La grande arte di Giotto a Padova

Giotto a Padova

Uno dei personaggi più noti che hanno legato indissolubilmente il loro nome e la loro opera a Padova è senz’altro il pittore Giotto di Bondone, noto comunemente come Giotto, nato nei pressi di Firenze attorno al 1267.  A testimonianza del legame che Padova avverte con Giotto, e non potrebbe essere altrimenti, c’è il fatto che gli sono state intitolate strade ma anche un centro commerciale, aziende e cooperative, un consorzio turistico, una pasticceria etc e pure il colore blu del tram ed i suoi sedili ricordano i colori accesi dei suoi affreschi.

D’altra parte se oggi possiamo parlare di Padova come città d’arte lo si deve in primis alla propria identità di “Padova città dell’affresco” e, in particolare, il recente (2021) nuovo riconoscimento di Padova patrimonio dell’umanità Unesco, Padova Urbs Picta, lo si deve proprio a Giotto e alla sua eredità, affreschi di Padova del Trecento.

Secondo il famoso critico d’arte Philippe Daverio, autore del bellissimo documentario “Padova città della comunicazione”, “a Padova tutto è linguaggio” proprio a partire dall’arte degli affreschi che altro non era se non il modo di comunicare attraverso immagini ad una popolazione in cui le persone capaci di leggere e scrivere erano senza dubbio la minoranza.

Un po’ tutti, da bambini, abbiamo utilizzato i pastelli “Giotto”, chissà se in Italia e nel mondo, anche tra gli appassionati d’arte, a questo grande artista si associa la città di Padova, città in cui il genio del maestro fiorentino si è espresso ai suoi massimi livelli con il ciclo pittorico alla Cappella degli Scrovegni all’interno di quella che era l’arena della Patavium romana.

La Cappella degli Scrovegni era la cappella di pertinenza del Palazzo della famiglia Scrovegni, poi distrutto e fu proprio Enrico Scrovegni, ricchissimo banchiere padovano che, una volta acquistato il terreno, iniziò a farla costruire nel 1302 in espiazione dei peccati del padre, Reginaldo Scrovegni, famoso usuraio citato anche nella Divina Commedia di Dante. Il ciclo di affreschi con Storie di Anna e Gioacchino, di Maria, di Gesù, Allegorie dei Vizi e delle Virtù e Il Giudizio Universale è considerato un capolavoro della storia della pittura mondiale. Il Prof. Giuliano Pisani (nell’immagine qui sopra con Philippe Daverio), grande studioso di Giotto ed autore del libro “I volti segreti di Giotto. Le rivelazioni della Cappella degli Scrovegni” ha anche aperto un gruppo su facebook all’interno del quale approfondisce l’opera di Giotto pubblicando brani dal suo libro.

Croce di Giotto Padova

All’interno dei Musei Civici di Padova agli Eremitani è conservato il Crocifisso di Giotto (foto a sinistra in occasione delle Invasioni Digitali del 30/4), il crocifisso della Cappella degli Scrovegni, contemporaneo agli affreschi, raffinatissimo per la ricchezza decorativa dei colori smaltati e per l’andamento sagomato del supporto dal disegno gotico, oltre che per il realismo nella figura del Cristo e nell’atteggiamento sofferente di Maria e di San Giovanni nei tabelloni laterali.

Negli anni successivi a Padova, Giotto realizzò anche altre opere come alcuni dipinti all’interno della Basilica di Sant’Antonio, frutto però del lavoro di suoi collaboratori mentre purtroppo, un altro grande ciclo di affreschi del maestro fiorentino è andato perduto, quello all’interno del Salone di Palazzo della Ragione, per colpa di un incendio. Questo ciclo, a tema astrologico, pare fosse stato commissionato da Pietro D’Abano. Ne parla in toni entusiastici Giovanni da Nono nel suo libello “Visio Aegidii Regis Patavi”, testimoniando come il soggetto astrologico del ciclo era tratto da un testo molto diffuso nel XIV secolo, il Lucidator, che spiegava i temperamenti umani in funzione degli influssi degli astri

Sicuramente è nota la genialità di Giotto, (anche tra i profani della materia come il sottoscritto) rivoluzionario ed innovativo rispetto a ciò che lo precedeva a tal punto che la pittura dopo di lui non sarà più come lo era prima. A cavallo tra 2000 e 2001 fu allestita a Padova una splendida mostra intitolata “Giotto ed il suo tempo”, a conclusione dei lavori di restauro della Cappella degli Scrovegni (il seguente link vi rimanda ad un sito ben fatto su Giotto e la Cappella degli Scrovegni permettendo anche una visita virtuale della stessa), mostra che ebbe un eccezionale successo. Vittorio Sgarbi, in veste di curatore, ebbe a dire che la vera Firenze di Giotto è a Padova, la cappella degli Scrovegni la sua Divina Commedia come a sottolineare l’importanza della Padova dell’epoca e il suo valore come città d’arte, spesso relegata, a torto, ad un ruolo subalterno o minore rispetto alle più note città d’arte italiane. La mostra permise anche di valorizzare l’opera di altri pittori dell’Italia del nord che subirono l’influenza di Giotto: GuarientoGiusto de’ MenabuoiJacopo Avanzi e Altichiero.

Costoro fusero infatti il suo linguaggio plastico e naturalistico con le tradizioni locali e contribuirono a fare di Padova la città più affrescata d’Italia. Così, principalmente per merito di questi grandi artisti, oltre che per quelli delle epoche successive, la città di Padova può legittimamente promuoversi e proporsi come eccezionale destinazione di turismo d’arte.

Visitate il sito ufficiale della Cappella degli Scrovegni: http://www.cappelladegliscrovegni.it/

Alberto Botton