Irfoss Padova. Ricerca sociale e fotografia per avvicinare le culture del mondo

Irfoss Padova Istituto di ricerca e formazione nelle scienze sociali

Con questo post ho deciso di parlarvi di una realtà padovana molto interessante che ho scoperto recentemente: si tratta di Irfoss Istituto di Ricerca e formazione nelle scienze sociali, un post che quindi inserisco nella rubrica dedicata a “Corsi e formazione.

Prima di interessarmi al turismo e territorio decidendo di frequentare master in marketing territoriale ed un altro che aveva per titolo “Governance delle risorse turistiche territoriali” mi sono laureato in scienze politiche-indirizzo sociologico. Tranquilli non voglio parlarvi di me e del mio curriculum era solo per spiegare il motivo per cui le scienze sociali erano e continuano ad esercitare su di me un certo fascino ed ecco perché quando Alessia Disarò del “team” che gestisce Irfoss mi ha invitato a conoscere la sede e a parlarmi delle loro attività ci sono andato molto volentieri.

Tuttavia sono arrivato a conoscere Irfoss Padova non tanto per le sue ricerche sociali ma attraverso una delle proprie aree di intervento: la fotografia ed una serie di incontri con fotografi, fotogiornalisti e reporter organizzata da Irfoss. L’istituto di ricerca e formazione nelle scienze sociali nasce nel 2010 con l’obiettivo di ideare e portare avanti progetti di ricerca internazionali, orientati al sociale e sviluppati secondo un approccio etico, il tutto associato alla promozione di forme comunicative e metodologiche tipiche dell’antropologia visuale, del reportage e del visual storytelling.

Nel 2016 è nata Irfoss A.p.s che comprende 3 network o aree di intervento:Visual Network, Research Network, Ethics Network. Cliccate sui link per avere un quadro più completo sulle attività di Irfoss che ritengo molto utili per chi sta studiando scienze sociali, sociologia, antropologia e può trovare qui delle opportunità per avviare un proprio progetto.

Irfoss Padova. Fotografia e scienze sociali

Ad Irfoss la fotografia è allo stesso tempo strumento di comunicazione e metodo per svolgere ricerche antropologiche. Sono concetti non facili per chi non ha avuto modo di approfondirli. Innanzitutto cosa si intende per antropologia, per sociologia, quali sono le scienze sociali?Le persone curiose sono quelle che colgono ogni opportunità per imparare cose nuove per cui se lo siete vi invito a cliccare sui link e leggere da wikipedia alcune informazioni basiche per farvi un’idea.

Ebbene Irfoss promuove quel tipo di fotografia utile a raccontare storie e situazioni lontane geograficamente e culturalmente da noi e a creare quindi dei ponti tra culture diverse.

Il primo incontro a cui ho partecipato ad Irfoss è stato quello di Massimo Sciacca, un grande fotografo, autore di reportage in scenari di guerra in tutto il mondo, che ha avuto modo di testimoniare con i suoi scatti grandi avvenimenti della storia, spesso tragici quali la guerra in Bosnia vista dal punto di vista della gente comune. In quella serata e in quegli scatti ero rimasto colpito dal fatto che il fotografo non appariva come un corpo estraneo arrivato in quel posto per lavorare. Senz’altro l’obiettivo ultimo era quello ma il reporter di guerra così come il reporter che va a raccontare le esperienze di vita di popoli del mondo ridotti a vivere in condizioni precarie e di grandi povertà deve inserirsi in quel contesto ed essere riconosciuto come persona per essere accettato. Il reporter di guerra rischia la vita come tutti gli altri e vive assieme agli altri la drammaticità della situazione, instaurando relazioni. Bellissime le foto e la testimonianza delle moltissime band rock di Sarajevo che animavano garage e cantine durante l’assedio permettendo così i giovani di mantenere una parvenza di normalità in una situazione che di normale non aveva nulla. La musica rock fu una salvezza per i giovani di Sarajevo che così potevano incontrarsi, stare assieme ricavandone energia positiva per far fronte ad una quotidianità a dir poco difficile. Il turista che usa lo smartphone per fotografare i bambini poveri quando esce dal villaggio turistico non è un reporter se non instaura una relazione e se non ha un etica rispetto a quanto sta facendo…

Spesso il lavoro di questi fotografi “estremi” è fondamentale perché è l’unico modo per raccontare al resto del mondo situazioni delle quali altrimenti non verremmo mai a sapere.

Dal reportage di guerra di Massimo Sciacca al reportage antropologico di Riccardo Bononi, psicologo, antropologo, ricercatore e docente di antropologia visuale presso Irfoss Padova e ovviamente fotografo.

Il secondo incontro ad Irfoss è stato proprio in occasione della presentazione del libro fotografico “Une belle vie. Une belle mort” di Riccardo Bononi, l’ultimo passaggio di un lavoro decennale di ricerca sul campo per studiare e comprendere la cultura del popolo del Madagascar in particolare attorno a temi decisamente impegnativi quali la morte e la vita. Bononi si è trovato a vivere in villaggi a stretto contatto con le persone del posto, condividendo lunghi periodi della propria vita con i loro, predisponendosi a quell’ascolto partecipato indispensabile alla comprensione di usi e costumi altrui, abbandonando propri preconcetti e presentandosi come Riccardo, una persona che era lì per fare conoscenza e mettere dei ponti tra le culture attraverso la fotografia. Dalla serata ad Irfoss e dal racconto di Riccardo ho appreso che per il popolo malgascio la morte è una fase della vita come l’infanzia, l’adolescenza, la maturità e che dopo morti si “continua” a vivere assieme ai propri cari. Questi infatti di tanto in tanto si recano nelle tombe all’interno delle quali si può dormire, portano fuori i cadaveri all’interno infagottati nelle loro lenzuola, li fanno ballare, li accarezzano, e continuano ad interagire con loro nella maniera che si usa con i morti. Le fotografie di Bononi sul “popolo delle discariche” del Madagascar hanno fatto il giro del mondo perché non si sapeva niente di queste persone, comprese donne e bambini che vivono in un’enorme discarica in condizioni pietose. Così il tema delle peste che ancora miete vittime in Madagascar e lo stigma sociale cui sono soggetti tutte le persone vicine al malato, declassati socialmente ed esclusi in quanto ritenuti sporchi.

Le fotografie di Riccardo Bononi vanno a formare un racconto o storytelling (come va di moda dire oggi) per immagini che ci aiuta a capire quella cultura a noi lontana ma allo stesso tempio la fotografia dei nostri cimiteri e delle nostre cerimonie funebri sono servite a lui per instaurare un dialogo su questo tema con le persone del Madagascar. Per i malgasci, la cremazione è incomprensibile, una cosa assurda e terribile, perché ritengono i cadaveri comunque degli essere senzienti e sarebbe come per noi bruciare dei vivi. L’ antropologia visuale, mi sembra di capire, sfrutta il linguaggio universale che è l’immagine per instaurare una relazione con persone di cultura diversa ed innescare un percorso di ricerca.

Visitate il sito web di Riccardo Bononi per conoscerlo meglio e vedere qualcuno dei suoi scatti: http://www.riccardobononi.com/about

Mostre, incontri, corsi e workshop di fotografia ad Irfoss

Irfoss Padova si trova in Corso Vittorio Emanuele II, 164 b (fermata Diaz del tram) al piano terreno di una palazzina del ‘700 protetta dalla belle arti con ingresso sotto ai portici e si trova nelle vicinanza del Prato della Valle. La sede di Irfoss ospita mostre fotografiche oltre ad una bellissima biblioteca di libri fotografici di pregio ed è aperta ai soci dell’associazione Irfoss A.p.s.

L’occasione in cui per la prima volta ho partecipato ad un evento Irfoss è stato l’incontro con Massimo Sciacca di cui ho parlato prima, inserito in un ciclo di incontri con fotografi di altissimo livello. Appena arrivato sono rimasto molto stupito dalla folla di persone all’interno. Fatta la tessera (in quanto associazione di promozione sociale è necessario tesserarsi: 10€ all’anno) ho seguito un incontro serale di quasi 3 ore terminato verso mezzanotte durante i quali tutti sono rimasti al loro posto a seguire il racconto dell’ospite di turno. Ed è così sempre, ho poi saputo dal team di Irfoss!

Nel corso dell’anno sono comunque molti gli incontri organizzati e promossi da Irfoss così come workshop ed il corso di fotografia full immersione tenuto da Riccardo Bononi, della prestigiosa agenzia fotografica Prospeck, giovane ma già affermato fotografo in grado di ottenere importanti riconoscimenti internazionali. Nominato “Miglior Fotografo dell’Anno” (categoria Professional, sport) ai World Photography Awards 2015, le sue immagini sono state pubblicate su numerose testate nazionali ed internazionali (Sette Corriere della Sera, Panorama, il Reportage, Vice US, Days Japan, British Journal of Photography, 6Mois, National Geographic DE, Der Spiegel, ecc.) ed esposte a Londra, Parigi, Berlino, Pechino, Lishui, Bucarest. 

Per restare aggiornati su tutte le iniziative Irfoss visitate il sito ufficiale.

Alberto Botton

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