente l’anno precedente e risultato addirittura in crescita! Si parla di ben 96 miliardi di euro di raccolta (l’insieme delle puntate, l’8% in più rispetto al 2015. Una metrica tutta particolare utilizzata a livello europeo ci dice che in Italia c’è uno slot machine ogni 143 abitanti mentre al secondo posto la Spagna ne ha “soltanto” una ogni 245 e la Germania, al terzo posto una ogni 261!

Questa ricerca sul gioco d’azzardo in Italia ha riguardato slot da intrattenimento (26,3 miliardi), videolottery (23,1), giochi di carte (16), lotto (8) e pronostici sportivi (7,5). Il resto è ripartito tra bingo, scommesse virtuali, giochi a base ippica (ippica e scommesse in agenzia…) e a totalizzatore (Superenalotto, Superstar, Eurojackpot, Win for life…). Ad essere leggermente in calo è la spesa per le lotterie e i gratta e vinci (8,9 miliardi contro i 9 dell’anno precedente) che forse per la maggioranza delle persone non vengono considerati gioco d’azzardo ma che in realtà lo sono.

Quale che sia la nostra reazione di fronte a questi dati rimane inequivocabile un’evidenza: il gioco d’azzardo agli italiani piace ed anche molto, il risultato è un settore in cui girano davvero tanti soldi ed in Italia il settore è talmente forte da essere il terzo nel mondo. L’altra faccia della medaglia è il rischio della cosiddetta “ludopatia” o Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) ed il riconoscimento della malattia del gioco come una piaga sociale che colpisce circa un giocatore ogni 75 e la cerchia dei propri affetti. Giocare d’azzardo è lecito ma attenzione che può creare dipendenza e gravi problemi al giocatore e alle persone che gli stanno accanto.

Da questa indagine è emerso che in Italia 17 milioni di persone hanno giocato almeno una volta (fonte Cnr), 2 milioni e mezzo di persone sono i giocatori abituali ed in quanti tali a rischio dipendenza anche se sono “solo” 7 mila le persone in cura presso le Asl.

Il paragone con altre abitudini e vizi vari viene spontaneo, penso alle droghe leggere e alla prostituzione. Ci sono paesi che hanno deciso di prendere atto che il fenomeno esiste e quindi di tenerlo sotto controllo tramite la legalizzazione di tutto il settore e beneficiare delle entrate fiscali a danno delle mafie. A sottolineare come il gioco d’azzardo sia diffuso nello stile di vita di molti e nella nostra società in Italia come nel mondo è anche il cinema: sono molti i film che affrontano direttamente questa tematica o utilizzandola come sfondo per narrare una storia (vedi da wikipedia i film sul gioco d’azzardo: https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Film_sul_gioco_d%27azzardo ). Nel 2016 è uscito il film “Una Nobile Causa” di Emilio Briguglio con Giorgio Careccia, Rossella Infanti, Antonio Catania, Roberto Citran, sul gioco d’azzardo patologico ambientato in Veneto sul territorio della Riviera del Brenta.

I sostenitori di questo business dicono che si tratti di un settore che genera posti di lavoro, in particolare la diffusione di giochi online, piattaforme e app dedicate e questo credo sia indubbio e che una legalizzazione e regolamentazione apporti alle casse dello Stato molti soldi. Più di 9,2 miliardi di euro. Tuttavia altre correnti di pensiero fanno notare come se dal 2005 al 2014 la raccolta dei giochi di Stato è cresciuta del 191%, le entrate erariali sono cresciute solo del 30% mentre sono in aumento i costi economici e sociali e sanitari  ed anche il malaffare si nutre del settore ad esempio applicando l’usura ai giocatore in difficoltà.

La situazione del gioco d’azzardo in Veneto

La nostra regione, il Veneto è al 5° posto in Italia tra quelle che più contribuiscono al business del gioco d’azzardo con l’8,1% della raccolta. Al primo posto c’è la Lombardia (19,5%), poi il Lazio (10,6%), la Campania (9,8%)l’Emilia-Romagna (8,3%), il Veneto e via via tutte le altre.

E’ di fine agosto la notizia che la Regione Veneto, in particolare l’Assessorato al Sociale presieduto da Manuela Lanzarin ha varato un primo piano di prevenzione e contrasto al gioco patologico e cura dei malati di gioco d’azzardo destinando alle Ulss 5,3 milioni di euro per potenziare i servizi. E’ stata inoltre preannunciata una proposta di legge per dare attuazione e continuità all’applicazione alle strategie di contrasto, prevenzione e cura del gioco d’azzardo in Veneto.

Graziano Bellìo, psichiatra e consulente scientifico del piano regionale, in sede di conferenza stampa ha svelato che i giocatori problematici in Veneto sono circa 32.500 mentre i potenziali ‘malati di gioco patologico’ in Veneto sono stimabili tra i 3200 e i 3700. Tuttavia tra questi solo la metà si rivolge ai servizi sociali per essere aiutato a uscire dalla spirale della ludopatia.

Un tema di non facile approccio non c’è che dire, a maggior ragione per me che non sono un esperto. Facendo ricerca sul web ho trovato la segnalazione di questo libro per approfondire: “La dea bendata. Viaggio nella società dell’azzardo” di Marco Dari Mattiacci, prefazione di Leonardo Becchetti, Ecra Edizioni, novembre 2015, pp. 80, euro 7,50

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