La Torre dell’Orologio Padova e l’antico orologio astronomico

Torre dell'Orologio Padova
La torre dell'Orologio

Passeggiando per il centro storico e le piazze non può restare inosservata, la Torre dell’Orologio Padova con il suo antico orologio astronomico è senz’altro uno dei “landmark” o luoghi più rappresentativi della città, uno dei monumenti che suggerisco di ammirare e tra le cose da vedere a Padova.

L’orologio di Piazza dei Signori di Padova sembra quasi un grande occhio color turchese che spicca dal color bianco della torre che separa il Palazzo del Capitanio dal Palazzo dei Camerlenghi. L’aspetto attuale così scenografico da sembrare una quinta teatrale risale ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia che conquistò Padova nel 1405 e nasce dall’esigenza di dare un’impronta di venezianità alla città e di cancellare i segni della Signoria dei Carraresi che nel Trecento fecero di Padova una delle capitali europee della cultura. La torre dell’Orologio di Padova , così come gli edifici che la affiancano è di origine medievale e costituivano il lato occidentale della Reggia dei Carraresi ed il suo accesso secondario, quello utilizzato dalle milizie: l’attuale Piazza Capitaniato era la piazza d’armi. All’epoca dei Carraresi la torre era più bassa, dotata di merli, e e faceva parte della cittadella fortificata in cui risiedeva la corte dei Da Carrara. Di quella che era la Reggia dei Carraresi rimane ben poco, molto è stato distrutto o trasformato ma questo è tema per un altro post, nel frattempo leggete qui dal sito del Comitato Mura.

E l’Orologio? L’orologio della Padova Carrarese non era qui su questa torre! Nella Padova del Trecento, l’orologio era posizionato sulla torre principale della Reggia dei Carraresi, torre che guardava verso sud, verso Piazza Duomo in un’ideale incontro tra il potere temporale della Signoria e quello spirituale del Vescovado. La porta principale di accesso alla Reggia era posizionata dove oggi sorge l’Arco Vallaresso, l’arco di trionfo in onore del magistrato veneziano Alvise Vallaresso che ebbe un ruolo fondamentale nello sconfiggere la peste nera. La torre principale dove sorgeva l’orologio e la porta furono distrutte nel 1390 da un incendio scoppiato durante una battaglia tra il principe  Francesco Novello da Carrara ed i Visconti che avevano occupato la città.

La prima torre orologio di Padova, con il suo bellissimo orologio astronomico, realizzato sullo straordinario progetto di Jacopo Dondi, medico, astronomo ed orologiaio, era stato realizzato nel 1344 e dava grande prestigio alla Signoria Carrarese e a Padova era quindi rivolto verso Piazza Duomo.

La Torre dell’Orologio di Piazza dei Signori di Padova

Torre dell'Orologio Padova

Con la conquista veneziana di Padova nel 1405 i nuovi governanti vollero cancellare i segni ed il ricordo della Signoria Carrarese condannandola alla “damnatio memoriae”, sostanzialmente all’oblio. Furono coperti gli affreschi al Castello trasformato in deposito, cancellati i “cimieri” sugli affreschi del Battistero del Duomo sostituiti dai leoni di San Marco.

Fu accettata la richiesta dei padovani di ricostruire il prezioso orologio ma questa volta doveva essere rivolto verso occidente, verso Venezia e quindi si intervenne su quella che era l’ala secondaria della Reggia, lavori promossi dal Capitano Bartolomeo Morosini a partire dal 1426 in occasione dei quali fu sopraelevata la torre ed alloggiato il nuovo orologio.
L’Arco di Trionfo fu realizzato in seguito, “solo” nel 1531 da Giovanni Maria Falconetto con l’obiettivo di rendere monumentale la Piazza, che veniva utilizzata per cerimonie civiche e per i tornei. L’opera cita gli archi di trionfo romani e preannuncia il classicismo palladiano. E’ ben visibile l’iscrizione a memoria del Senato veneto e del Doge Andrea Gritti con le due “vittorie” alate e, più in alto, due statue di soldati armati all’antica e, al centro, ovviamente il Leone di San Marco.

L’orologio da torre più antico del mondo o tra i più belli?

Torre dell'Orologio Padova
L’orologio-astrario

L’orologio di Piazza dei Signori di Padova fu inaugurato in occasione della festa di Sant’Antonio del 1437. Leggendo in internet ed ascoltando invece guide locali ho trovato informazioni discordanti su quale fosse l’orologio da torre più antico del mondo ancora funzionante. Quando si tratta di primati, ognuno cerca di far “vincere” quello della propria città ed io, un po’ come per il Prato della Valle rispetto al quale preferisco “tagliare la testa al toro” dicendo che si tratta di una tra le più grandi piazze d’Europa, allo stesso modo per l’orologio di Padova dico che comunque è tra i più antichi orologio da torre al mondo. Di sicuro il più antico al mondo è il progetto originario di Jacopo Dondi e del figlio Giovanni realizzato nel 1344 sulla Torre principale della Signoria dei Carraresi. La famiglia Dondi, grazie alla loro maestria nel realizzare questi complicati meccanismi, venne chiamata dell’Orologio.

Forse non sarà il più antico e ce ne sono molti altri di belli, penso allo splendido orologio di Praga ma la Torre dell’Orologio Padova ed il suo orologio-astrario restano comunque bellissimi e non dite che sono di parte perché è indubbiamente così!

L’orologio attuale fu realizzato ed assemblato da artigiani vicentini della famiglia “Delle Caldiere” sul progetto originale di Jacopo Dondi dell’Orologio del 1344. Siamo in un’epoca in cui la scienza moderna doveva ancora nascere e a Padova non si può non ricordare la figura di Pietro d’Abano che influenzò anche gli affreschi di Giotto al Palazzo della Ragione, anche questi distrutti da un incendio, ma anche gli affreschi realizzati successivamente e che si possono ammirare ancora oggi.  Jacopo Dondi, medico ed astronomo, pensò di realizzare orologi per misurare non solo le ore del giorno ma proprio l’influenza degli astri sulla salute delle persone, quindi possiamo parlare di un orologio-astrario.

Guardando l’Orologio astronomico di Padova sulla Torre, infatti, il popolo poteva leggere l’ora nella modalità del tempo e cioè “all’italiana”: la prima ora del giorno iniziava al tramonto e l’ultima terminava al tramonto successivo. Sulla volta celeste, le stelle e la Terra al centro come era nel sistema Aristotelico/Tolemaico e la lancetta principale che gira attorno alla Terra è contrassegnata con la figura del Sole. La lancetta con il Sole ruota e si posiziona sui vari segni zodiacali e sulle ore mentre una lancetta secondaria indica il giorno. L’orologio indica anche le fasi lunari e le linee che si vedono evidenziano le congiunzioni astrali in modo tale che i medici ed astrologi di allora potessero fare le loro previsioni, trarre gli auspici o valutare lo stato di salute di qualche malato. I segni zodiacali sono gli stessi che erano stati utilizzati sul primo orologio, sull’originale di Jacopo Dondi, recuperati dall’incendio della torre carrarese, così come probabilmente, il “castello” in ferro battuto che contiene i vari ingranaggi dell’orologio.

Perché tra i segni zodiacali manca la bilancia? L’orologio astronomico Padova tra leggende metropolitane e realtà

Torre dell'Orologio Padova
La Giustizia con la bilancia

Tra le varie “leggende metropolitane” che si sono diffuse in città inerenti suoi aspetti della storia e della cultura c’è indubbiamente quella sulla mancanza del segno della bilancia sull’Orologio astronomico Padova di Piazza dei Signori. Nascono magari come spiritosaggini, si diffondono come leggende e oggi vengano raccontati dai padovani come rivelazioni agli amici che vengono da fuori città. Un po’ come la storia secondo la quale Galileo Galilei facesse le sue osservazioni alla volta celeste dalla Torre della Specola ed Osservatorio Astronomico visto che all’epoca la torre veniva utilizzata come deposito granaglie ed il castello era adibito a caserma.

Insomma per quanto trovi affascinanti la cultura popolare  non è vero che il segno della Bilancia non sia stato inserito per ripicca dell’artigiano che non era stato pagato o per sottolineare polemicamente la mancanza di giustizia in città. In realtà lo spazio per il segno della bilancia esisterebbe ma il segno zodiacale della scorpione va ad occupare due spazi, questo perché Jacopo Dondi, quando realizzò il suo orologio si ispirò all’antico sistema pre-romano, quello babilonese. ancora oggi le due parti della costellazione della Bilancia vengono chiamate “Chela nord e chela sud”. Il segno della bilancia è comunque presente in Piazza dei Signori sul basamento di marmo che regge il pennone.

Visita guidata all’interno della Torre dell’Orologio grazie ai volontari di Legambiente-Salvalarte

La Torre dell’Orologio Padova può essere visitata al suo interno grazie ai volontari di Legambiente-Salvalarte, grazie ai quali è possibile visitare altre perle del patrimonio culturale cittadino.

La visita consente di vedere l’antico meccanismo e di capirne il funzionamento. In origine il meccanismo veniva messo in funzione grazie alla legge di gravità ed era collegato da corde tirate in basso da due pesanti massi di oltre 100 kg. Poi la scoperta galileiana del movimento del pendolo ha comportato un’innovazione nel funzionamento. Il pendolo infatti garantiva delle oscillazioni più regolari in grado di compensare maggiormente quelli che erano i difetti dell’ora italiana, compresi anche da Jacopo Dondi dell’Orologio, e cioè che l’ora poteva essere perfetta solo nei giorni di equinozio mentre per gli altri giorni era influenzata dall’allungarsi/accorciarsi delle giornate. Se non avete capito bene chiedete alle guide, davvero preparate.

Per info su giorni e orari di visita e modalità di prenotazione: https://www.padovanet.it/informazione/visite-guidate-alla-torre-e-allorologio-astrario-di-piazza-dei-signori

Alberto Botton

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Vecchi orari Pre-Covid

La torre dell’Orologio Padova può essere visitata (offerta libera) il mercoledì mattina, dalle 9,30 alle 11,45 riservato ai gruppi su prenotazione (scrivere a [email protected] o telefonare al 3924764353
Orario dalle 9:30 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 18:0 ), il venerdì ed il sabato mattina dalle 9,30 alle 11,45 suddivise in 4 turni di visite guidate da 30 minuti ciascuna con al massimo 10 persone per ogni turno. Una domenica al mese c’è un’apertura straordinaria, dalle 9,30 alle 11,45 e dalle 15,30 alle 18. E’ possibile effettuare delle visite, in altri giorni della settimana, (per un minimo di 10 persone) contattando il numero 3924764353

4 commenti

  1. Grazie per la tua riflessione molto interessante e valida. Indubbiamente oggi la tecnica risulta preponderante a tal punto di apparire più “vincolante” che utile alle esigenze umane.

  2. Non possiamo negare – dice Nicola Cusano- che l’uomo sia detto microcosmo, cioè piccolo mondo dotato di un anima. E allo stesso modo si dice che anche il mondo abbia un anima, che alcuni chiamano natura e altri spirito dell’universo, che alimenta internamente tutte le cose, le unisce, le connette, le muove. L’insieme fisico del mondo sta ad essa come il corpo dell’uomo sta all’anima. L’uomo, al centro dell’intrecci degli influssi reciproci che legano compendia in sé l’intero universo. L’uomo è l’universo in scala ridotta : è microcosmo. Se ogni cosa è in relazione con ogni altra cosa come le membra di un corpo, non appare strano ricercare negli astri i destini dell’uomo e attribuire ai maghi la capacità di trasformare le cose intervenendo nei rapporti che esse intessono le une con le altre.
    Mentre il fine della scienza antica era quello di descrivere la struttura e la perfezione dell’universo, la dottrina rinascimentale della natura si propone di operare sulla natura e di assoggettarla all’uomo. Al sapere contemplativo succede un sapere operativo attivamente inserito nella vita pratica. La conseguenza del meccanismo della natura permette di acquistare il dominio su di essa. Il mondo della tecnica diventa parte integrante degli interessi della scienza.
    Testimone di quel tempo il nostro orologio-astrologico ci trasmette un era in qui il tempo veniva scandito dal rapporto tra l’uomo e la natura e l’orizzonte stesso è sede del palcoscenico dove comincia e ha fine il giorno. Oggi la tecnica sta cancellando le lancette dell’orologio che erano il simbolo del movimento del tempo con i” freddi” numeri adeguandoci alla “fretta” del giorno d’oggi.

  3. Ciao Angelo, molto bella la suggestione che proponi ai visitatori! In effetti, una volta spiegate le ragioni storiche, scientifiche, razionali etc etc offrire una chiave di lettura che invita alla riflessione è un arricchimento ed un modo di creare un legame con il monumento o con i luoghi della nostra città. Forse sarà proprio l’esigenza di creare un legame, un rapporto più stretto con quanto vediamo e viviamo quotidianamente a far nascere alcune leggende metropolitane, da sfatare ma con leggerezza e senza severità! 😉

  4. La città dei senza ( erba, porte,nome del patrono) non poteva mancare dell’orologio senza un segno zodiacale! Ma ciò che l’immagine non racconta potrebbe anche avere una “visione filosofica” dato che il simbolo della giustizia non può che essere
    un simbolo improprio poichè l’uomo non può giudicare se non da leggi (opinabili) da lui stesso create. Si questo Orologio anch’esso creato per misurare qualcosa che non esiste… ( visto che la percezione riguarda solo l’uomo) ci da modo di pensare alla velleità del nostro sapere, ma nello stesso tempo ci da uno strumento per capire quanto dipende la nostra sorte da un “cielo” che ha regole ancora “difficili” da interpretare se non con la nostra fantasia. In fondo l’attrazione che regola l’universo è la stessa “legge” che regola i nostri “rapporti” (i nostri mondi) e allora siamo ..veramente …figli delle stelle. Ai nostri visitatori mi piace dare modo di riflettere quanto “la meravigliosa macchina”dalle origini incerte ( visto che leggendo le cronache dell’epoca non si parla altro che di orologio delle 24 ore) può dare veramente voglia di capire cosa siamo e dove stiamo andando…perdendo la “bellezza” nascosta in questi momenti meravigliosi dell’arte della nostra città. Un volontari dell’Orologio

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