Zandomeneghi, unico interprete italiano dell’Impressionismo, in mostra a Padova! (fino al 29/1/’17)

mostra Zandomeneghi 2016 Padova Palazzo Zabarella

Mostra Zandomeneghi: da Venezia a Parigi una mostra antologica in 100 opere


Ciao a tutti, quest’oggi vi parlo della mostra Zandomeneghi aperta a Padova presso lo storico edificio di origine medievale, Palazzo Zabarella e visitata la scorsa domenica assieme ad un gruppo di “colleghi” blogger e web editor. Aperta il 1 0ttobre sarà infatti possibile visitare fino al 29 gennaio la mostra antologica di Federico Zandomeneghi che la Fondazione Bano ha pensato di omaggiare a 100 anni dalla morte dell’artista veneziano.

Le mostre in città sono un’ulteriore occasione e pretesto per venire a visitare Padova ed ogni anno la Fondazione Bano “mette sul piatto” mostre di grande qualità ed interesse e con questa mostra dal titolo “L’impressionismo di Zandomeneghi” prosegue il suo approfondimento degli artisti italiani dell’Ottocento.

Da una famiglia di scultori di Venezia, Federico Zandomeneghi il pittore del realismo impegnato

Federico Zandomeneghi nasce nel 1841 a Venezia figlio d’arte in una famiglia di scultori. Nonno Luigi, padre Pietro e lo zio Andrea sono infatti scultori affermati che avevano seguito la strada aperta da Canova. Se andate a Venezia, alla Basilica dei Frari, il grande mausoleo di Tiziano è stato realizzato da loro. Zandomeneghi è uomo del suo tempo e partecipa nel 1860 alla spedizione dei Mille in Sicilia con Garibaldi alla quale parteciparono molti veneti, va ricordato, e nel 1866 si arruolò ancora per partecipare alla Terza Guerra d’Indipendenza che portò alla liberazione della sua Venezia e all’annessione allo Stato Italiano. Tuttavia Venezia ed il mondo della scultura gli stava stretto e dopo vari studi all’Accademia di Venezia e all’Accademia di Brera a Milano scelse la pittura che lo portò a frequentare Firenze dove entrò in contatto con l’ambiente dei Macchiaioli. Al tempo a Venezia andava molto la pittura di storia di gusto romantico di cui Hayez era il punto di riferimento. A mostra Zandomeneghi sarà chiaro come l’artista veneziano scelse sempre la strada della modernità e la ricerca critica di un proprio stile di pittura.

Lungo il percorso espositivo della mostra “L’impressionismo di Zandomeneghi” sarà quindi possibile apprezzarne il percorso artistico. Tra il 1865 ed il 1874 la frequentazione e l’influenza a Firenze dei macchiaioli che al tempo rappresentavano la più avanzata forma di sperimentazione pittorica tra cui Telemaco Signorini, Fattori ed il grande critico Diego Martelli, il lavoro tra Venezia, Firenze e Roma segnano quindi gli anni giovanili di Zandomeneghi. Vedrete bellissime opere contraddistinte dalla scelta di rappresentare la realtà. Quello di Zandomeneghi può infatti essere definito “realismo impegnato” e la sua, pittura di realtà. Tra le opere esposte dalle quali emergono temi quali denuncia sociale bellissimo è “Impressioni di Roma” con il contrasto tra i poveri impegnati a mangiare del cibo probabilmente offerto loro sui gradini del convento di San Gregorio al Celio e la sontuosa scalinata di un edificio che ricorda il passato glorioso della città.

Mostra Zandomeneghi. La Parigi della Belle Epoque e l’universo femminile

Federico Zandomeneghi giunge a Parigi nel giugno 1874 per non fare mai più ritorno in Italia. Fin da subito diventa punto di riferimento della “comunità” di pittori italiani, tra cui Boldini e De Nittis, ed ospita amici italiani tra cui Fattori e l’amico, il critico Martelli che lo introdurrà all’ambiente degli “impressionisti” e alla loro frequentazione. Non furono da subito anni facili e a lungo si mantenne disegnando per riviste di moda. Tuttavia non aderì subito a questo movimento per il suo legame con la pittura realista ma iniziò ad aderire all’Impressionismo quando vide le opere dell’amico Pissarro e la sua pennellata.  In questi primi anni parigini si dedica alla pittura en plein air e ai paesaggi di Montmartre, la collina degli artisti di Parigi.

Alla mostra L’impressionismo di Zandomeneghi si possono quindi ammirare le opere che segnarono questo suo passaggio all’Impressionismo, del quale fu riconosciuto come l’unico vero interprete italiano anche per il fatto che le sue opere venivano esposte alle mostre “collettive” degli Impressionisti. Roberto Longhi ebbe a dire infatti che “Zandò– così veniva chiamato negli ambienti degli artisti parigini- fu l’unico italiano a stringere relazioni lunghe e cordiali con Manet, Degas, Renoir, Pissarro, Sisley“.  L’opera chiave di questa sua adesione all’Impressionismo è la splendida veduta di Place d’Avers del 1880 con la quale volle mostrare il luogo in cui abitava con la quale diede il là alla sua pittura della vita moderna di fine secolo dell’800, la Belle Epoque, con gli scorci urbani, il mondo dello spettacolo con il violoncellista e la ballerina, la bellissima serie dei caffè (tra cui “Al Caffè Nouvelle Athénes” in cui Zandomeneghi si raffigura di spalle e riflesso sullo specchio in compagna di Suzanne Valadon, musa e a sua volta pittrice) fino alla raffigurazione dell’universo femminile e all’emancipazione della donna che maggiormente contraddistinguerà l’opera della sua maturità.

A differenza di altri artisti, quali Degas, Zandò dimostra però una sorta di empatia e di coinvolgimento emotivo con i personaggi che rappresenta condividendone stati emotivi e cercando quasi di carpirne il pensiero. La donna parigina di Zandomeneghi è una donna della media borghese raffigurata in sereni momenti di vita quotidiana, la toilette, la passeggiata al Bois, il té con le amiche, la lettura, la conversazione, il teatro ma ance gli animali domestici, i coloratissimi quadri di natura morta tutte opere che contribuiscono a dare colori e forme alle atmosfere e alle suggestioni della Parigi della Belle Epoque.

Non sono un esperto di arte, lo premetto sempre, ma queste mostre come mostra Zandomeneghi sono davvero una bel momento per scoprire l’arte e gli artisti che hanno contribuito a creare con le loro opere quelle suggestioni e quell’immaginario di luoghi, persone, atmosfere d’altri tempi e che grazie a loro possiamo in qualche modo rivivere e ri-immaginare. Ed è stato così per me: in particolar modo questa mostra Zandomeneghi mi ha riportato alla Parigi e alla vita moderna di fine secolo (parliamo dell’800) e ai tempi in cui Montmartre era una collinetta rurale puntellata da mulini!

Palazzo Zabarella Padova
Palazzo Zabarella sede della Fondazione Bano http://www.zabarella.it/

“L’impressionismo di Zandomeneghi”. Dal 1 ottobre 2016 al 29 gennaio 2017 presso Palazzo Zabarella (via degli Zabarella, 14)

Mostra promossa da Fondazione Bano e Fondazione Antonveneta

Orari:

Da martedì a domenica, dalle 9,30 alle 19 (biglietteria chiude alle 18,15)

Aperture straordinarie: lunedi 31 ottobre, 26 dicembre e 2 gennaio

Chiusure straordinarie: sabato 24 dicembre e domenica 25 dicembre

Biglietti:

Intero: 12 €

Ridotto: 10 € (over 65, giovani dai 18 ai 25 anni)

Ridotto: 6 € (Ragazzi dai 6 ai 17 anni minorenni)

Gratuito fino ai 5 anni

Per info su prenotazioni, visite guidate , gruppi e scolaresche di Mostra Zandomeneghi: http://www.zabarella.it/

[/wc_box]


[wc_box color=”primary” text_align=”left”]

Alberto Botton

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.