Arcellatown, la community social del quartiere più “cool” di Padova

Arcellatown community social Arcella quartiere di Padova
foto di Riccardo Giacomel

Con questo post, che inserisco nella rubrica Padova Creativa, ho pensato di parlavi di Arcellatown, uno dei fenomeni più interessanti dal mondo “social” e non solo della nostra città (foto copertina di Riccardo Giacomel)

Molti di voi sapranno già a cosa mi riferisco ma ai non padovani o ai padovani meno informati consiglio di andare a visitare in primis la pagina facebook del progetto di Arcellatown nato dall’idea di un paio di giovani e dedicata all’Arcella, il quartiere più popoloso di Padova, una città nella città con una propria identità ben definita e ultimamente in grande fermento grazie all’iniziativa di singole persone, realtà commerciali, associazioni, gruppi sportivi. Tra di queste già vi ho parlato del progetto fotografico SiAmoArcella, tramite il quale si vuole cogliere ed in senso più ampio “fotografare” l’Arcella più autentica.

L’Arcella, separata dal resto della città dalla linea ferroviaria a sud e chiusa a nord dal fiume Brenta è cresciuta e si è sviluppata in modo autonomo e dagli anni del boom economico ha conosciuto uno sviluppo urbanistico senza pari in città diventando l’area più urbanizzata e densamente popolata della città. Per via del costo più economico degli affitti, assieme alle storiche famiglie arcellane, presenti qui da generazioni, qui vivono molti studenti universitari e molti “nuovi” cittadini provenienti da varie parti del mondo: l’Arcella è infatti il quartiere più multiculturale di Padova e questo lo si può vedere guardando le insegne dei negozi di alimentari, le macellerie islamiche, i barbieri, i kebab, i ristoranti etnici ed è così che potremo dire che l’Arcella sta a Padova come Kreuzberg, il famoso quartiere di Berlino, sta alla capitale tedesca.

Parlando di Arcella molti padovani, non residenti in questo quartiere, magari non utilizzeranno un’aggettivazione positiva perché se è vero che i problemi ci sono e non sono spariti è anche vero che forse questo quartiere è stato eccessivamente bersagliato dai media e politici in cerca di attenzione evidenziandone solo gli aspetti negativi. Termini quali “degrado”, “microcriminalità”, spaccio di droga etc etc associati all’Arcella hanno creato una sorta di stigma sociale dentro al quale però gli arcellani non si riconoscono. In questo quartiere infatti non mancano di certi i servizi di trasporto pubblico visto che è attraversato da tram e altre linee di autobus, non occorre l’automobile perchè in qualunque zona del quartiere bastano pochi passi per trovare supermercati, bar, ristoranti. Certo, non bastano dei post su facebook a risolvere i problemi ma possono contribuire a bilanciare una percezione sbagliata e a dare quell’energia positiva ed orgoglio ai cittadini che rappresentano un passo fondamentale per stimolare il desiderio di prendersi cura del proprio quartiere e di partecipare. In prima Arcella c’è un apprezzato cinema, il MultiAstra, la libreria Limerick, l’Osteria Fuori Porta…ecco forse all’Arcella manca solo un fiume! eheh 😀
Conosco arcellani che durante il weekend considerano il cavalcavia Borgomagno come un “ponte levatoio” passato il quale lo chiudono e lo riattraversano solo il lunedì successivo per tornare a lavoro

Ed è qui che subentra il progetto Arcellatown che, con ironia, simpatia, fantasia e tanta intraprendenza sta provando a ribaltarne la percezione valorizzandone gli aspetti positivi che non mancano!

Arcellatown, da pagina facebook a community

Come detto il progetto Arcellatown nasce perchè ai giovani residenti non va giù che il loro quartiere venga descritto solo come il quartiere del degrado ed è così che post ironici, provocazioni hanno avuto fin da subito grande successo attirando le collaborazioni con tanti altre realtà già attivi nel quartiere nell’ambito della cultura, dell’arte, musica, della produzione video etc etc. Arcellatown è divenuta così un racconto alternativo, autentico, che dalla strada arriva ai social network e che dai social network rimanda alla strada facendo propri principi quali socialità, gratuità, inclusoine, principi delle “social street” che, dopo la prima esperienza di via Fondazza a Bologna si sono diffuse in moltissime altre strade del mondo.

Per chi segue Arcellatown il sogno è vedere via Tiziano Aspetti canalizzata come i Navigli di Milano, le serrande abbassate e piene di graffitti rendono il paesaggio urbano simile a quello delle periferie delle grandi città che diventa set per realizzare video di balli hip hop, e poi le molte botteghe, italiani ed etniche, i suoi abitanti, grafiche spassose e divertenti e paragonano Arcella con quartieri di esotiche città medio-orientali, etc etc. Non resta che visitare la pagina facebook per poter vedere tutte le foto ed i video pubblicati!

La vitalità di Arcellatown e dei gestori della pagina riesce a divertire e creare empatia con moltissimi altri residenti tant’è che sui social network si è creata una “community”: ad esempio su Instagram attraverso l’hashtag #arcellatown potete vedere gli scatti di tutte le persone che si sentono coinvolte nel progetto.

Arcella, un “brand” per valorizzare il quartiere

Fin quasi da subito Arcellatown ha associato l’idea del “digital storytelling”, perdonatemi l’uso di un termine un po’ abusato, a quella di proporre una brandizzazione dell’Arcella, un po’ come avviene per le città e le destinazioni del mondo tra cui le più note I♥ Amsterdam, N.Y, L.A, e decine di altre relative anche a luoghi più circoscritti che, come l’Arcella hanno un’identità marcata, anche come strumenti di marketing e comunicazione. Penso ad esempio al quartiere di Temple Bar di Dublino etc etc.

E’ stato quindi creato un logo con la Chiesa di Sant’Antonino ed il tram scelti come simbolo, una mappa illustrata dell’Arcella come poster ed altri oggetti di merchandising fino alla al lancio della linea di abbigliamento utilizzando la piattaforma di crowdfunding Indiegogo. Per sostenere la linea di abbigliamento “Vesti Arcella” va qui: https://www.indiegogo.com/projects/vesti-arcella-l-abbigliamento-di-arcellatown

Arcellatown, la mostra. Fino al 4 marzo al Centro Culturale Altinate San Gaetano

Fino al 4 marzo al Centro Culturale Altinate San Gaetano sarà possibile farsi un’idea e conoscere il progetto Arcellatown grazie ad una mostra promossa dal Progetto Giovani del Comune di Padova ed organizzata in collaborazione con il team ArcellaTown e con quello di altri progetti arcellani coinvolti.

La mostra si chiama “Arcellatown.La nuova percezione del quartiere nell’epoca di facebook” che riassume un po’ i concetti che vi ho espresso sopra Alla mostra troverete moltissime foto della community pubblicate su Instagram, la presentazione del progetto “Vesti Arcella”. Troverete una dimostrazione pratica di come all’Arcella si faccia anche innovazione con la stampante 3d della sede arcellana di 3dItaly che realizzerà giorno dopo giorno il campanile della Chiesa di Sant’Antonino. Nella sala più grande messa a disposizione troverete il meglio delle foto del collettivo fotografico SiAmoArcella e delle foto dei partecipanti dei “PhotoWalks” organizzati in giro per il quartiere, Sono previsti anche workshop, eventi musicali promossi da “I Sotterranei”, collettivo impegnato nell’ambito della musica e delle arti undergroud.

Per info sulla mostra e sugli eventi organizzati: http://www.progettogiovani.pd.it/arcellatown-cambiare-la-percezione-di-un-quartiere-nellepoca-di-facebook/

Alberto Botton

http://about.me/abotton

2 commenti

  1. Ci sta come ragionanamento generale, condivido quanto dici. Tuttavia Arcellatown è il nome della community sui social, un modo per distinguersi dalla comunicazione più istituzionale e che fa capo a questo gruppo di giovani.
    Se guardi e navighi nella pagina facebook vedrai che hanno realizzato oggetti di merchandising come magliette e poster in cui compare la dicitura “Arcella” e molte altre situazioni in cui l’identità sia storica sia contemporanea ne viene fuori.
    Grazie per il commento!

  2. Buona l’idea, complimenti. Quello che però non mi piace affatto è l’uso pesantissimo di inglesismi che poco o meglio nulla hanno a che fare con l’Arcella, Padova e l’Italia. Tali inglesismi sono il frutto di una cultura dominante (la cultura della globalizzazione), propinata a suon di cinema (in larghissima misura anglosassone), modelli mediatici (stili di vita anglosassoni) e notizie del cosiddetto mainstream (qui purtroppo anch’io devo “peccare” con un inglesismo che non saprei con quale parola italiana sostituire). La cultura anglosassone dominante a suon di media e di apparati finanziario-politico-militari ha tra i suoi molti socpi quello di privare le persone della loro identità. Persone e popoli senza identità sono persone e popoli disuniti, meglio manipolabili, che non scendono in piazza a protestare per il malgoverno e divengono solo consumatori indistinti. Se l’Arcella di identità ne ha una (e direi che ce l’ha eccome, basti pensare alle origini secolari del suo nome) ecco allora che bisognerebbe recuperarla appieno evitando attentamente l’uso indiscriminato di parole anglosassoni e dando invece spazio ai caratteri ed ai valori identitari del quartiere.

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