Visita a Rovigo. Arte e buon vivere alla “veneta” nella città delle rose!

visitare Rovigo

Buongiorno, la scorsa settimana ho avuto modo di visitare Rovigo e soprattutto l’opportunità di poterlo fare in modo più approfondito e devo dire di esserne stato piacevolmente sorpreso. Oggi quindi vi parlo di Rovigo con questo post che inserisco nella categoria “Blog in Tour“.

L’occasione è stata quella dell’educational dello scorso anno organizzato dalla start up rodigina “Raffineria Creativa” e promosso dalla Fondazione Cariparo pensato in primis per visitare e far quindi conoscere la mostra “I Nabis Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia” .

Quest’anno il suggerimento è invariato e cioè quello di visitare Rovigo qualora giungeste per visitare la mostra “Secessioni Europee. Monaco Vienna Praga Roma”. Proprio grazie a Palazzo Roverella e alle mostre Rovigo è divenuta un attrattore di turisti e visitatori ma forse ancora non è percepita come città d’arte meritevole di una visita. Con questo post spero di potervi far ricredere!

Passeggiando per le vie e le piazze del centro storico ho avuto modo di apprezzarne l’atmosfera rilassata, vedere persone conversare nei caffè e nei bar o in qualche osteria davanti ad un bicchiere di vino in compagnia o pranzare, come abbiamo fatto noi in una delle osterie storiche in grado di proporre i piatti della tradizione ( a proposito consiglio l’ Osteria ai Trani dove tra le altre cose ho gustato uno stupefacente baccalà e altri piatti in porzioni più che abbondanti!). Alla fine penso sia un po’ questa la straordinarietà del nostro paese e punto di forza soprattutto dei piccoli centri della provincia italiana e cioè la possibilità di curare le relazioni e la qualità delle vita in un contesto diffuso di bellezza che noi ormai diamo per scontato ma che per il quale i turisti stranieri impazziscono.

Il consiglio è quindi quello di visitare Rovigo aggirandovi per strade e piazze in completo relax, visitare le mostra a Palazzo Roverella e soffermarvi a notare i luoghi di interesse che di seguito vi segnalo.

Cosa vedere a Rovigo

Che decidiate di visitare Rovigo in occasione di una mostra a Palazzo Roverella o aveste in mente di fare un giro per vedere il centro storico, in ogni caso approverei la vostra decisione.

Io ho avuto modo di scoprire questa bella città veneta grazie al tour con Maria Grazia Li Donni, animatrice territoriale della cooperativa Turismo e Cultura.

La prima volta che Rovigo viene citata in documenti storici risale all‘838 d.C come borgo rurale detto “Rodigo” dal nome personale germanico “Hrodico”. Secondo altri studiosi il nome Rovigo deriverebbe dal greco “Rhodon“, cioè “rosa”. Nell’Orlando Furioso, Ludovico Ariosto parla di Rovigo come “la terra in cui produr di rose/ le dia piacevol nome in greche voci” e questa testimonianza avvalora l’ipotesi o leggenda secondo la quale il Polesine sarebbe stato colonizzato in antichità da un gruppo di Achei capitaniati da Diomede. Ecco perchè Rovigo è detta città delle rose.

Castello di Rovigo con le due torri simbolo della città.

Simbolo della città è senz’altro il castello di Rovigo o meglio le due torri che vediamo oggi: la Torre Donà, alta ben 66 metri metri , tra le più alte torri medievale d’Italia, all’interno della quale furono ricavate le prigioni, e la Torre Mozza o Torre Grimani parzialmente crollata ma più antica. Fu completato nel 954 dC per voler del vescovi di Adria Paolo Cattaneo come fortificazione difensiva. Era cinto da alte mura, solo in parte visibili oggi sulle quali erano posizionate altre torri di vedetta. Le due torri danno oggi su Piazza Matteotti e su Corso del Popolo ma fino al 1938 Rovigo era divisa in due dall’Adigetto, corso d’acqua interrato e deviato per scelte urbanistiche comuni in gran parte delle città venete, molte delle quali erano città d’acque, come la nostra Padova del resto.

Dal 1300 al 1500 Rovigo si rafforza ulteriormente costruendo mura difensiva attorno a tutta la città con una pianta pentagonale a connotarne la forma urbis. Delle varie porte è rimasta però solo quella di San Bortolo verso est.

Su Piazza Matteotti il monumento di Augusto Murer, scultore di Falcade, a Giacomo Matteotti, nativo di Fratta Polesine (dove è visitabile la casa-museo), parlamentare socialista e politico antifascista assassinato a Roma sul lungotevere per aver denunciato i brogli elettorali attuati dal nascente regime di Benito Mussolini. Il monumento esprimere tutta la drammaticità dell’atto violento nei confronti di Matteotti ed il valore del sacrificio è sottolineato dalla citazione di una sua frase “Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai“.

Le piazze principali: Piazza Vittoria Emanuele II e Piazza Garibaldi

Incamminandosi lungo il Corso del Popolo dal castello si giunge all’incrocio con via G. Laurenti. Svoltando a sinistra si giunge a Palazzo Roverella, spazio espositivo per mostre temporanee del quale vi ho parlato nel post dedicato alla mostra “I Nabis Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia” e dell’esposizione permanente della Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile. Palazzo storico costruito a partire dal 1474 per volere del cardinale Bartolomeo Roverella. Di fronte Palazzo Roncale, splendido esempio di palazzo signorile “alla veneta” sede della stupefacente Collezione Centanini presso il quale si possono ammirare opere dello scultore Antonio Bonazza e di artisti quali il Guercino, Magiotto, De Nittis, Lega, Signorini, Guidi, Carrà. Napoleone ed il suo esercito devono aver tralasciato di visitare Rovigo se è vero che a differenza di molte altre città dopo aver soppresso chiese e monasteri non si preoccuparono di depredarle così che il patrimonio artistico di Rovigo è ancora integro.

Superato l’ingresso Palazzo Roverella si apre la splendida e centrale Piazza Vittorio Emanuele II, un tempo detta Piazza Maggiore. La piazza, tipicamente veneta, a pianta rettangolare è caratterizzata da portici su 3 dei 4 lati e sul lato ovest si apre via Cavour che conduce verso il Conservatorio e poi Porta San Bortolo, tra le poche testimonianze della cinta muraria della città ancora visibili. Qui sotto al portico gli ebrei confinati nel vicino ghetto e anche successivamente praticavano l’usura. Di fronte si può vedere il Palazzo della Gran Guardia, sede del comando degli austriaci nell’800. Targhe e busti in memoria si possono vedere in questo luogo divenuto simbolo del Risorgimento, compreso un busto dedicato a Cesare Battisti realizzato da Milani, scultore rodigino allievo di Arturo Martini. Sulla piazza si erge la colonna sormontata dal Leone di San Marco con la zampa sul libro a testimoniare la dominanza della Serenissima che a Rovigo governò per 3 secoli. Al centro la statua dedicata a Vittorio Emanuele II : cambio della toponomastica e la collocazione di statue e targhe a celebrare l’unità d’Italia non mancano in nessuna città italiana e Rovigo non sfugge alla regola. Sulla piazza di fianco alla Torre Civica si affaccia il palazzo del comune, il più antico, la Loggia dei Nodari (1429). Di fianco il palazzo dell’Accademia dei Concordi del 1580 la cui Pinacoteca è stata da poco trasferita a Palazzo Roverella.

Svoltando a sinistra in via Maddalena Umberto si giunge in Piazza Garibaldi , laddove fino al 1804 sorgeva la Chiesa di Santa Giustina, poi demolita, i cui confini sono segnati sulla pavè della piazza. La statua equestre dedicata all'”eroe dei due mondi” Giuseppe Garibaldi è imponente e davvero bella! Su Piazza Garibaldi la Camera di Commercio, da vedere la sala all’interno in stile liberty, ed il vicino Caffè Borsa. Più avanti il Teatro Sociale di Rovigo, importante istituzione culturale della città.

Tra le cose da vedere a Rovigo anche il Duomo, il Duomo in mattoni di Santo Stefano, il Museo dei Grandi Fiumi, l’Oratorio della Beata Vergine di Pompei.

Chiesa della Beata Vergine del Soccorso detta Tempio della Rotonda

La perla che ha stupito me così come il gruppo di blogger che con me ha condiviso il pomeriggio è senz’altro la Chiesa della Beata Vergine del Soccorso detta comunemente Tempio della Rotonda o Rotonda di Rovigo. Non si può visitare Rovigo senza averla vista!

La chiesa fu progettata nel 1594 da Francesco Zamberlan, collaboratore di Andrea Palladio, ed infatti la struttura e alla vista sembra una villa palladiana. E’ pianta ottagonale rettangolare ed è per questo che è detta “Rotonda” ma è l’interno che lascia a bocca aperta.

Fu realizzata “furor di popolo” per conservare l’affresco della Madonna con bambino (che regge una rosa simbolo di Rovigo) che, pare, facesse miracoli, in particolare le fu attribuito il merito di aver tenuta lontana da Rovigo la peste che flagellò l’interno continente. Conservata in origine in un oratorio appena fuori le mura in una zona dove c’erano degli orti coltivati da frati francescani divenne oggetto di culto e di pellegrinaggio ed erano talmente tanti i fedeli che accorrevano da ogni dove che il piccolo oratorio non riusciva ad accoglierli tutti.

L’interno è un tripudio di affreschi e decorazioni in stile barocco. Presso l’altare d’oro il dipinto della Madonna e tutto attorno disposti su vari livelli straordinari affreschi con le raffigurazioni dei miracoli, le 20 statue dedicate ai Santi, il prezioso organo del 1767 del veneziano Gaetano Callido, uno dei massimi organari del tempo.

Per tutte le info ed approfondimenti vi rimando al sito ufficiale: http://www.tempiolarotonda.it/

Chiesa della Beata Vergine del Soccorso La Rotonda di Rovigo
foto ricordo dei blogger!

Rovigo centro di riferimento del Polesine

Visitare Rovigo può essere il punto di partenza per poi andare alla scoperta del “Polesine“, territorio, a mio avviso assai affascinante. In gran parte sotto il livello del mare e compreso tra i corsi dei fiumi Adige e Po nella memoria di tutti gli italiani per le tragiche alluvioni del ’51 e ’66 del secolo scorso. Le alluvioni dovute alle rotte dei due fiumi non sono mai mancate nel corso dei secoli ed hanno determinato profondi cambiamenti nell’assetto del territorio (vi rimando a wikipedia per un approfondimento). Ci troviamo ovviamente in Veneto prima regione turistica d’Italia per la grandissima varietà di proposte dovuta alla varietà dei paesaggi e dei luoghi di interesse. Tra queste il Polesine può vantare una destinazione turistica di grande interesse ambientale e naturalistico quale il Delta del Po , patrimonio Unesco per il suo paesaggio sospeso tra terra, acqua e cielo. Il Polesine è anche un ampio territorio a vocazione principalmente rurale ma non solo: curioso il fatto che in queste zone ci sia il distretto delle giostre che esporta in tutti i luna park d’Europa. Non a caso nel paese di Bergantino è visitabile il Museo della Giostra. Tra i luoghi da visitare in Veneto non mancano altri paesi del Polesine come la bellissima Adria con il suo Museo Nazionale Archeologico, Fratta Polesine con la splendida Villa Badoer e città natale di Giacomo Matteotti.

Il territorio del Polesine è stato a lungo terra di paludi e quindi oltre ai principali fiumi, l’Adige ed il Po, è solcato da moltissimi canali e corsi d’acqua realizzati per lo più dalla Repubblica di Venezia come opere di bonifica. Canali, idrovore ed opere di gestione delle acque puntellano quindi questa vasta pianura in una continua “lotta” tra l’istinto selvaggio della natura e le esigenze dell’uomo. Sarà la sconfinata campagna, i corsi d’acqua, la natura del delta del Po, la nebbia che qui d’inverno si taglia con un coltello ma penso che il Polesine possa suscitare suggestionare propria grazie a questa sua atmosfera unica.

Il movimento letterario Sugarpulp, nato a Padova e fortemente legato alla letteratura radicata nel territorio e al genere pulp, noir, western ha dimostrato la propria attrazione per il Polesine scegliendo come logo la barbabietola da zucchero e già dallo scorso anno qui ha trovato terreno fertile per il suo festival letterario internazionale SugarCon. Sarà un’altra occasione per visitare Rovigo e promuovere il territorio che a mio avviso i polesani non dovrebbero lasciarsi perdere!

Alberto Botton

http://about.me/abotton

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