Come è cambiato lo sguardo ed il racconto sulla guerra ? A Padova una grande mostra fotografica per provare a capire

1914-2014. Sono iniziate le celebrazioni per ricordare l’inizio del primo conflitto bellico “mondiale” dell’era contemporanea che ha dato il via ad un secolo e ad un periodo che perdura ancora oggi violento e sanguinario in cui possono variare le componenti socioeconomiche e le tecniche e le tecnologie del fare la guerra ma la costante rimane quella della sofferenza delle persone coinvolte.

Questa è guerra. 100 anni di conflietti messi a fuoco dalla fotografia

Sono stato alla conferenza di presentazione di “Questa è guerra. 100 anni di conflitti messi a fuoco dalla fotografia”, l’evento culturale con il quale la Fondazione Cariparo ha voluto dare il proprio contributo per ricordare non solo la prima guerra mondiale ma offrire un opportunità per ragionare forse su tutte le guerra, sul rapporto che noi stessi abbiamo con questo tema e su come ci relazioniamo con esso.

Questa è guerra. 100 anni di conflietti messi a fuoco dalla fotografia

Curatore della mostra è Walter Guadagnini, titolare di una cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti a Bologna, dal 2011 tiene la cattedra di Storia della Fotografia ed è coordinatore del Biennio Specialistico in Fotografia della stessa Accademia. Curatore di moltissime altre mostre fotografiche ma non solo. In sede di conferenza stampa Guadagnini è stato subito chiaro “Questa è una mostra che è stata pensata dall’inizio per essere di rilevanza nazionale ed internazionale” ed è da musei e centri culturali italiani ed esteri che arriveranno le opere esposte. Tra di questi anche il nostro “Museo della Terza Armata”.

In programma dal 28 febbraio 2015 al 31 maggio 2015 presso il Palazzo del Monte di Pietà la mostra Questa è guerra proporrà al visitatore oltre 160 immagini tramite le quali non si vuole fare un excursus storico sulle varie guerre del secolo ne tutte le guerre sono inserite nella mostra ma piuttosto proporre uno sguardo di come la fotografia e la sua evoluzione abbia determinato il modo in cui noi stessi abbiamo guardato, siamo stai colpiti, scioccati da immagini a volte terribili, a volte evocative quali quelle di guerra. Può sembrare terribile da dire o da pensare, dice lo stesso Guadagnini ma “la guerra è terribilmente fotogenica”.

Oggi con i nuovi media, basta un cellulare, chiunque può filmare scene di guerra o improvvisarsi reporter. Invasi anche da videogames a tema bellico, forse magari molto ragazzini hanno perso il senso della drammaticità di cosa si la guerra. Personalmente ricordo nei primi anni Novanta di come fui colpito nel vedere per la prima volta in diretta tv immagini di guerra, quelle del bombardamento nella prima guerra del Golfo con tutte le scie luminose con cui le bombe rigavano il cielo di Baghdad. A partire proprio dalla prima guerra mondiale e fino alla guerra del Vietnam le notizie, le informazioni, la drammaticità della guerra si diffondeva tramite la fotografia prima di abdicare al ruolo preminente della televisione negli anni successivi ed in precedenza era tramite gli scrittori, la letteratura che si raccontava la guerra. Senza dimenticare il ruolo della stampa tramite la quale queste fotografie circolavano.

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Nella mostra di Padova si potranno vedere non solo le immagine icona con quella celeberrima di Capa del miliziano ucciso nella Guerra Civile spagnola ma anche foto scattate da perfetti sconosciuti, militari al fronte, che trovarono il tempo per scattarsi una foto o documentare un momento di vita quotidiana sul campo, foto che documentano gli effetti distruttivi della guerra sulle città, pensiamo ad Hiroshima piuttosto che a Dresda come nella società civile.

Una grande mostra fotografica perché saranno molti gli scatti di veri e propri maestri della fotografia di fama mondiale quali Henri Cartier- Bresson, Robert Capa,Ernst Haas, Taro e Mosse e moltissimi altri tra cui Adam Bromberg & Oliver Chanarin, una delle coppie di artisti più in voga del momento e che da anni, proprio sul tema della guerra riflettono sul modo di rappresentarla.

“Questa è guerra!”  secondo me si annuncia intensa per la riflessione che può generare su uno dei più drammatici fatti umani e forse scuoterci nel provare a riflettere come sul come superare questa modalità di risoluzione dei conflitti ormai quasi data per scontata e “normale”.

Alberto Botton