L’omaggio di Shakespeare a Padova

Shakespeare a Padova

Se il grande drammaturgo inglese ha legato indissolubilmente il suo nome alla città di Verona grazie ad una, se non la più famosa, delle sue opere, “Romeo e Giuletta”, possiamo parlare anche di Shakespeare a Padova poiché qui ha ambientato un’altra delle sue commedie vale a dire “La bisbetica domata” (The taming of the Shrew), opera importante per il teatro a Padova vista la celebrità del suo autore. Senza dimenticare il “nostro” Ruzzante (leggi qui il post), grande commediografo padovano, antecedente a Shakespeare, e considerato un “maestro” dal premio Nobel Dario Fo.

La Bisbetica domata - Zeffirelli Shakespeare a PadovaSi tratta di una commedia divisa in 5 atti scritti sia in versi che in prosa. Particolarmente incerta è la sua data di composizione, generalmente è ritenuta antecedente al 1594, ma non è escluso che sia successiva a quella data. La vicenda narra di Petruccio, avventuriero veronese, che sposa e soggioga l’intrattabile Caterina di Padova, attirato soprattutto dalla sua dote. A teatro l’attenzione è concentrata soprattutto sulla parola e l’atmosfera è meno coinvolgente, ma più riflessiva. La bisbetica domata è tra le più rappresentate e celebri commedie shakespeariane. La versione che Franco Zeffirelli ne fece nel 1966 è tra le più rinomate e celebri; servendosi di una delle più famose coppie cinematografiche quali Richard Burton ed Elisabeth Taylor.

Insomma Padova ha la sua opera shakespeariana e non è che la cosa sia molto conosciuta. D’altra parte la “visione del mondo” e cioè quella per cui il ruolo delle donne sia di restare fedeli e sottomesse ai mariti come fossero dei principi oggi è poco spendibile in operazioni di marketing territoriale/turistico nonostante la grande forza e personalità della protagonista “Caterina”.

Shakespeare a PadovaTuttavia, Shakespeare all’inizio dell’opera rende a Padova un bell’omaggio di cui i padovani possono andar fieri. Come è possibile leggere dalla targa posta in Piazza Capitaniato, angolo via dell’Accademia, a poche decine di metri dallo storico Teatro Verdi di Padova e dal luogo dove è posizionata la statua del Ruzzante, il grande drammaturgo padovano, a cui Dario Fo si ispirò molto, il drammaturgo inglese scrisse nel prologo del I atto:

“Per il grande desiderio che avevo di vedere | la bella Padova, culla delle arti sono arrivato… | ed a Padova sono venuto, come chi lascia | uno stagno per tuffarsi nel mare, ed | a sazietà cerca di placare la sua sete.”

“For the great desire I had to see | fair Padua, nursery of arts, I am arrived… | and am to Padua come, as he that leaves | a shallow plash to plunge in the deep, and | with satiety seeks to quench his thirst. (Atto 1, Scena 1)”

Presso la Biblioteca Universitaria di Padova è inoltre custodito un prezioso volume e cioè la prima raccolta delle opere di Shakespeare “Comedies, histories, & tragedies”, pubblicata a Londra in formato in folio da Edward Blount e Isaac Jaggard nel 1623, sette anni dopo la morte del drammaturgo, a cura di due attori della sua compagnia, John Heminges e Henry Condell. Il “First Folio” di Shakespeare fu stampato in 750 copie : l’esemplare di Padova è l’unico presente in Italia ed uno dei sei in Europa. Approfondisci qui.

“Padova, culla delle arti” è diventato anche il claim dell’assessorato alla cultura. Una scelta indubbiamente azzeccata e rappresentativa dell’identità di Padova come città d’arte, grazie all’omaggio di William Shakespeare a Padova!

Alberto Botton

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