Mostra Rivoluzione Galileo. A Padova l’arte incontra la scienza (fino al 18 marzo)

Mostra Rivoluzione Galileo Padova

Finalmente e anche con molta gioia quest’oggi sono a parlarvi di mostra d’arte incentrata su un personaggio di grande importanza per Padova: la mostra Rivoluzione Galileo! La mostra, visitabile dal 18 novembre al 18 marzo 2018, è allestita nel cuore di Padova presso il Palazzo del Monte di Pietà sede della Fondazione Cariparo, organizzatrice della stessa mostra con la collaborazione dell’Università degli Studi di Padova.

Galileo Galilei, il grande scienziato toscano, giunse a Padova nel 1592 e ci rimase fino al 1610, “i 18 anni più belli della mia età” dichiarò, per insegnare all’Università degli Studi di Padova, una fortuna per lui ma anche per la città di Padova che, grazie a Galileo e alla sua eredità, può oggi a pieno titolo definirsi città di scienza. L’Università di Padova era quell’ “Universa Universis Patavina Libertas“, università libera molto ambita da chi volesse fare ricerca, non soggetta ad ingerenze di natura politica e religiosa, un’università che già allora attraeva studenti da tutta Europa

All’interno della rubrica sui personaggi illustri di Padova ho scritto un post su  Galileo Galilei, definendolo “icona” di Padova città della scienza, in cui vi parlo anche dei luoghi galileiani di Padova.

Prima di visitare la mostra vi suggerisco di approfondire un po’ la biografia di Galileo Galilei magari leggendo il mio post che vi ho segnalato poco fa ma un altro buon suggerimento è quello di vedere o rivedere il bellissimo spettacolo di Marco Paolini “Itis Galileo”. Io l’ho fatto e questo mi ha aiutato molto a comprendere quanto poi ho visto all’interno della mostra Rivoluzione Galileo.

La Mostra Rivoluzione Galileo. L’Arte testimonia la rivoluzione scientifica

Ed eccomi a raccontarvi la mostra. Un post lungo ma che credo valga la pena leggere per approfondire. Al limite fate come me: ascoltate la playlist musicale su Spotify   “Rivoluzione Galileo”, la mia colonna sonora mentre scrivevo!

La mostra Rivoluzione Galileo, attraverso un percorso espositivo che si sviluppa in ben 12 sale è un’affascinante viaggio alla scoperta del personaggio Galileo, scienziato dai molti talenti e del suo percorso professionale ed umano, una parabola che, grazie alle sue scoperte rivoluzionarie gli apportò fama e prestigio nel mondo accademico di tutta Europa ma anche le attenzioni della Sacra Inquisizione e della Chiesa che dello stravolgimento dell’ordine aristotelico non ne voleva sapere.

La Rivoluzione di Galileo fu infatti quella di sovvertire completamente il mondo come era stato interpretato nei millenni precedenti da Aristotele ai giorni suoi. Con le sue osservazioni al cielo di Padova confermò la tesi Copernicana e confutò la visione tolemaico-aristotelica, visione geocentrica fatta propria anche dalla Chiesa, che vedeva la Terra al centro dell’Universo e rivelò al mondo l’inesattezza di questa visione sostenendo che anche la Terra come tutti i corpi celesti compreso il sole fosse in movimento. I crateri ed i monti della Luna, i pianeti di Giove, le macchie solari etc etc visibili con il suo cannocchiale confutarono anche la visione dell’Universo come “quintessenza”, interpretata fino al quel tempo facendo affidamento al mito, alle allegorie, ai segni zodiacali.

In questo viaggio che potrete fare visitando la mostra, Padova e la sua Università hanno un ruolo fondamentale e guadagnano da questo grande evento culturale una più che giustificata centralità nel mondo scientifico.

La mostra si apre nella Sala I con il bellissimo ritratto ad un giovane Galileo attribuito a Santi di Tito affiancato dalla poesia “Sidereus Nuncius” che Primo Levi dedica allo scienziato toscano con antiche incisioni che mostrano due eccellenze dell’università, l’Orto Botanico, il più antico orto botanico universitario del mondo, fondato nel 1545 ed il Teatro Anatomico, completato nel 1595, e primo esempio al mondo di una struttura progettata per l’insegnamento dell’anatomia umana attraverso la dissezione di cadaveri.

Lungo il percorso espositivo troverete anche installazioni e fotografie a mostrare come anche il linguaggio dell’arte contemporanea possa dialogare con altre opere artistiche dei secoli passati e con l’eredità delle scoperte galileane.

Galileo Galilei era un uomo del suo tempo e nel suo tempo viveva. Grazie al suo sapere riuscì a fare quelle scoperte rivoluzionarie che lo resero un “immortale” padre della scienza moderna con cui oggi viene ricordato, tuttavia quel riconoscimento che ad esempio Isaac Newton ebbe in vita Galileo lo ebbe solo da morto. In vita dovette affrontare le difficoltà del suo tempo, in primis l’avversione della Chiesa affatto propensa ad accettare il nuovo mondo che Galileo vedeva.

La Sala II dedicata agli anni della formazione  ci parla di “Galileo e la Medicina” e “Galileo e la musica” mostrando come i talenti e gli interessi di Galilei andassero ben oltre a quelle per l’osservazione del cielo. Il padre Vincenzo Galilei, musicologo gli trasmise infatti l’amore per la musica a tal punto che Galileo fu anche un apprezzato liutaio, lo stesso padre che aveva spinto il figlio allo studio della medicina, professione economicamente redditizia utile al sostentamento della sua numerosa famiglia. Galileo scelse lo studio della matematica ma quei calcoli matematici gli consentirono di indagare e di affrontare studi molto vari, dalla fisica, alla balistica oltre che quelli astronomici.

“La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto”.

Nella sua casa di Padova, vicino alla Basilica di Sant’Antonio, oltre a molti studenti aveva accolto anche Marcantonio Mazzoleni, un tecnico che su indicazione di Galileo, realizzava gli strumenti necessari, compassi, strumentazioni mediche (Galileo era anche appassionato di medicina) fino a quelle lenti che gli consentirono di perfezionare il cannocchiale, già inventato in Olanda e a fare propria questa invenzione.

Fu per questo suo approccio così pratico, concreto e per quella sua curiosità nel voler osservare i fenomeni in prima persona per studiarli, attraverso esperimenti ed osservazioni che Galileo può essere considerato il capostipite della scienza moderna.

Come detto Galileo fece scoperte rivoluzionarie ma la sua non era un’indole da rivoluzionario, era un uomo del suo tempo, anche devoto e, a differenza di Giordano Bruno, per aver salva la vita scelse il buon ritiro in Toscana abiurando le sue scoperte di fronte all’Inquisizione.

La Sala III, dedicata alle rappresentazioni della cosmologia pregalileiana, mostra bellissimi strumenti tecnici quali sfere armillari, astrolabi etc così  e capolavori dell’arte quali meraviglioso il dipinto di Rubens “L’origine della Via Lattea” giunto a Padova dal Museo del Prado di Madrid, così come l’ “Allegoria dei quattro elementi” di Abraham Govaerts (da una collezione privata di Biella), “L’Allegoria della Terra e dell’Acqua” e “L’Allegoria dell’Aria e del Fuoco” di Jan Bruegel il Giovane, di capolavori giunti dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, testimonianze della visione aristotelica e geocentrica dell’universo.

La Sala IV è dedicata al cielo di Galileo, è dominata da un cannocchiale di ben 8 metri di lunghezza realizzato da Giuseppe Campani puntato su una proiezione che mostra come la luna con le sue asperità, monti e crateri , documentata da Galileo con sei bellissimi acquerelli (Galileo anche artista!) si sovrapponga perfettamente alle immagini scattate dai satelliti della Nasa. I Disegni della luna di Galilei sono la prima raffigurazione realistica della luna della storia!

Con la Sala V dal titolo “Dall’Astrologia all’Astronomia” si evidenzia come Galileo sia uomo del suo tempo perché nonostante le sue scoperte predire il futuro tramite l’oroscopo sarà per lui una fonte di reddito. Significativi i due dipinti di Giovanni Francesco Barbieri, detto Guercino, il primo con il globo terrestre sulle spalle di Atlante, il secondo con Endimione (1647) che dorme con il cannocchiale in grembo. Era quello un periodo transitorio in cui il vecchio ed il nuovo convivevano e anche l’arte testimonia questa fase di passaggio.

Dopo Galileo l’osservazione dei cieli con il cannocchiale divenne quasi un’attività di moda tra i nobili che si facevano ritrarre impegnati in questa attività e questo è evidente nella Sala VI. Nella sala VII sono esposti gli strumenti per gli studi di fisica e di balistica mentre è di grande fascina la parete dedicate alle opere di fantasia ispirate alle suggestioni astronomiche con Jules Verne, un video che proietta il film muto di Melies “Voyage su lune” del 1902 ed il fumetto di “Le avventure di Tin Tin” di Hergè con l’episodio “Obiettivo Luna” e “Si va sulla luna”, ancora le illustruzioni dell’Orlando Furioso dell’Ariosto che Galileo ammirava molto, al contrario del Tasso, troppo manierista nello stile e quindi a suo dire incomprensibile. La mostra Rivoluzione Galileo quindi vuol far vedere anche esempi di come le forme espressive contemporanee quali il romanzo, il cinema, il fumetto siano ispirate dalla scienza e dal fascino dell’esplorazione, della ricerca, della scoperta che fanno proprio dell’essere umano.

Con la Sala VIII si passa alle osservazioni del sole e delle macchie solari che Galileo fece attraverso una camera ottica. Il tema del sole mutante di Galileo sarà motivo di ispirazione nell’arte italiana tra Ottocento e Novecento: bellissimo il dipinto “La Danza delle ore” di Gaetano Previati , Giacomo Balla, esponente di spicco del futurismo ed appassionato di astronomia mostra nella sua opera “Mercurio che passa davanti al Sole visto nel cannocchiale” una sua osservazione al telescopio.

Con la Sala IX arrivano i  problemi con la Chiesa. Le prime avvisaglie si eraano già avute la con la pubblicazione del Sidereus Nuncius quando non potendo confutare sul piano scientifico le scoperte di Galileo, la disputa si spostò sul piano teologico. Dal “Dialogo sui Massimi Sistemi”, emerge il suo talento letterario e dalla struttura dialogica, commedia teatrale, la sua passione per l’opera del grande drammaturgo padovano Ruzzante, Fu quest’opera, scritta in volgare ad “indisporre” l’Inquisizione che metterà all’indice il libro. Curioso il fatto che molti dipinti raffiguranti la successiva abiura di Galileo (Sala X) siano opera di artisti francesi commissionati da Napoleone che, in questo modo, cercava per ragioni propagandistiche di politica interna, di criticare l’oscurantismo della Chiesa.

Dopo l’abiura Galileo verrà esiliato sulle colline toscane e morirà cieco e senza che le sue scoperte vengano riconosciute. Solo successivamente nell’800 e la Sala XI, il Trionfo della Verità, lo testimonia Galileo diventa una sorta di eroe e di orgoglio della patria, riabilitato come capostipite della scienza moderna ed il suo ritratto viene raffigurato in monumenti, ritratti, medaglie commemorative. Assieme a Dante Alighieri Galileo diventa una delle icone del pantheon del positivismo, del libero pensiero, in  opposizione all’oscurantismo della Chiesa, comunicazione utile nell’ottica dell’Unità d’Italia autonoma dal potere del Papato.  Significative, tra le altre, anche le dediche da parte di letterati del calibro di Leopardi e Calvino che riconoscono il talento letterario di Galileo.

A chiudere la mostra Rivoluzione Galileo nella sala XII l’arte contemporanea di Michael Najjar con la sua proiezione “Spacewalk” passeggiata di un astronauta che riporta ai giorni nostri e alla continua spinta dell’uomo verso una sempre maggiore conoscenza dell’Universo.

Spacewallk di Najjar Rivolzuione Galileo
Spacewalk Michael Najjar

Incontri,conferenze, spettacoli collegati alla mostra Rivoluzione Galileo

La Mostra Rivoluzione Galileo nelle intenzioni della Fondazione Cariparo e dell’Università degli Studi vuol essere un grande evento culturale in cui la città si riconosca. Non si tratta infatti di una mostra qualsiasi di qualche big dell’arte, parliamo di colui che nel mondo è riconosciuto come il padre della scienza moderna le cui più importanti scoperte sono stata fatte qui a Padova mentre per la stessa Università insegnava.

Sono molti gli appuntamenti collaterali legati a Rivoluzione Galileo, dalla conferenze tenute dai docenti dell’Università oltre a Leopoldo Benacchio dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) in programma alle ore 18 presso la sala conferenze di Palazzo del Monte di Pietà. Sono inoltre previsti diversi laboratori domenicali per i più piccoli, concerti musicali, visto che Galileo era anche un esperto musicologo e spettacoli teatrali che vedranno tra i protagonisti Corrado Augias assieme al curatore della mostra Giovanni C.F Villa mentre Giancarlo Giannini leggerà Galileo.

Sono inoltre in programma le coinvolgenti “Orbite Galileiane”, performance teatrali lungo un itinerario dedicato ai luoghi galileiani di Padova proposte dai giovani attori dell’Associazione Zagreo.  Io ho partecipato e merita. Leggete il post in cui vi racconto l’esperienza e vi segnalo le prossime date dello spettacolo: https://www.blogdipadova.it/orbite-galileiane-performance-padova/

Visite suggerite alla Padova città della scienza

Grazie all’Università degli Studi e a personalità che a partire da Galileo Galilei qui hanno insegnato, studiato e operato, Padova può oggi dirsi città della scienza e sono vari i luoghi della scienza a Padova da visitare per chi vuole approfondire questo aspetto dell’identità padovana attraverso un tema universale qual è la scienza.

Alberto Botton

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