Parco Treves, tutto il fascino del giardino all’inglese di Padova!

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Il post che vi apprestate a leggere è dedicato al Parco Treves de’ Bonfili, un giardino all’inglese che rappresenta una delle tante “chicche” da non perdere per chi desidera visitare Padova e che inserisco nella categoria dedicata ai parchi di Padova.
Si entra da via Bartolomeo D’Alviano, di fianco alla Porta di Pontecorvo.

Il parco Treves di Padova, inserito in un’ampia fascia di verde lungo il sistema fortificato cinquecentesco della città (guarda sulla mappa), è il primo parco ad essere stato progettato per Padova e fu ideato da Giuseppe Jappelli tra il 1829 e il 1845, dietro committenza dei baroni Treves de’ Bonfili. Può incuriosire il fatto che Giorgio Treves de’ Bonfili fu co-fondatore, primo presidente, primo allenatore nonché attaccante del Calcio Padova.

Lo Jappelli, infatti, autore, tra gli altri edifici, del Caffè Pedrocchi e dell’annesso Pedrocchino, opere che maggiormente lo indentificano con la città di Padova, fu anche un attento progettista di giardini, abile nell’accostare, con il tipico gusto eclettico dell’epoca, costruzioni neoclassiche, ruderi medioevali, pagode cinesi ed altre fantasiose invenzioni architettoniche. Una volta che ci si addentra nel parco Treves si possono apprezzare tutte le caratteristiche del giardino romantico all’inglese, la principale delle quali è “l’irregolarità”, intesa come l’intrecciarsi apparentemente casuale, ma in verità studiato al dettaglio, di viali e sentieri, il susseguirsi di salite e discese, il profilarsi improvviso di vedute inaspettate.

La ricca e varia vegetazione del Parco Treves, giardino all’inglese è impreziosita, come detto, da costruzioni fantasiose che, oltre a rispondere alla moda dei giardini dell’epoca, avevano anche un significato legato alla simbologia massonica. Nei giardini Treves, Jappelli realizzò un’edicola con cariatidi, una Tribunetta in pietra di Nanto, e anche la Ghiacciaia, una particolare costruzione posta sotto il tempietto corinzio dotata di un cunicolo che collega il parco alle cantine dell’ex palazzo Treves, ora non più esistente. Suggestivo il percorso che inizia con la vista di una ricostruzione delle rovine di un castello quasi a richiamare un’immagine romantica di un qualche maniero d’oltremanica e l’attraversamento su un ponticello del canale Alicorno (le cui acque alimentano la canaletta di Prato della Valle) così come delizioso l’attracco delle barche: acqua corrente e verde che rendono il luogo davvero ameno.

La storia recente del Parco Treves. Dai danni della II Guerra Mondiale e dal degrado alla bellezza ritrovata

Durante il XX secolo il parco Treves subì gravi alterazioni. Fu danneggiato nel 1942 durante la guerra ed in seguito ai bombardamenti fu distrutta la pagoda cinese, una struttura di pietra e legno, dai colori vivaci , costruita sopra ad una grotta detta dell’Alchimista. Insomma si trattava di un piccolo gioiello, una sorta di piccolo Parc Guell, per chi è stato a Barcellona…

Negli anni seguenti fu utilizzato come discarica dal vicino ospedale. I restauri effettuati tra 1996 e il 2002 dal Comune, che lo acquistò nel 1958, mirano a restituire le condizioni originarie e i lavori fin qui svolti, hanno portato ad un risultato davvero mirabile, restauro effettuato dell’ arch. Paola Bussadori, coadiuvata dall’ing. Giuseppe Ghirlanda.  Con il restauro si sono voluti individuare gli antichi camminamenti, i manufatti e reperti ornamentali, nonché dopo uno studio storico accurato, con l’ausilio d’importanti testi manualistici botanici ottocenteschi, ripristinare l’originario assetto arboreo e arbustivo. Sono stati inseriti alberi come la Sterculia firmiana, molto diffusa nei giardini padovani del XIX sec., create collezioni di rose antiche, messe a dimora molte varietà d’ortensie, peonie, rododendri, azalee, narcisi, ma anche piantati arbusti da fiore e profumati.

Il Parco Treves era di pertinenza a Palazzo Treves, palazzo nobiliare magnificamente affrescato,  nonostante la ribellione dei padovani, fu demolito per dare spazio all’ampliamento delle strutture ospedaliere, quello stesso ospedale, che a detta di una signora presente alla visita, deturpa il paesaggio…In effetti l’ospedale fu costruito sopra ai bastioni della cinta muraria, in spregio al piano regolatore di Piccinato…Erano gli anni in cui si tombinavano le riviere e non ci si creava troppi scrupoli nell’abbattere edifici, palazzi dall’alto valore architettonico, culturale ma soprattutto identitario della città (un altro è l’albergo Storione, gioiello liberty) in nome del progresso, del cemento e della nuova Padova che si stava avviando al boom economico. Ebbene la facciata di quel palazzo, dopo le rimostranze dei padovani, fu ricostruita a memoria di quello appena abbattuto, ma solo la facciata visto che i saloni interni con gli affreschi andarono perduti per sempre. Si tratta della sede dell’Ufficio di Igiene che dà su via Ospedale Civile.

A fine visita potete entrare nel “bunker”, così lo chiamano i giardinieri del parco, spazio di accoglienza del parco, ricavato sotto al prato che vedete all’ingresso, all’interno del quale è esposta una galleria di fotografie, vecchie stampe, dedicate al Parco Treves ed alla sua storia.

Informazioni

Il Parco Treves è aperto tutti i giorni tranne il lunedì.
Gennaio, febbraio, novembre, dicembre – apertura dalle 14 alle 16.
Marzo, aprile, ottobre – apertura dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16.
Maggio, giugno, luglio, agosto, settembre – apertura dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18

E’ possibile prenotare una visita guidata a pagamento della durata di un’ora, anche in inglese,contattando telefonicamente l’associazione Artopolis o inviando una email ([email protected]).

Alberto Botton


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