Specola Padova. Osservatorio astronomico e museo sull’antica torre del castello!

Specola Padova

Tra le icone e i monumenti maggiormente rappresen‎tativi c’è senz’altro la torre dell’Osservatorio Astronomico, la Specola di Padova, un vero e proprio landmark della Città del Santo.


All’intersecarsi di due rami del canale interno, un tempo alla confluenza del corso principale del fiume Bacchiglione con il canale interno di Santa Chiara si erge la Torre della Specola Padova sulla cui storia hanno molti dubbi anche i padovani stessi.

Quella che oggi chiamiamo infatti Specola, nome generico che veniva attribuito agli Oss‍‌ervatori Astronomici, ha una storia molto più antica e soprattutto devo sfatare la leggenda metropolitana secondo la quale Galileo Galilei avrebbe effettuato le proprie osservazioni al volto celeste da quassù. Un luogo molto interessante per chi vuole visitare Padova, conoscerne la sua storia così come un istruttivo viaggio nella storia dell’astronomia, facendo anche una passeggiata lungo i canali della città.

La Torlonga, torre maggiore del Castello di Ezzelino III da Romano e del Castello Carrarese

La Specola di Padova ha un origine molto antica che risale almeno al X secolo quando qui sorgeva una torre di avvistamento che divenne la maggiore delle due torri del castello che, nel 1242, il tiranno Ezzelino III da Romano fece costruire. La Torlonga, così era chiamata, era proprio quella torre che nel corso dei secoli e dopo vari interventi ci riporta alla Specola di oggi. Questa torre, secondo le cronache del tempo, veniva utilizzata dal tiranno per torturare e rinchiudere i prigionieri. Secondo la leggenda un foro posto sul pavimento a un’altezza considerevole ricorda i tempi in cui non c’era molto garantismo e pietà visto che da quel foro venivano lasciati precipitare i condannati e lasciati morire nelle segrete sottostanti denominate “Zilie” dal nome del suo progettista, il milanese Zilio. Pare che lo stesso Zilio finì i suoi giorni in queste orribili prigioni.

La Signoria dei “Da Carrara” costruì sui resti del vecchio un nuovo castello difensivo, un edificio splendidamente decorato all’interno con affreschi e anche all’esterno. I Carraresi, i Signori del Trecento padovano, resero possibile con il loro governo ed il loro mecenatismo l’età d’oro della nostra città, quando Padova veniva considerata una delle capitali europee della cultura grazie ai moltissimi artisti e letterati chiamati a corte. All’interno della Basilica di Sant’Antonio, nella cappella dedicata al Beato Luca Belludi si può ammirare la splendida veduta di Giusto de Menabuoi con il Castello Carrarese di Padova e le sue torri completamente decorate con un motivo a scacchi bianchi e rossi, i colori della città.

Con la caduta della Signoria Carrarese il castello fu spogliato dai nuovi governanti veneziani della Serenissima dei simboli che ricordavano i predecessori, gli affreschi e le decorazioni in parte cancellate, in parte coperte e, in seguito alla costruzione delle mura Cinquencentesche perse il proprio ruolo difensivo e fu via via abbandonato ed utilizzato come deposito di granaglie, paglia e la Specola come deposito di armi e munizioni e quindi inaccessibile, e cadde in rovina, a tal punto che nel Settecento veniva chiamato Castel Vecchio.

Osservatorio Astronomico Padova. Da Torlonga a Specola

Galileo Galilei quindi non poteva compiere le proprie osservazioni dalla Torlonga, ne lo faceva da Porta Molino (altro falso storico) ma scrutava il cielo con il suo cannocchiale dal giardino di casa in cui era ospite nell’odierna via Galileo Galilei, confinante con la Loggia ed Odeo Cornaro. Leggi qui il post “Galileo Galilei, icona di Padova città della scienza“.

Fu nel 1761 che il Senato Veneziano decretò a vantaggio dell’Università degli Studi l’istituzione dell’ Osservatorio Astronomico Padova, che divenne la Specola di Padova, per l’appunto, dal latino “specula”, osservatorio. A scegliere di utilizzare la torre del vecchio castello fu l’abate Giuseppe Toaldo, professore di Astronomia, coadiuvato nell’impresa dall’architetto vicentino Domenico Cerato che aggiunse sulla sommità della torre, un’apposita sala per le osservazioni. I lavori furono ultimati nel 1777 ed una lapide al pian terreno ricorda il cambio di destinazione d’uso, da terribile luogo di prigionia e di morte a luogo deputata alla ricerca scientifica ed astronomica. Tra il 1772 e il 1773 la sala ottagonale in cima alla torre fu affrescata dal pittore vicentino Giacomo Ciesa con soggetti ideati da Toaldo omaggiando anche i più grandi studiosi di astronomia, per questo motivo è nota come “Sala delle figure”. Da qui è possibile uscire sulla terrazza dalla quale si può ammirare una splendida vista a 360° su Padova.

La complessa strumentazione per le osservazioni fu acquisita via via negli anni successivi e a fine Settecento la Specola di Padova era dotata di quadranti, cannocchiali rifrattori, orologi a pendolo, e altri strumenti per la misura delle coordinate celesti come lo strumento dei passaggi e la macchina parallattica.

All’aumentare dell’inquinamento luminoso in città si rese necessario lo spostamento nella succursale dell’Osservatorio Astrofisico di Asiago già dal 1942 e alla Specola di Padova rimase comunque la sede della facoltà di Astronomia fino a tempi recenti ed oggi è patrimonio dell’Inaf, Istituto Nazionale di Astro Fisica, centro di ricerca d’avanguardia tra i più rilevanti d’Italia e d’Europa.

associazione La Torlonga Padova

La Specola di Padova oggi ospita il Museo dell’Osservatorio Astronomico Padova, impegnato anche nella tutela e conservazione degli importanti strumenti utilizzati, grazie al quale si possono ripercorrere 250 anni di storia di astronomia. Grazie alle guide dell’associazione la Torlonga è possibile partecipare a visite guidate ed esplorare la torre scoprendone il fascino e le suggestioni da un punto di vista storico oltre che scientifico.

Per informazioni ed orari per visitare il Museo della Specola Padova: http://www.beniculturali.inaf.it/musei/padova#informazioni-e-orari

A chi volesse approfondire la storia del Castello di Padova segnalo questa pagina dal sito del Comitato Mura: http://www.muradipadova.it/lic/il-castello-di-padova.html

Alberto Botton


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