Itinerari della Fede a Padova. Luoghi di culto, Santi e devozione popolare

itinerari della fede a Padova

Ci sono uomini che nel corso di una sola vita lasciano il proprio segno nella storia e diventano celebrità, stars nel proprio settore e legano il proprio nome ai luoghi in cui operano diventandone personaggi illustri: oggi vi parlo di spiritualità e luoghi della religiosità cristiana in un post dedicato agli itinerari della fede cristiana a Padova.


Perché questo post dedicato agli itinerari della fede cristiana a Padova? Il turismo religioso o della spiritualità in senso più ampio è in crescita in tutto il mondo e muove milioni di turisti nelle modalità più tradizionali dei pellegrinaggi, come si è sempre fatto, a modalità più innovative ed al passo con i tempi dove ad un turismo culturale e alla scoperta di un territorio, anche dal punto di vista dell’enogastronomia e del benessere, si aggiunge la motivazione della cura di sé da un punto di vista più intimistico. La società moderna, il lavoro, per chi ce l’ha, i ritmi che siamo spinti a tenere sono spesso ben lontani dalle nostre esigenze fisiche e mentali ed ecco che un po’ tutti, credo, sentiamo il bisogno di recuperare una nostra dimensione più spirituale.

Prima vi parlavo di personaggi illustri ( non necessariamente padovani, anzi…sono molti le personalità nei settori delle arti e delle scienze e anche della fede che giunti da fuori città si sono affermati qui) e Padova, grazie alla figura di Sant’Antonio da Padova ma nato a Lisbona è da secoli una delle più importanti destinazioni di turismo religioso del mondo, considerati i circa 6 milioni di pellegrini che ogni anno giungono a visitare la Basilica di Sant’Antonio. Sarà stata l’opera del frate portoghese e della sua grande popolarità diventato Santo ma Padova nel corso dei secoli è diventata una città che ha manifestato ed espresso moltissimo della religiosità cristiana. Prima che arrivasse Napoleone a fine Settecento a sciogliere ordine ecclesiastici, a saccheggiare e chiudere monasteri, era tantissimi conventi e monasteri, e ogni rione del centro storico aveva la sua chiesetta consacrata ad un Santo.

Negozi, affari, grattacieli, caffè all’americana non tolgono alla città uno speciale aroma conservatore e clericale, che si sprigiona dalla stessa dolcezza dei rapporti con la popolazione. Perfino gli anticlericali ne risultano mitigati. Padova, grazie al Santo, è un luogo (molto veneto, molto italiano) di tregua tra i credenti e miscredenti. Un puritano rigorista sarebbe indignato sapendo quante persone, che non credono a Dio, credono in Sant’Antonio e quando passano per Padova vanno al santo a portargli un cero” – (Guido Piovene – Viaggio in Italia – 1957)

Anche oggi, pur nei molti contrasti nelle vari sfaccettature che compongono l’identità molto varia della città, potremo definire Padova città della fede. Anche oggi infatti i luoghi della fede a Padova sono davvero tanti così come i possibili itinerari della fede. I padovani hanno a tutt’oggi il sentore del grande potere, morale e di influenza, che ha il Vescovo.

Itinerari della fede. I luoghi della devozione ai Santi

Basilica di Sant’Antonio di Padova – Itinerari della fede cristiana

Parlando di Santi a Padova non si può che pensare a Sant’Antonio e quindi questa prima proposta di itinerari della fede che vi propongo non può che partire dalla Basilica di Sant’Antonio di Padova, per i padovani comunemente “Il Santo” (da qui uno dei “tre senza” di Padova del detto popolare, la città del Santo senza nome) bellissima dal punto di vista architettonico ed artistico. Come dice la canzone neomelodica di Umberto Marcato “Ma quando torno a Padova” divenuta un po’ l’inno della città e cantata dai tifosi allo stadio, “Camìno soto ai porteghi/ de quà e de là me incanto/ e cupoe del Santo/fa ciaro a sta sità/ (Cammino sotto ai portici/di qua e di là mi incanto, le cupole del Santo, illuminano la città”) “ritrovo tutti i popoi davanti a sta basiica” (ritrovo tutti i popoli davanti a questa basilica). Quella che, per i padovani è comunemente la Basilica del Santo è anche un melting pot di culture visto che qui arrivano pellegrini e devoti da tutto il mondo di quello che è uno dei santi più popolari della città. Visitate la Basilica, il Chiostro dei monastero dei frati francescani, i Musei francescani ma prima leggete il mio articolo dove troverete un po’ di informazioni e curiosità: https://www.blogdipadova.it/basilica-di-santantonio-padova

Basilica di Santa Giustina

Dalla Basilica del Santo e dopo essersi incamminati lungo via Belludi si raggiunge in pochi passi in Prato della Valle da cui potrete vedere sul lato meridionale della grande piazza l’altrettanto imponente sagoma della Basilica di Santa Giustina, con i suoi 118,5 metri la settima più grande chiesa d’Italia in lunghezza, dopo San Giovanni in Laterano. Si tratta di un edificio religioso dalla grande valenza storica e spirituale e qui vi sono conservati 15 secoli di cristianità! E’ dedicata a Santa Giustina, giovane martire padovana, vissuta ai tempi della Patavium romana di Augusto quando l’anfiteatro così come il grande teatro Zairo i cui resti sono sepolti sotto al Prato della Valle erano in pieno splendore, uccisa per essersi rifiutata di rendere omaggio alle divinità pagane romane. All’interno dell’attuale Basilica è visitabile il Sacello di San Prosdocimo, primo vescovo di Padova, colui che evangelizzò al cristianesimo la Patavium romana e pagana, edificio la cui antichità emoziona, parte del primo Santuario paleocristiano del VI secolo,molte opere di arte sacra, oltre al monastero benedettino di Santa Giustina, tra i più importanti d’Europa per la sua biblioteca e significativo per il territorio visto che furono proprio i benedettini a ricoprire un importante ruolo nella bonifica dei terreni paludosi della provincia. San Prosdocimo è, assieme a Santa Giustina, Sant’Antonio e San Daniele, uno dei Patroni di Padova. Leggete qui il mio post dedicato alla Basilica di Santa Giustina: https://www.blogdipadova.it/basilica-di-santa-giustina-padova

Santuario di San Leopoldo

In questo prima proposta di itinerari della fede a Padova non può mancare il Santuario di San Leopoldo. Usciti dall’Abbazia di Santa  Giustina in Prato della Valle e dopo una camminata di una decina di minuti si arriva al Santuario di San Leopoldo Mandić, frate cappuccino originario di Castelnuovo di Cattaro in Montenegro.

Sono molti i pullman di pellegrini che giungono a Padova per turismo religioso con il preciso intento di rendere omaggio a questo “fraticello” dall’aspetto minuto e dalla folta barba che in vita si dimostrò uomo dall’umanità traboccante.
Giunse a Padova nel 1909 e qui visse il resto dei suoi giorni, ad esclusione di un confino in sud Italia dopo la rotta di Caporetto e considerato il fatto che, legato molto alla sua terra di origine, non volle rinunciare alla sua nazionalità austro-ungarica. Fu particolarmente amato ed apprezzato in vita perché considerato una persona di una bontà infinita. Me ne parlava sempre mia nonna Antonietta, devotissima, convinta di aver ricevuto in più occasioni un aiuto ed in una situazione una vera e propria “grazia”. E’ in atto proprio in questi giorni una vera e propria petizione per chiedere la nomina di San Leopoldo come “patrono” dei malati di tumore.
Nel 2016 le sue spoglie furono traslate assieme a quelle di Padre Pio e accolte a Roma a San Pietro dal Pontefice Papa Bergoglio e dall’affetto di decine di migliaia di fedeli.

Alcuni sono devoti di San Leopoldo e giunti a Padova colgono l’occasione per visitare anche la Basilica di Sant’Antonio, altri viceversa.

Non è quindi raro vedere gruppi di persone camminare lungo Corso Vittorio Emanuele II che è la lunga via che collega il Prato della Valle alla zona di Santa Croce dove sorge appunto il Santuario di San Leopoldo Mandic. Altri preferiscono il tram e saliti alla fermata di Prato della Valle scendono a Santa Croce dopo 3 fermate. Corso Vittorio Emanuele II è una lunga via porticata, tipicamente padovana, lungo la quale sorgono begli edifici quattro-cinquecenteschi e tradizionali case strette ed alte affacciate sul Corso.

Nei Pressi di Prato della Valle se doveste passare di lì desiderosi di uno spuntino in orario pomeridiano/serale imperdibile la tappa alla “mitica” Pizzeria Orsucci, minuscola storica pizzeria da asporto ma si può mangiare anche lì dalle pizze piccole e gustosissime.

Se volete sedervi per un pranzo semplice ma sostanzioso con cucina casalinga lungo Corso Vittorio Emanuele la Trattoria All’Appiani, trattoria come quelle di una volta oltre a vari bar. In orario di aperitivo/serale interessante è il White Pony Pub, birreria dove potrete gustare buonissima birra artigianale prodotta da un giovane mastro birraio padovano di padre belga e sappiamo il valore sacro che la birra ha per i belgi. 

Non ho ancora dedicato un articolo a San Leopoldo Mandic nella categoria dei “personaggi illustri” di Padova ne ho scritto un articolo sul Santuario, cosa che vorrei fare prima o poi. Nel frattempo ci corre in aiuto Wikipedia dove potete leggere la biografia di Padre Leopoldo mentre vi invito a visitare il sito ufficiale del Santuario di San Leopoldo qui: http://www.leopoldomandic.it/

Chiesa di San Daniele

Altra tappa di questi itinerari della fede cristiana è quello che dal Santuario di Padre Leopoldo vi condurrà alla Chiesa di San Daniele. Usciti dal santuario tornate su Corso Vittorio Emanuele II per tornare indietro verso Prato della Valle a piedi o, se preferite, prendete il tram. Di fronte al Santuario sorge la Chiesa di Santa Croce, edificio religioso settecentesco, l’unica chiesa in stile rococò di Padova. Se siete interessati all’arte sacra merita una visita. Per info: https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Croce_(Padova) . Anche se sembra di trovarsi in una zona periferica siamo all’interno del centro storico visto che  la zona è interna alle mura cinquecentesche: un centinaio di metri a sud della Chiesa infatti noterete una piccola canaletta e tratti di mura che qui furono sacrificate per aprire una breccia.

Tornati su Prato della Valle e proseguendo verso nord si percorre lungo via Umberto I e poi via Roma e ancora la zona pedonale di Via 8 febbraio un tratto di quella che era la via Annia, importante strada romana che collegava Adria a Patavium e poi conduceva fino ad Altino, Concordia, Aquileia.

Poco dopo essersi lasciati Prato della Valle alle spalle si incontra sulla destra la Chiesa di San Daniele, uno dei quattro patroni di Padova, martirizzato sotto Diocleziano agli inizi del IV secolo. Dell’esistenza di San Daniele e della sua storia si venne a sapere solo nel 1075 quando fu ritrovato il suo corpo nell’Oratorio di San Prosdocimo, poi inglobato all’interno della Basilica di Santa Giustina. Martiri e santi furono nascosti infatti e sepolti in quell’area dai fedeli padovani negli anni delle invasioni barbariche per proteggerli. All’interno della chiesa sono visibili affreschi molto belli di Sebastiano Santi che illustrano il martirio, il ritrovamento e la traslazione delle spoglie. La Chiesa di San Daniele sarebbe stata costruita proprio nel 1076 fondata da Vescovo Ulderico in occasione della traslazione della salma dall’attuale Santa Giustina alla cripta della Cattedrale. Secondo la leggenda si dice che, proprio durante la traslazione, ad un certo punto il cielo si fece buio e minaccioso e, interpretata come una manifestazione del Santo, lì in quel punto, fu costruita la chiesa in suo onore. La tomba di San Daniele tuttavia fu traslata comunque e si trova tutt’ora all’interno del Duomo di Padova. Ad Abano Terme, sulla sommità di un piccolo colle inserito nel parco del Colli Euganei sorge un monastero benedettino di San Daniele del XI secolo dedicato a San Daniele.

Altro particolare di interesse è che nella Chiesa di San Leopoldo fu sepolto ed è dedicata una lapide al grande drammaturgo padovano Angelo Beolco detto il Ruzzante, il più grande teatrante europeo del cinquecento assieme a Moliére, precedente a Shakespeare, considerato un maestro dal “giullare” dei giorni nostri Dario Fo. Purtroppo la tomba e la lapide originale andarono distrutte durante un “restauro” ancora nel ‘600 ma successivamente una copia della lapide è stata riposizionata. Nel palazzo di fronte alla Chiesa un’altra lapide ricorda come quella fosse la casa padovana del Beolco.

Le Chiese di Padova e i luoghi di culto dedicati ad altri Santi non si esauriscono qui e gli itinerari della fede possono essere davvero molti. Diversi dipinti, tra cui molti di Domenico Campagnola, raffiguranti santi e patroni di Padova si trovano nella Pinacoteca dei Musei Civici agli Eremitani. Avrò comunque modo di scrivere altri post che inserirò nel “tag turismo religioso a Padova“.

Alberto Botton

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