Rivivendo il concerto di Springsteen. Una leggenda del rock che non smette di emozionare!

Bruce Springsteen a Padova

Ciao, vi racconto del “mio” concerto di Bruce Springsteen di venerdi scorso. Premetto di non essere di quei fan che conoscono tutti i dischi e le canzoni a memoria ne tanto meno di quelli che si girano mezzo mondo al seguito del proprio/dei propri idoli musicali, anche se in realtà l’ho fatto in parte per gli U2, ne tanto meno un critico musicale. Del resto non occorre esserlo per riconoscere al Boss il titolo di vera e propria leggenda del rock come ce ne sono pochi, non ha caso è da tempo entrato nel gotha della “Rock N’ Roll Hall of Fame” e canzoni quali “Born to run”, “Born in the U.S.A”, “Dancing in the dark”, “The ghost of Tom Joad”, “Thunder Road” sono patrimonio di tutti gli amanti della buona musica!

Bruce Springsteen è amato un po’ da tutti perchè negli anni si è costruito un’immagine di grande rocker senz’altro ma anche di persona umile e generosa, nella vita come nel donarsi completamente ai concerti…anche a Padova, quasi 3 ore di grande musica e grande energia senza risparmiarsi, e questo nonostante non sia più un ragazzino.

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Devo dire di essere stato fortunato. Non avevo acquistato il biglietto con grande anticipo ma pochi giorni prima del concerto un mio amico mi ha segnalato che un altro amico aveva un biglietto in più e che lo vendeva (Max e Stefano “Fish” avanzate una birra!). Ci ho pensato circa 5 secondi prima di cogliere questa colpo di c…fortuna! Bruce Springsteen, leggenda del rock, che suona nella mia città??!!  Non potevo mancare! Il biglietto, inoltre, era del “settore prato”, l’unico che in realtà mi interessasse e non solo per una questione di (scarse) disponibilità economiche. Si perchè, un concerto rock, a me piace gustarlo e viverlo sotto al palco altrimenti non ha molto senso. Venerdì non sono stato di quelli in coda fin dalle prime ora della mattina ma sono giunto poco prima dell’apertura dei cancelli, alle 16 e sono pure riuscito ad entrare nel “pit”, l’ambito spazio a ridosso del palco! Siamo stati anche doppiamente fortunati perchè a parte una leggera pioggerellina primaverile, siamo stati risparmiati da eventi climatici che potevano essere più funesti, ma tanto a cantare con Bruce e a ballare con quei grandi musicisti della E-Street Bands chi se sarebbe accorto?!

Com’era previsto il Boss è salito sul palco alle 17, 30 per un set acustico di “riscaldamento” (“The promise land” e “Growin up”) ma è bastato poco ad infiammare il pubblico. Chitarra e voce, quella voce “roca” che riconosci e a cui dai il valore che merita perchè in un mondo dove tutto è “usa e getta” e anche nella musica si guarda quasi solo al lato commerciale, si fa piuttosto presto a distinguere e a riconoscere l’artista vero, la genuinità, la passione di chi in un concerto suona la propria musica, senza tanti fronzoli o effetti speciali. Venerdì sera era grande musica e non “spettacolo”, grande musica che emoziona mentre lo “spettacolo” forse serve solo ad intrattenere o ad aggiungere un po’ di fumo laddove l’arrosto non è poi cosi buono. Qui l’arrosto era buonissimo e perdonatemi la metafora.

foto SpazioRock di Marco Peruzzo
foto SpazioRock di Marco Peruzzo

Quando è iniziato il concerto, dopo un’altro paio di pezzi in acustico tra cui The ghost of Tom Joad”, e quando è salita sul palco la “mitica ” E-Street Band è stata l’apoteosi fin dai primi pezzi  “Long Walk Home” e “My love will not let you down”. Un connubio che dura da una vita: si può dire siano cresciuti assieme Bruce e molti dei componenti della band e l’affiatamento si vede e si percepisce.  Energia e cuore che sono una cosa sola e arrivano al pubblico diretti e senza sovrastrutture. Sotto al palco, dove mi trovo io, la gente è in visibilio, a qualcuno scende anche qualche lacrima di commozione e le emozioni non hanno nazionalità così che assieme a “ragazzi” e “ragazze” (fra parentesi perchè è un pubblico di tutte le età quello del Boss) arrivati da Germania, Croazia, Inghilterra, Olanda e un po’ da tutta Europa e oltre, ci si sente tutti più europei. Bruce e Little Steven, nel frattempo, leggono divertiti i cartelli del pubblico, un bambino viene issato sul palco per cantare assieme al Boss “Waiting on a sunny day” , un paio di ragazze eludono la sorveglianza e tentano di scavalcare le transenne quando si avvicina alle prime fila. Lui lascia fare, anzi ferma la sorveglianza, le fa salire sul palco a ballare con lui!

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foto del blogdipadova

Apprezzatissimi anche i pezzi del nuovo album “Wreckin ball”, “We take care about of our own”, “Shakled and Drawn” destinate a diventare grandi hits prima di quelle che già sono “hits” immortali..cantate da tutti i 40.000 dello Stadio Euganeo “Born to Run”, “Born in the Usa” e “Dancing in the dark”, “Thunder road” forse tra i pezzi più famosi, prima di un altro momento altrettanto bello quando un musicista padovano, Caterino Riccardo, è salito sul palco con una sorta di “corazza” metallica e si unisce alla E-Street band suonandola con un paio di cucchiaini nel pezzo country-folk “Pay me my money down”, uno dei mie preferiti, che corona così il sogno (americano?) di una vita proprio a Padova! Nome di Padova che è finito anche nel sito ufficiale di Bruce Springsteen letto in tutto il mondo! E poi Caterino che si congeda dal boss con un buffetto sulla guancia…idolo!

Bravo Caterino, che sia di esempio e di buon augurio a tutti voi, affinché coltiviate e realizzate i vostri sogni!

foto SpazioRock di Marco Peruzzo
foto SpazioRock di Marco Peruzzo

Il giorno dopo nell’home page del sito ufficiale di Bruce Springsteen c’è era il nome di Padova (Padua), un sito da fans di tutto il mondo! E’ andata bene anche l’organizzazione ed è stato bello il giorno dopo leggere nei social network come abbiano vissuto con gioia e soddisfazione questo evento anche le molte persone che nel loro lavoro hanno reso possibile tutto ciò, dallo staff dell’organizzazione, alla polizia municipale, agli autisti dell’Aps, ai tassisti. Un bel segnale a dimostrazione che la città in tutte le sue componenti, se coinvolta, sa dare il proprio meglio per il bene della città stessa. Troppo ottimista? Si vede che l’adrenalina del concerto è ancora in circolo e voglio credere sia così!

Alberto Botton