La Pallavolo Padova vince la Coppa Italia: intervista a Giannotti

Tonazzo pallavolo Padova

Quest’oggi torno a parlarvi della realtà sportiva di Padova e per farlo non potevo che scegliere il mio sport preferito: la pallavolo. Si è conclusa domenica 12 gennaio a Monza la “Del Monte Coppa Italia” di Serie A2 di pallavolo maschile con una finalissima che vedeva scontrarsi la Tonazzo Padova e Vero Volley Monza. La Coppa se l’è aggiudicata Padova con una vittoria di 3 a 2 sulla formazione di Monza, grande traguardo per lo sport patavino. Al termine della partita è stato anche assegnato il premio MVP a Stefano Giannotti, opposto della Tonazzo Padova, classe 1989. Quale migliore occasione per conoscerlo meglio?!

F_ Ciao Stefano, partiamo inquadrando a grandissime linee gli inizi della tua carriera: a che età hai iniziato a giocare a pallavolo e quando hai esordito in serie A?

S_ Ciao Fede, io gioco a pallavolo sin da bambino, ho iniziato all’età di 8 anni. Nella Tonazzo Padova ho fatto solo 2 anni di giovanili ed ho esordito in serie A nella stagione 2010/2011 all’età di 21 anni.

F_ Com’è stato esordire in Serie A? Emozioni, aspettative, paure.

S_ All’inizio c’era una grande emozione, era una cosa che desideravo da tanto e quando l’ho saputo ero al settimo cielo, tuttavia dopo l’entusiasmo iniziale ho dovuto fare i conti con quella che era la realtà di una categoria così elevata. Ritmi diversi, persone tecnicamente più forti di me, non veniva perdonato nulla. Non è stato semplice, quando sbagliavo prendevo tante parole e lavoravo sempre a testa bassa con interi carrelli di palloni ad ogni allenamento e tuffi fino allo sfinimento. E’ stata dura prendere il via, ma poi una volta che ti abitui e prendi il ritmo se hai costanza e determinazione ce la fai.

F_ Ti sei trovato a giocare con grandi campioni che magari prima vedevi in tv e sognavi di essere un giorno come loro, cosa hai provato quando te li sei trovati davanti? Ce n’è uno che più di tutti ti ha impressionato positivamente?

S_ Ero contento e allo stesso tempo impaurito, giocare con campioni del calibro di Uchikov e De Marchi per me era una cosa “super”! Ammetto che le parole che mi prendevo mi mettevano ansia, ma mi aiutavano a crescere. Credo che Uchikov sia stato quello più “impressionante”, un gigante buono che lavorava duro come un minatore.

1511676_10151910572847799_229568955_nF_ L’anno della retrocessione dalla serie A1 alla A2 cosa non è andato secondo te? Cosa hai provato?

S_ Probabilmente c’era poca armonia, tecnicamente e fisicamente stavamo bene ma non eravamo una squadra unita.

F_ Invece quest’anno avete iniziato alla grande e ne è una conferma la vittoria in Coppa Italia.

S_ Si perché siamo uniti e a questo si aggiunge la mancanza di pressioni e preoccupazioni. Sentiamo di avere la fiducia da parte della società e del pubblico che ci segue.

F_ Dopo la gavetta che hai fatto, i sacrifici e i timori, ricevere il premio MVP della finale di Coppa Italia cosa è significato per te? Cosa si prova a ricevere quel premio?

S_ E’ stato senza dubbio inaspettato e sono rimasto senza parole. Se lo avesse vinto Padura non avrei detto niente perché lo meritava e allo stesso tempo ritenevo di avere fatto semplicemente il mio dovere in partita. Comunque è stata davvero un’emozione incredibile e indescrivibile.

F_ Lo vorresti dedicare a qualcuno?

S_ Lo dedico alla squadra, che in uno sport come la pallavolo è l’elemento fondamentale, e al pubblico che ci segue e ci da la giusta carica.

F_ Ultima domanda, cosa ti senti di consigliare ai giovanissimi che ti seguono?

S_ Niente frasi filosofiche, anzi: guardatemi molto attentamente e fate esattamente il contrario di quello che vedete, otterrete così una rincorsa dritta e un braccio veloce! Seriamente parlando: impegnatevi e seguite i consigli degli allenatori … e non guardate Giannotti! (Ahahahah)

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Si è conclusa così l’intervista a Stefano che gentilmente ha risposto alle mie domande. Un’intervista breve ma che mi ha fatto capire, anche se già lo sapevo, quanta fatica c’è dietro ad ogni singolo giocatore per arrivare a raggiungere certi traguardi. E’ sempre importante lavorare duramente, a testa bassa e con grande umiltà per poter raggiungere i propri obiettivi e credere sempre nei propri sogni, qualunque essi siano, perché a volte si avverano.

Dopo questo momento filosofico, popolo del blog vi lascio con un consiglio: seguite la pallavolo perché è uno sport bello, pulito e dai sani principi! La Pallavolo Padova ci stupirà ancora, ne sono certa.

Alla prossima

Federica Gallo