Museo San Salvaro delle Antiche Vie. All’ex monastero tutta la cultura e l’accoglienza della Bassa Padovana !

Museo San Salvaro delle Antiche Vie

Qualche giorno fa ho fatto un giretto nella #BassaPadovana invitato a visitare un luogo di cui avevo comunque sentito parlare in occasione del Festival delle Basse vale a dire il Museo San Salvaro ospitato nell’ex antico monastero di San Salvaro denominato Museo delle Antiche Vie che si propone come presidio di identità territoriale.

campagna Bassa Padovana Montagnana
Un’immagine della bellissima campagna nei pressi di Montagnana

Per le persone interessate a visitare Padova e la sua provincia, la Bassa Padovana corrisponde a quella vasta area compresa tra il versante meridionale dei Colli Euganei ed il corso dell’Adige, e dal confine con la provincia di Verona fino ad Anguillara e alla laguna di Venezia. Un territorio molto vasto, nel medioevo noto come Sculdascia, reso particolarmente interessante dal connubio tra vita contadina e storia medievale. Qui la vocazione agricola ha consentito la tutela di un paesaggio di campagna ancora integro (ad esclusione delle aree a ridosso della statale che collega Monselice ad Este lungo la quale si concentrano molte attività commerciali ed il traffico stradale scorre lento).

In questo territorio sono molte le produzioni agroalimentari di grandissima qualità (pensiamo al prosciutto veneto berico-euganeo , un tempo noto come prosciutto di Montagnana, i vini del consorzio Vini Merlara Doc, caseifici, salumifici e molto altro) inserite in un ambiente naturale di pregio.

bassa padovana in bicicletta anello città murate
Bellissimi tracciati da percorrere in bicicletta lungo fiumi e corsi d’acqua

L’ambiente naturale ed il paesaggio integro, impreziosito dalle molte evidenze storiche ed artistiche e dai sapori del territorio ben si presta ad essere attraversato e scoperto in modo “slow”, tramite escursioni a piedi o in bicicletta lungo i numerosi corsi d’acqua, molti dei quali scavati artificialmente per bonificare e trasformare e un territorio anticamente paludoso nella campagna fertile che conosciamo oggi.

Le Città murate quali Monselice, Este e soprattutto Montagnana, i castelli di Este, Monselice, le molte ville venete, i luoghi della fede impattano sulla campagna in cui sono inserite e la scuotono quasi a volerle ricordare il valore culturale di questi luoghi e la vita che nel corso dei secoli qui scorreva in modo vivace. Non mancavano luoghi di interesse “minore” ma ugualmente preziosi perché arrivano ai giorni nostri come antiche testimonianze culturali ed identitarie del territorio risalenti a secoli fa. Nel comune di Urbana, con poco più di 2000 abitanti, il meno popolato di tutta la provincia di Padova, a poco più di 5 km da Montagnana sorge il Museo San Salvaro ospitato in quel che era un antico monastero.

L’antico Monastero di San Salvaro

Monastero San Salvaro Urbana
L’ex Monastero San Salvaro sorge ad Urbana lungo il fiume Fratta

Da antichi documenti risulta che l’ex monastero di San Salvaro, esiste almeno dal XII secolo quando fu concesso all’Abbazia di Santa Maria delle Carceri che, guidata dai monaci agostiniani provenienti da Porto di Ravenna, si stava sviluppando. Altri documenti testimoniano che la Chiesa di San Salvaro adiacente, menzionata in un atto notarile, esisteva almeno dal 1084. Sorge nel territorio del comune di Urbana nella zona a sud-ovest della provincia di Padova vicini alla provincia di Verona, lungo il corso del fiume Fratta, all’altezza di un vecchio ponte di pietra. Il nome deriva dal “Santo Salvatore” e cioè Gesù, raffigurato come Cristo Pantocratore in un bell’affresco all’interno della Chiesa.

Museo San Salvaro delle Antiche Vie
Il plastico dell’antico monastero di San Salvaro

Fu nel 1407 che, per volere di Papa Gregorio XII, i monaci agostiniani lasciarono il monastero per lasciare il posto ai monaci camaldolesi di San Michele di Murano, provenienti quindi dalla laguna di Venezia e non dall’area principale di diffusione dei camaldolesi in provincia di Arezzo.
Al monastero i monaci vivevano secondo la regola benedettina dell’Ora et labora ed accoglievano viandanti e pellegrini. Ci troviamo infatti lungo una via denominata Calmana (da Callis Magna) che per tutto il medioevo collegava la Bassa Padovana ed i paesi di Vighizzolo, Carceri, Ponso, Megliadino Altauro con l’abitato di Marega e la Bassa Veronese poi. La zona era considerata un crocevia di persone, di pastori, di commercianti oltre che di pellegrini impegnati in cammini secondari rispetto a quelli più famosi anche se poi da questa via ci si poteva collegare alla via Francigena e anche al Cammino di Santiago di Compostela.

Il monastero fu soppresso nel 1690 ed acquisito dalla famiglia nobile dei Carminati che negli anni la utilizzò come azienda agricola prima di essere via via abbandonata.

Al Museo delle Antiche Vie tutta la cultura e l’accoglienza della Bassa Padovana

museo san salvaro urbana bassa padovana
Foto ricordo in occasione di una vecchia festa del maiale

Presso i locali restaurati dell’ex monastero trova spazio il Museo San Salvaro delle Antiche vie gestito dall’associazione culturale Historia Tourism. La prima sala del museo consiste in una sezione dedicata alla cartografia e ad alcuni documenti storici in particolare una riproduzione della preziosa ed antica mappa risalente alla seconda metà del ‘500 che segnalava per l’appunto i corsi d’acqua e le strade utilizzate appunto per i vari spostamenti. Anche nel Medioevo si viaggiava molto ed il nome scelto per questo museo “Antiche vie” vuole testimoniare proprio questo.

Al Museo San Salvaro è visitabile inoltre una sala fornitissima di reperti e dedicata alla storia della civiltà contadina con moltissimi oggetti e strumenti degli antichi mestieri del secolo scorso, dalle cariole dello “scariolante” impegnato nella scavare le vie d’acqua, al “calegaro” o calzolaio con gli strumenti per chiodare le sgalmare, ad atrezzi utilizzati per il lavoro sui campi fino anche ai giochi di strada di un tempo che, scatenano i ricordi di infanzia dei visitatori “senior” o anche dei più giovani che rivivono grazie a questi oggetti i racconti di nonni e bisnonni.

Queste due anime del museo, una medievale ed un’altra contadina, rispecchiano perfettamente l’identità del territorio.

La locandina-ricordo del passaggio dei “Pellegrini-Giullari”

L’ospitalità dei monaci camaldolesi del Mediovo prosegue oggi grazie al Centro Vacanze – Ostello San Salvaro incorporato negli spazi dell’ex monastero. Dotato di 24 posti letto è adatto ad ospitare gruppi e singoli desiderosi di scoprire questo territorio. Da qui infatti è possibile partire per piacevoli escursioni in bicicletta lungo corsi di fiumi e canali, seguendo la ciclovia delle Città murate della Bassa Padovana o collegandosi all’anello ciclabile dei Colli Euganei, passeggiare lungo un tratto della Romea Strata, l’antico percorso dei pellegrini diretti a Roma. Se amate camminare, il turismo dei cammini si sta diffondendo sempre più, e se avete un po’ di tempo a disposizione potreste decidere di seguire le gesta de “La compagnia dei Pellegrini-Giullari”, gruppo di persone che nel 2000, in occasione del Giubileo, partendo da Venezia con carro e cavalli al seguito giunse fino a Santiago di Compostela fruttando l’ospitalità dei monasteri e chiedendo alle popolazioni incontrate cibo in cambio di spettacoli di giullari, mangiafuoco e saltimbanchi!

All’ostello è inoltre possibile noleggiare delle biciclette per le escursioni e nelle vicinanze è a disposizione anche un’area attrezzata per i camper!

Per info sull’Ostello San Salvaro: http://www.ostellosansalvaro.it/

Chi giunge al Museo San Salvaro può inoltre sedersi nella “Vecchia Osteria” una bella sala con caminetto arredata come le vecchie osterie di campagna di un tempo dove i viandanti venivano accolti e si potevano ristorare con un piatto caldo e sostanzioso. Qui i visitatori del museo potranno degustare i prodotti della Bottega dei Sapori, un progetto pensato per arricchire la visita e la conoscenza del territorio con i prodotti tipici selezionati tra le aziende più apprezzate per la qualità e la genuinità dei prodotti, dal miele, alle conserve, ai formaggi, i salumi tra cui ovviamente il prosciutto veneto Berico Euganeo (un tempo denominato prosciutto di Montagnana) ed ovviamente il vino visto che in questa zona della provincia si producono i Vini Doc di Merlara.

Particolarmente ricca è l’attività didattica  e la proposta di laboratori destinata ai bambini e ragazzi delle scuole. Per le scolaresche la visita al Museo può essere ampliata a visite sul territorio grazie ad itinerari storico-artistici e culturali “Oltre il museo” che includono le principali attrazioni quali la città murata di Montagnana, il castello di Bevilacqua, il castello di Este ma anche la possibile di andare a visitare latterie, caseifici, aziende agricole e fattorie didattiche , tutte realtà del mondo produttivo che ben rappresentano l’identità di questi luoghi.

Il Museo San Salvaro un luogo da vivere grazie agli eventi!

Come da titolo il Museo San Salvato delle Antiche vie non è solo un museo da visitare una volta per vedere i reperti e conoscere la storia della Bassa Padovana ma un luogo dove si organizzano laboratori per bambini, spettacoli, mostre, occasioni di formazione e di apprendimento continuo, degustazioni ed eventi in ambito enogastronomico. Per restare aggiornati sulle iniziative vi consiglio quindi di seguire la pagina facebook del Monastero San Salvaro.

Per tutte le informazioni su museo, ostello, gli approfondimenti storico-culturali vi rimando al sito ufficiale impreziosito anche da una ricca sezione di video, uno dei quali inserisco a fondo pagina.

Pagina facebook: https://www.facebook.com/museomonasterosansalvaro

Alberto Botton

2 commenti

  1. Non è una questione di età, secondo me e non è necessario dare colpe. Certo, interessarsi in primis al proprio territorio non farebbe male. Queste piccole e belle realtà fanno il massimo per farsi conoscere ma come succede in genere si trova ascolto laddove c’è la disponiibilità ad ascoltare.

  2. Mi piacerebbe sapere quanti giovani padovani conoscono queste magnifiche realtà.
    A chi dare la colpa?…..?.

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