“Ahead”, la street art a Padova per colorare il grigio della periferia!

La diffusione dei social network sta, secondo me, aiutando a far emergere, anche nella nostra città, un fenomeno da sempre considerato “underground” o comunque collegato alle grandi città ed aree urbane europee ed internazionali. Sto parlando della street art, dei murales e dei graffitti, di quell’arte che, fin dagli anni ’80 ha permesso ad artisti di strada quali Basquiat e Keith Haring, di conquistarsi una visibilità ed una considerazione su scala mondiale così come la “star” degli ultimi anni, il britannico Banksy.

Su facebook come su instagram sono molti i padovani e le persone di passaggio in città ad immortalare opere del più famoso street artist padovano Kenny Random e sempre più ci si rende conto che a cimentarsi con questa forma d’arte sono diversi artisti e diverse crew, o gruppi di artisti, tra cui senz’altro Made 514, dalla ventennale carriera, chiamato sempre più spesso anche all’estero, e la crew EAD (Escuela Antigua Disciples, attiva dal ’91, gli stessi che hanno dipinto i bellissimi murales della rampa del Cavalcavia Borgomagno) riunita nell’associazione Jeos che comprende una dozzina di artisti tra cui Joys, Orion, Yama, Zagor, Axe, e altri.

Street art a Padova
(foto di Barbara Codogno)

Forse c’è ancora chi confonde questa forma di arte vera dalle azioni di certi ragazzini che imbrattano i muri senza saper distinguere una parete di rilevanza storica, artistica da una parete su cui un’opera di questo tipo può rappresentare un valore aggiunto. Mi scuso se uso un lessico non appropriato o non colgo al 100% la valenza del fenomeno e degli artisti ma noi del Blog di Padova ci poniamo come cittadini che osservano e raccontano quanto di interessante vedono accadergli intorno sul territorio, senza filtri e senza darsi un tono da esperti o tuttologi, specie in ambiti in cui non lo siamo, almeno io, in questo caso. Del resto internet è ricco di informazioni per chi vuole approfondire. Non basterebbe un post per spiegare il movimento che sta dietro a questi “personaggi” così per parlare in modo approfondito della cultura urbana che rappresentano e che comprende spesso altre forme espressive quali la musica rap, gli skaters, il parkour:  forse ne parleremo in futuro.

Per questa volta ci “accontentiamo” di segnalare l’operazione del Comune di Padova, nella persona del giovane assessore al verde e all’arredo urbano Andrea Micalizzi di prendere atto della qualità e della forza di questa espressività che dal basso emerge nella nostra città per farne un progetto per tutta Padova. Mi riferisco al progetto “Ahead Padova” tramite il quale si è pensato di dare colore al grigio delle nostre periferie così a questi artisti dell’associazione Jeos è stato richiesto, e data l’opportunità, di dipingere su grandi superfici su 4 palazzi di edilizia popolare dell’ater in zona Mortise in via Carraro prima, poi in via Stella all’Arcella e successivamente in via Pizzamano in zona Vigonovese. Il progetto è già partito e già si vedono i risultati sui primi edifici interessati, un modo per valorizzare la periferia con una forma d’arte contemporanea di livello internazionale, un modo per dare valore e centralità a luoghi spesso percepiti dagli stessi abitanti come non-luoghi o come considerati dalla istituzioni luoghi di “serie B”.

street art periferia PadovaAl di là della valenza strettamente artistica del progetto “Ahead”, apprezzabile ritengo essere quindi quella sociale e territoriale dell’iniziativa, visto l’intento nella direzione della riqualificazione sociale ed ambientale. Anche gli abitanti della periferia debbono percepire un valore nel luogo in cui vivono, per sentirsene parte e prendersene cura e vedere giovanissimi che passeggiano sotto casa con il cellullare in mano per fare qualche foto al primo intervento del progetto “Ahead” mi ha fatto percepire proprio questo.

Street art periferia Padova Il centro storico della città è piuttosto piccolo e chiuso all’interno delle mura, lo stessa superficie del Comune di Padova è decisamente limitata (ricordo che comuni quali Auronzo di Cadore, Caorle, Cavarzere sono molto più grandi, vedi qui) mentre da qualche decennio la cintura urbana “acquista” abitanti a scapito del centro storico per cui mi sembra giusto attribuire alle periferie l’importanza che meritano, dai quartieri residenziali del comune capoluogo ai comuni della cintura urbana per evitare che divengano aree dormitorio.

Questa street art è un segno, un modo per sottolineare come si possano “esplodere” ed allargare alla periferia luoghi di interesse culturali, artistico per farne nuove centralità, anche di interesse turistico per gli appassionati del genere. Un’azione in questa direzione, concreta e non solo simbolica come per altro sta facendo la rassegna culturale “La città invisibile” organizzando eventi e spettacoli nella periferia e nei luoghi meno conosciuti della città.

Tutto questo per sottolineare quell’ambizione che abbiamo relativamente alla nostra città, di vederla esprimersi sempre al massimo!

Alberto Botton

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