Il giovane Palladio a Padova. Il grande architetto del Cinquecento fu padovano di nascita

Andrea Palladio nato a Padova

Per la rubrica dedicata ai personaggi illustri che, per esservi nati o per le loro opere, hanno in qualche modo legato il loro nome alla città del Santo, quest’oggi vi parlerò di Andrea Palladio a Padova. Oggi la cosa, perlomeno a Padova, non suonerà più come un’assurdità, ma fino a pochi anni, e sospetto tutt’oggi, più di qualcuno si sarebbe chiesto “ma come? Non è forse vicentino Palladio? Che si è bevuto questo blogger?”

Al di là di quello che posso o non posso aver bevuto io, in realtà, Andrea Palladio, il più grande architetto della Repubblica di Venezia, nacque proprio a Padova il 30 novembre 1508 con il nome di Andrea Di Pietro sebbene qui visse soltanto gli anni della sua infanzia e prima giovinezza. La sua era una famiglia umile: il padre Pietro, detto “della Gondola”, era mugnaio della contrada delle Torreselle mentre la madre Marta, detta “la zota” (la zoppa), era donna di casa, lo zio, fratello del padre, barcaiolo.

In realtà, la sua data di nascita non è certa mentre si attribuisce al 30 novembre la data del suo battesimo che avvenne nella chiesetta trecentesca di S. Michele di via Tiso da Camposampiero (padrino di battesimo fu lo scultore Vincenzo Grandi) di cui oggi rimane l’oratorio di S. Michele, appunto. L’oratorio fa parte di quei monumenti e luoghi di interesse artistico visitabili gratuitamente dai possessori della PadovaCard (leggi qui).

Palladio nacque in Borgo dei Rogati e poco dopo si trasferì poco distante, in Riviera Tiso da Camposampiero, in Borgo della Paglia dove crebbe e vi rimase fino al 1523, anno in cui si trasferì con la famiglia.

In Riviera Tiso da Camposampiero, incastonata nel “parapetto” che costeggia il canale, in occasione dei 500 anni dalla nascita fu installata una scultura di Elio Armano, a lui dedicata e che suscitò molte polemiche visto che quel parapetto è pur sempre un antico manufatto.

Palladio a Padova non lasciò opere o quantomeno non unanimemente attribuite al grande architetto. A 13 anni iniziò l’apprendistato di scalpellino presso Bartolomeo Cavazza che aveva bottega nei pressi del Ponte dei Tadi, ma ci rimase per soli 18 mesi prima di trasferirsi a Vicenza, dove ebbe modo di incontrare il nobile di Giangiorgio Trissino che cambierà radicalmente la sua attività e dove ebbe modo di esibire tramite la sua opera la sua grandezza.

Sebbene sul territorio di Padova non si trovino esempi della sua grande arte, anche se è documentata una sua consulenza per il palazzo Mocenigo Querini-Nievo (ora Casa della studentessa Meneghetti), passeggiando per la città è possibile scoprire, tra i luoghi significativi per il giovane Palladio a Padova, alcune vie del centro storico tra le meno frequentate. Tra queste strade, ci sono vie che un tempo segnavano il confine di varie contrade e che prendono il nome da una toponomastica oggi andata perduta, almeno in parte.

Via dei Rogati, che collega via Umberto I (all’inizio della quale trovate una targa che recita “In questa contrada Andrea Palladio, gloria di Padova e Vicenza, nacque il 30 novembre 1508”) a via del Seminario, facente parte del Borgo Rogati, così come le vie attorno a via Tiso da Camposampiero e facenti parte del Borgo della Paglia, erano zone abitate da barcaioli e mugnai e vantavano comunque splendide dimore patrizie ed antichi palazzi.

Questi erano dunque i borghi e le strade che il giovane Andrea Palladio a Padova era solito frequentare prima di trovare protezione in terra vicentina grazie al mecenate Giangiorgio Trissino, responsabile del nome per cui verrà conosciuto nel mondo intero: Palladio. Fu lui a farlo rientrare a Padova dove conobbe Alvise Cornaro ed il suo architetto decoratore Falconetto permettendogli così di studiare la Loggia e l’Odeo Cornaro (visitabile con la PadovaCard, leggi qui ) in via Cesarotti. Quest’ultimo complesso edilizio infatti, introduceva uno stile classico che ispirò senz’altro Palladio che vi vedeva un teatro all’antica.

Gli anni dell’infanzia di Palladio a Padova sono anni duri in cui lui e la sua famiglia patiscono la fame. C’era la guerra in quegli anni a Padova visto che la Repubblica di Venezia era sotto assedio delle truppe del Papa, dei francesi e dell’impero. La Padova del giovane Palladio fu segnata anche dall’opera di altri grandi artisti quali Leon Battista Alberti. il Mantegna, con il suo affresco della Cappella Ovetari nella Chiesa agli Eremitani, Paolo Uccello e altri che influenzarono il gusto del nostro giovane Palladio (leggi il mio post dedicato ad Andrea Mantegna).

Per la biografia completa del Palladio visitate wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Palladio

Alberto Botton

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