Andrea Mantegna: il grande artista padovano del Rinascimento!

Andrea Mantegna Rinascimento Padova

Per la rubrica dei “personaggi illustri” di cui si può fregiare Padova oggi ricordiamo Andrea Mantegna, grandissimo artista e pittore del XV secolo, uno dei principali del Rinascimento dell’area lombardo veneta.


Andrea Mantegna nacque ad Isola di Carturo, oggi Isola Mantegna, frazione del territorio di Piazzola sul Brenta, comune dell’alta padovana, nel 1431 e a Padova si formò ed inizio a far vedere di cosa fosse capace. A 17 anni gli fu commissionata la sua prima opera per la Chiesa di Santa Sofia di Padova, purtroppo andata perduta già nel Seicento, una “Madonna con Bambino in sacra conversazione con santi“ datata 1448.

Mantegna si distinse per la perfetta impaginazione prospettica, il gusto per il disegno nettamente delineato e per la forma monumentale delle figure. Il contatto con le opere di Piero della Francesca, avvenuto a Ferrara, marcò ancora di più i suoi risultati sullo studio prospettico tanto da raggiungere livelli “illusionistici”, che saranno tipici di tutta la pittura nord italiana.

Sempre a Ferrara, poté conoscere il patetismo delle opere di Rogier van der Weyden rintracciabile nella sua pittura devozionale; attraverso la conoscenza delle opere di Giovanni Bellini, di cui sposò la sorella Nicolosia, le forme dei suoi personaggi si addolcirono, senza perdere monumentalità, e vengono inserite in scenografie più ariose”.

Mostra Mantegna

Per celebrare il quinto centenario della morte di Andrea Mantegna nel 2006 fu allestita una splendida mostra. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali istituì un Comitato Nazionale, composto dai più insigni studiosi del primo Rinascimento italiano, affiancati dagli enti locali interessati, che ha deciso di dar vita ad un evento espositivo inedito per la sua dimensione e per la sua articolazione territoriale e presieduto  da Vittorio Sgarbi. Infatti la mostra fu allestita in ognuna delle città nelle quali la presenza del maestro e delle sue opere è documentata: Padova, nei Musei Civici agli Eremitani, Verona, nel Palazzo della Gran Guardia, e Mantova, in Palazzo Te. Mostra che ebbe un grande successo di pubblico.

La mostra, allestita a Padova da Mario Botta, architetto di fama internazionale, esponeva l’ Andrea Mantegna delle origini e degli anni della sua formazione nella bottega padovana dello Squarcione, dove maturò il gusto per la citazione archeologica; venne a contatto con le novità dei toscani di passaggio in città: Fra Filippo Lippi, Paolo Uccello, Andrea del Castagno e soprattutto Donatello.

Oggi, molte delle opere di Andrea Mantegna sono sparse in giro per il mondo, ma, in visita a Padova non si può non visitare la Chiesa degli Eremitani e ammirare l’incredibile restauro dei suoi affreschi nella Cappella Ovetari (a destra un particolare de “Il martirio di S. Cristoforo”), realizzati nei suoi anni giovanili e mandati in frantumi da un bombardamento del 1944. Il restauro è durato molti anni e fu molto complicato perchè si trattò letteralmente di mettere assieme frantumi e fu possibile utilizzando modernissime tecnologie. Dal sito “beni culturali.it” si legge: Ciò che restava di un grande capolavoro della storia dell’arte erano decine migliaia di frammenti di varie proporzioni, quasi tutte minuscole. Con oltre 1.800 frammenti Cesare Brandi, già negli anni quaranta, ricompose la scena raffigurante il Martirio di San Giacomo, mentre il resto venne stivato, in modo indifferenziato, in gradi cassoni, dove il tutto è rimasto sino al 2001.

Nel 2001, grazie alla convenzione stipulata tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la Curia Diocesana, la Soprintendenza competente sul territorio e l’Università di Padova, prese avvio una straordinaria avventura.

Con l’aiuto di una strumentazione multimediale innovativa, realizzata da docenti e tecnici dell’Università patavina con il sostegno della Fondazione, i minuscoli frammenti sono stati tolti dalle casse in cui avevano riposato per quasi mezzo secolo, sono stati classificati uno per uno (quelli di dimensioni superiori al centimetro quadrato sono risultati essere 80.735), poi scannerizzati e infine controllati tramite il computer che li ha confrontati tra loro, sulla base delle immagini fotografiche degli affreschi scomparsi.

Ciò nel tentativo di ricomporre, per quanto possibile, il più gigantesco puzzle della storia dell’arte, l’affresco di Andrea Mantegna nella Cappella Ovetari della Chiesa agli Eremitani di Padova.
All’occhio elettronico si è aggiunto quello degli esperti come Gian Luigi Colalucci, Carlo Giantomassi e Donatella Zari, che hanno applicato i minuscoli brani pittorici, identificati con certezza, nella loro ubicazione originaria, fissandoli su pannelli fotografici riproducenti in scala 1:1 gli affreschi perduti.

Pur nell’inevitabile frammentarietà dell’esito, si è così compiuto un passo significativo nel tentativo di recuperare lo straordinario ciclo pittorico di Andrea Mantegna; recupero certamente incompleto, ma in parte ancora incrementabile in futuro. L’occasione è stata eccezionale, sotto gli aspetti tecnici e scientifici, e gli esiti ottenuti comunque insperati: oggi, altri brani pittorici molto importanti sono stati tolti all’oblio e finalmente ricollocati al loro posto”.

Alberto Botton