“Padova che nessuno conosce”, il 5° saggio di Silvia Gorgi su Padova

Padova che nessuno conosce libro Silvia Gorgi Newton Compton

Altro libro che la giornalista Silvia Gorgi dedica alla propria città, un ulteriore affascinante approfondimento sul nostro patrimonio culturale


Padova che nessuno conosceè il quinto saggio che la giornalista padovana Silvia Gorgi dedica alla nostra città pubblicato da Newton Compton editori. Ad ogni nuovo libro su Padova che Silvia riesce a scrivere mi sorprendo sempre di più, non certo perché metta in dubbio la sua professionalità e capacità di ricerca ma piuttosto per la vastità del patrimonio culturale di Padova, tutto da divulgare e raccontare.

Ho inserito questo volume nel post Libri Newton Compton su Padova. Guide insolite per scoprire la città, una collezione sempre più ricca di libri per il padovano appassionato della propria città ma anche per lo studente o chi si trasferisce qui e vuole imparare a conoscere la città, oltre ad essere una miniera a disposizione di guide turistiche ed operatori culturali che qui possono trovare ispirazione nella modalità di raccontare Padova oltre, ovviamente, a materiale ed informazioni a loro utili.

Se i precedenti volumi andavano a ricercare curiosità, storie poco note, misteri e leggende e segreti del passato, in “Padova che nessuno conosce” l’autrice ci porta al centro di quelle che oggi possiamo considerare le principali identità della città, la cultura e la scienza. Mi riferisco in particolare alla Padova fra il  XIII e XIV secolo, capitale culturale d’Europa che oggi celebriamo per gli affreschi del Trecento ma che fu anche importante centro di produzione letteraria nel medioevo. E mi riferisco poi anche a Padova come importante centro per la rivoluzione scientifica e medica a partire da Galileo Galilei, le cui scoperte hanno letteralmente stravolto il mondo conosciuto.

I temi trattati in “Padova che nessuno conosce”

Come per tutti i precedenti libri di Silvia Gorgi anche questo saggio è decisamente una lettera piacevole e coinvolgente che si sviluppa in due parti con un “intermezzo”.

veduta di Giusto de Menabuoi della Padova del Trecento
La veduta duecentesca di Padova di Giusto de Menabuoi nella cappella Belludi della Basilica del Santo. Sant’Antonio appare a Luca Belludi predicendogli la liberazione di Padova dal tiranno Ezzelino da Romano


La prima parte dal titolo “Padova al centro della produzione letteraria fra il XIII ed il XIV secolo” ci porta nel medioevo ai tempi del sanguinario tiranno Ezzelino III Da Romano per scoprire che, anche la cattiva fama di questo condottiero è da attribuirsi per lo più ad importanti opere letterarie. Al tempo, infatti, non è che gli altri condottieri o guerrieri, fossero dei docili agnellini…
Leggendo il libro mi è risultato sorprendente come un’opera letteraria scritta da un padovano è considerata uno dei capolavori del Medioevo letterario: si tratta della Cronica (1262) di Rolandino, il più completo “affresco” del Veneto del Duecento in cui si racconta la difesa del Comune di Padova attaccato dall’invasore Ezzelino III. Nel 1315 esce poi l'”Ecerinis” di Albertino Mussato, notaio incoronato “poeta” grazie a questa tragedia in latino in cui Ezzelino viene dipinto come figlio del demonio. Pare che Dante Alighieri, dopo aver letto quest’opera che raggiunse un notevole successo e mentre si trovava a Verona, si convinse ad inserire Cunizza, la sorella di Ezzelino, nel suo Paradiso della Divina Commedia, per risollevare un po’ l’immagine della famiglia Da Romano che, dall’opera del padovano Mussato, ne usciva proprio male.

visitare Padova città dell'affresco

Molto interessante e curioso è l’intermezzo dal titolo “Padova al centro di un nuovo modo di divertirsi fra arte e spettacolo, danza e musica fra il XIV e il XVI secolo“. Qui scoprirete come nel Trecento, sotto la corte della Signoria dei Carraresi, si sviluppa a Padova, come mai prima, l’arte ed il mecenatismo. Verso la fine di quello che fu un secolo d’oro per Padova, quello che determinò la Padova città dell’affresco, la Padova Urbs Picta candidata a città patrimonio dell’umanità Unesco, Cennino Cennini, alla corte dei Da Carrara compone “Il libro dell’arte”. Si tratta di un saggio che può considerarsi il primo trattato sulla pittura in cui l’arte viene espressa con un concetto che anticipa il Rinascimento. Altro fatto curioso che testimonia la centralità di Padova dell’epoca è la diffusione nelle corti europee della “Danza pavana“, un ballo di corte inventato nella nostra città.

Musme -Museo della storia della medicina di Padova
MuSMe- Museo della Storia della Medicina di Padova

La seconda parte dal titolo “Padova al centro della rivoluzione scientifica e medica dal XVI secolo…ad oggi” testimonia come, dall’eredità di Galileo Galilei, la città patavina e la sua università riuscirono nel corso dei secoli, fino ad oggi, a fare della scienza, e della medicina in particolare, una vera vocazione. Non è infatti per nulla esagerato parlare di Padova città della scienza.
In questa parte di “Padova che nessuno conosce” si parlerà in modo approfondito del teatro anatomico e della scuola patavina degli anatomisti ed anatomo patologi e del fascino oscuro, preso a prestito anche dal mondo della letteratura gotica ed horror, della dissezione dei cadaveri.
Da Vesalio a Fabrici d’Acquapendente, agli studi sulla sifilide ed i suoi rimedi, con la prima descrizione del profilattico da parte di Gabriele Falloppio fino all’anatomia patologica di Giovanni Battista Morgagni si raccontano i protagonisti ed i punti fondamentali del percorso della storia della medicina a Padova. Scienziati e docenti di fama nazionale ed internazionale, i cui nomi e studi si ritrovano al Musme Padova, Museo della storia della medicina.

Per ulteriore dettagli vi suggerisco il link per visionare la presentazione del libro direttamente sul sito della casa editrice: https://www.newtoncompton.com/libro/padova-che-nessuno-conosce

L’autrice: la giornalista ed operatrice culturale Silvia Gorgi

Silvia Gorgi
Silvia Gorgi (foto Caterina Santinello)

Silvia Gorgi, padovana Doc, è scrittrice e giornalista ma anche operatrice culturale. Scrive per i quotidiani del gruppo GEDI (L’Espresso) di cinema, arte, cultura e nuove tendende e per il Sugarpulp magazine online dell’omonima associazione culturale, per il quale segue come inviata festival cinematografici internazionali (Venezia, Cannes, Berlino, Transilvania).

Dopo una laurea in scienze politiche all’Università di Padova con specializzazione in giornalismo ha iniziato a lavorare come responsabile di uffici stampa per associazioni, registi, attori, produzioni cinematografiche. E’ speaker radiofonica e fondatrice di Nordest Boulevard, prima programma radiofonico ed oggi società di pre-produzione cinematografica.

Ha curato inoltre diverse mostre di artisti tra Padova e Berlino, entrambe città in cui risiede dal 2010. Non solo. Silvia Gorgi è anche collaboratrice e responsabile dei contenuti di diversi festival culturali.

Alberto Botton

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