Chiesa di Santa Sofia a Padova. Storia e misteri di un edificio di culto

Chiesa Santa Sofia Padova

La chiesa di Santa Sofia di Padova è la chiesa medievale maggiormente studiata dagli storici e attorno a cui si sono diffuse varie ipotesi e “leggende metropolitane”. Sorge sui resti di un antico tempio pagano? Probabilmente solo nuovi scavi darebbero le risposte definitive sulla sua storia


Chiesa Santa Sofia Padova. Una delle chiese più conosciute di Padova e più amate dai padovani è senz’altro la Chiesa di Santa Sofia nella zona del centro storico conosciuta come Borgo Altinate. Sorge in fondo a via Altinate, lungo quella che era l’antica strada romana della via Annia, che collegava Adria ad Aquileia passando per la Patavium romana ed Altinum ai margini della laguna veneta.

La Chiesa di Santa Sofia a Padova è una delle testimonianze più importanti del romanico veneto e stilisticamente appartiene alla produzione architettonica tipica del litorale adriatico tra il X ed il XII secolo.
Se a Pisa è celebre la torre pendente a Padova abbiamo la chiesa che pende. Ad una prima occhiata, infatti, incuriosisce la lieve pendenza della sua facciata in pietra ma tranquilli non crolla: la pendenza pare essere dovuta ad un cedimento delle fondamenta durante i lavori di costruzione…

Nonostante la sua popolarità la storia della Chiesa di Santa Sofia di Padova è difficile da leggere e rimane piuttosto avvolta nel mistero, almeno per quanto riguarda la sua storia più antica.

Alcune tracce rinvenute in seguito ad alcuni scavi hanno infatti generato negli ultimi due secoli un ampio dibattito tra storici e studiosi ma senza venirne del tutto a capo. L’interesse di questo luogo di culto proviene quindi anche dall’aspetto architettonico e dalle varie fasi del cantiere che ne hanno determinato l’aspetto attuale.

Ecco perché visitare la chiesa di Santa Sofia e partecipare ad una visita guidata può essere una proposta intrigante per gli appassionati di turismo religioso.

Le visite guidate alla Chiesa di Santa Sofia e alla cripta sono condotte con rigore scientifico dall’associazione culturale Enetiké e vi permetteranno di conoscere le ultime ipotesi e scoperte sulla storia di questa affascinante chiesa.

Chiesa di Santa Sofia a Padova, tra storia e mito

Cercando informazioni in rete per scrivere questo articolo ho letto su più siti che la chiesa di Santa Sofia sarebbe una tra le più antiche chiese della città ma tuttavia, dati alla mano, non ci sono tracce certe anteriori all’anno 1000. Molte informazioni disponibili in rete non sono aggiornate alle ultime scoperte raggiunte dagli studiosi: piuttosto lo studio e le nuove scoperte non vanno di pari passo con la divulgazione sul web.

Si legge che sarebbe stata costruita sui resti di un antico tempio pagano e che una pietra sacrificale (forse…?) e ossa di bue rinvenuta in una fossa durante degli scavi fatti negli anni Cinquanta ne sarebbero la prova. Si parla di un tempio pagano dedicato al Dio Mitra, divinità di origine persiana. Tale culto orientale giunse dal mondo ellenico diffondendosi in primis a Roma e poi diffuso come alternativa alla religione ufficiale.
Tuttavia , questa suggestiva ipotesi rimane tale e non suffragata da dati certi per i quali sarebbe necessaria un’altra campagna di scavi nell’area adiacente alla chiesa o sotto al presbiterio.

Non ci sono dubbi invece sul fatto che la Chiesa di Santa Sofia ha avuto nel corso della sua storia una certa solennità ed importanza. Durante i secoli bui delle invasioni barbariche ebbe il ruolo di vice cattedrale visto che la Cattedrale in carica, il Duomo, oltre a subire un attacco incendiario dagli stessi barbari, fu danneggiata anche da un terremoto.

Tutt’ora seppur si tratti di una chiesa parrocchiale è una chiesa prepositurale, parte del vicariato della Cattedrale.
Dalla Chiesa di Santa Sofia dipende la vicina Chiesa di San Gaetano, sempre in via Altinate, e, fino a poco tempo fa, la Chiesa di Santa Caterina di via Cesare Battisti, ora indipendente.

Le varie fasi di costruzione

Per tradizione sottolineo per tradizione, pare che fu San Prosdocimo, primo vescovo ed uno dei patroni di Padova, a realizzare in età paleocristiana la prima chiesa sulle rovine di un tempio romano, tuttavia, come detto in precedenza le evidenze storiche dicono altro.

La dedica a Santa Sofia (La “Divina Sapienza”) richiama un’origine bizantina. L’abside e la cripta, incompiuta, simile per dimensioni quella di San Marco a Venezia richiamano lo stile architettonico usato in laguna e nel mondo bizantino del litorale adriatico. Il primo progetto per una chiesa al borgo di Santa Sofia imita, seppur in dimensioni ridotte, proprio quello della basilica di San Marco, progetto portato a termine nel 1070.

Il primo documento scritto in cui si menziona la Chiesa di Santa Sofia di Padova è però del 1123 quando il Vescovi di Padova Sinibaldo volle sollecitare i lavori di completamento di un secondo progetto iniziati qualche anno prima. Una nuova versione della chiesa fu poi inaugurata nel 1127 a seguito di una serie di lunghi lavori di rifacimento. E’ probabilmente a questa fase dei lavori, poco dopo il 1117, anno in cui ci fu un violento terremoto che si deve la pendenza della Chiesa di Santa Sofia, causato da un cedimento delle fondamenta.

Probabilmente il progetto originario non fu portato a termine e ci sono stati dei cambiamenti in atto come è testimoniato dalla cripta rimasta incompiuta per via di sopraggiunte difficoltà economiche.

Affascinante sapere che di questo periodo ci sono documenti che parlano di borgo Santa Sofia, all’epoca fuori dalle mura medievali, area che, già dal VI secolo, e quindi in età bizantina, c’erano altre chiese con intitolazioni che richiamavano il mondo bizantino come la Chiesa di Sant’Eufemia, Santa Maria Iconia al Portello ed altre ancora non più esistenti come Santa Cristina.

Qui si ritiene che nel VI secolo ci fosse una colonia militare bizantina, infatti e la Chiesa di Santa Sofia era posizionata lungo la strada romana della Via Annia che collegava Padova ad Altino e resti di fondazioni romani di edifici civili sono stati rinvenuti nella zona. Allo stesso tempo la vicinanza ad un importante corso d’acqua garantiva ai bizantini una via di fuga verso il litorale adriatico. Una posizione difensivamente strategica viste le crescenti pressioni dei Longobardi.

Il campanile, del 1296, è in stile romanico-gotico come la struttura all’interno a tre navate, separate da colonne bizantine e pilastri.

Poi negli anni successivi ci sono stati altri interventi architettonici. Tra questi negli anni Cinquanta del Novecento agli interni fu restituito l’aspetto severo e armonico delle origini che gli abbellimenti manieristici e barrocchi del Cinquecento-Seicento avevano tolto.

Gli interni della Chiesa e qualche curiosità

Entrati nella Chiesa di Santa Sofia di Padova si resta colpiti dall’aspetto austero e dalla semplicità. Abituati alle “esagerazioni” delle epoche successive le chiese più antiche, e Santa Sofia è senz’altro tra le più antiche, si fanno notare anche solo per la nuda pietra.
In realtà queste suggestioni sono frutto di un restauro degli anni Cinquanta del Novecento che hanno restituito a questo edificio di culto l’aspetto delle origini, tra Duecento e Trecento, quello dell’ultimo grande intervento.

Per i dettagli, come per la copertura a volta a crociera, potete fare riferimento alla voce wikipedia della Chiesa di Santa Sofia Padova Qui volevo farvi notare alcuni elementi interessanti da cogliere.

All’ingresso, appoggiata ad una colonna noterete la fonte battesimale, oggi acquasantiera, con la quale furono battezzati nella Chiesa di Santa Caterina, Livia e Gianvincenzo, figli di Galileo Galilei.
Sul lato sinistro, dietro la porta d’ingresso, in controfacciata c’è il monumento funebre a Ludovico Cortusio, celebre letterato.

Sulla lunetta sopra al sacello potete ammirare il trecentesco affresco di scuola giottesca recentemente restaurato. Suggestiva l’abside che richiama la cifra stilistica bizantina. Pure la cripta assomiglia per dimensioni a quella della Basilica di San Marco a Venezia, iniziata nel 1063, e probabilmente pure le maestranza impegnate nel cantiere di Santa Sofia a Padova dovevano giungere da Venezia, considerato il fatto che le nicchie semicircolare con la disposizione a spina di pesce dei mattoni è tipicamente lagunare.

Sulla Navata di destra , noterete l’altare dedicato alle Beate Beatrice I D’Este e della Beata Elena Anselmini i cui corpi incorrotti si potevano omaggiare fino al 1957 e rappresentano un mistero della fede.
Rimane l’altare e la pala, così come la lapide, in angolo sulla destra che ricordano come qui, prima delle legislazioni napoleoniche, fosse insediata una piccola comunità di monache benedettine. Beata Beatrice I d’Este è quella principessa figlia di Azzo VI d’Este che si ritirò a vita monacale sul Monte Gemola sui Colli Euganei.

Altra curiosità, purtroppo non visibile, è il fatto che qui, fece il proprio primo lavoro indipendente Andrea Mantegna a cui fu commissionata una Pala raffigurante “Madonna con Bambino in sacra conversazione con santi“, opera già dispersa nel seicento e datata 1448.

Alberto Botton

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