“Egitto in Veneto”. Una visita con Paola Zanovello, curatrice della mostra (aperta fino al 30/6), e gli studenti del master!

Egitto Veneto a Padova

pannello mostra egittoLa settimana scorsa ho avuto modo di visitare la mostra “Egitto in Veneto”, allestita fino al 30 giugno presso alcuni spazi simbolo di Padova: l’Orto Botanico, il Caffè Pedrocchi, i Musei Eremitani, il Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte di Palazzo Liviano. Si tratta di una Mostra particolare, è infatti una delle tappe di un vasto progetto di conoscenza e valorizzazione del patrimonio egittologico ed egittizzante conservato in Veneto.

Ho visitato la Mostra insieme a uno dei due curatori scientifici, Paola Zanovello, professore associato di Archeologia delle Province Romane all’Università di Padova, e alle allieve del Master in Pianificazione e gestione del Prodotto Turistico. Paola Zanovello, direttore e docente del Master, ha infatti dedicato il suo corso di quest’anno alla valorizzazione del patrimonio culturale attraverso le esposizioni temporanee. Come tutor del Master ho approfittato dell’occasione, ma non è stato facile, perché nonostante l’amicizia che ci lega e la sua grande disponibilità, è sempre molto impegnata tra attività di ricerca, insegnamento e viaggi di studio!

PAOLA
Paola Zanovello

La prima cosa che stupisce – dico a Paola Zanovello – è la scelta dell’argomento: “Egitto in Veneto”.  Come è nata l’idea ? L’idea – mi spiega – è nata dall’esigenza di rendere noti anche al grande pubblico i risultati di un progetto scientifico, “EgittoVeneto”, che coordino insieme all’egittologo Emanuele Ciampini, e che è nato qualche anno fa da una tesi di laurea magistrale, dedicata allo studio di materiali egizi conservati in alcuni musei del Veneto. I reperti, infatti, custoditi per la maggior parte nei magazzini dei Musei e mai studiati, si sono rivelati di numero assai superiore alle aspettative, al punto da suggerire alle Università di Padova e Venezia e alla Regione Veneto la realizzazione di un progetto di censimento e studio che ne permettesse la valorizzazione. Un progetto – prosegue Paola Zanovello – reso possibile grazie al sostegno della Fondazione CaRiPaRo, che ha inserito “Egitto Veneto” nell’ambito dei “Progetti d’Eccellenza” 2011/2012, e alla passione del gruppo di giovani archeologi del TeamEgittoVeneto.

steleQuesta Mostra quindi è un’occasione unica per vedere dei pezzi che, se capisco bene, faranno ritorno poi nei magazzini dei musei di provenienza … Sì – risponde Paola Zanovello – per il momento sì, anche se il fine ultimo di “EgittoVeneto” è la realizzazione di un grande Museo Virtuale che restituisca un contesto, una “casa”, agli oltre 2000 reperti finora censiti, alcuni dei quali di grande valore.  A proposito di contesto – chiedo -, conosciamo la loro provenienza e in quali Musei sono conservati ? Si tratta – risponde Paola Zanovello – di materiali di varia tipologia, conservati nei Musei di tutte e sette le province venete, che provengono da contesti diversi, molti da collezioni, altri da scavi, alcuni anche da scavi di studiosi padovani, come quelli condotti da Giovanni Battista Belzoni e Carlo Anti. La scelta di esporli in sedi diverse, quattro sedi a Padova e una a Rovigo, – continua Paola Zanovello – è coerente con la loro diversità di provenienza: volevamo trasmettere l’idea di un patrimonio diffuso.

903988_510880342303805_566629818_oE così chiacchierando, entriamo nella sede dell’Orto Botanico. Ciò che colpisce immediatamente sono i colori: sullo sfondo nero delle pareti spiccano sabbia e azzurro, i colori delle rive del Nilo. Una serie di grandi pannelli, che riproducono scene dipinte nelle tombe e scolpite negli imponenti santuari egizi, e alcuni video ricostruiscono con immediatezza il mondo della cultura egizia: la flora, la fauna, il Nilo, la vita sociale, il mondo dei morti. Alla vita nell’aldilà è dedicata l’ultima parte del percorso espositivo. La musica guida il visitatore attraverso l’oscurità del corridoio d’accesso alla tomba di un sacerdote vissuto nel primo millennio a.C. Le analisi condotte dalla polizia scientifica sul suo corpo mummificato, privo delle bende e perfettamente conservato, – mi spiega Paola Zanovello – hanno dimostrato che morì assassinato e hanno permesso di ricostruirne il volto in 3D.

Il percorso allestito presso l’Orto Botanico termina qui, ma con lo stesso biglietto è possibile visitare, nell’arco di un mese, le altre sedi espositive (gratuitamente la sede del Liviano , con una bigliettazione ridotta le sedi dei Musei Civici Eremitani e del Caffè Pedrocchi).

Un consiglio ? Programmate la visita approfittando di aperitivi ed eventi organizzati dal TeamEgittoVeneto, anche grazie alla collaborazione dei giovani universitari che svolgono in Mostra un periodo di stage !

vai al sito di EgittoInVeneto: http://www.egittoveneto.it/

 

Simonetta Pirredda

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