Giuseppe Tartini: Padova, il genio del violino e il “trillo del diavolo”

Giuseppe Tartini Padova

Per la rubrica dedicata ai “personaggi illustri” padovani di nascita o in qualche modo legati alla Padova è il turno di Giuseppe Tartini, celebre violinista e compositore nonché teorico musicale.


Nato a Pirano, in Istria, l’8 aprile 1692, quando la cittadina slovena faceva parte della Serenissima Repubblica di Venezia, Giuseppe Tartini morì a Padova il 26 febbraio 1770. Le sue spoglie riposano nella Chiesa di Santa Caterina, in via Cesare Battisti, assieme a quelle della moglie.
Tartini è da menzionare come personaggio illustre padovano soprattutto per la sua importante carriera musicale e perché visse a lungo nella nostra città. 

Tartini giunse in città nel 1708 per studiare giurisprudenza all’Università di Padova, divenne primo violino e capo dell’orchestra della Basilica di Sant’Antonio, carica che ricoprì per 44 anni, dal 1721 al 1765. Si interessò anche di teoria musicale e di didattica.
A Padova fondò la Scuola delle Nazioni, prestigiosa scuola di violino alla quale accorrevano e si formarono violinisti provenienti da tutta Europa. Chiamato “Maestro delle Nazioni” Tartini insegnò violino anche al famoso compositore Antonio Solieri, durante i suoi anni giovanili a Venezia.

Lo possiamo quindi considerare a tutti gli effetti un padovano d’adozione.

Non sono un grande esperto di musica classica, anzi non lo sono affatto, ma come spesso accade, scrivere per me significa imparare cose nuove perché in primis mi devo documentare io stesso.

Celebre è il cosiddetto “terzo suono di Tartini“, il fenomeno acustico noto anche come suono di combinazione ed il suo componimento divenuto famoso come “trillo del diavolo”.

Il trillo del diavolo” è una Sonata per violino in Sol minore che, pare, lo stesso demonio, gli suggerì in sogno in una notte del 1713.
Visto che non sono esperto di musica classica mi perdonerete il seguente riferimento “pop”. Lo stesso “Dylan Dog”, indagatore dell’incubo” dei fumetti Bonelli, prova spesso, con scarsi risultati, a suonare il  “trillo del diavolo”, con il suo clarinetto.

Il sogno di Tartini "trillo del diavolo"
Il sogno di Tartini, illustrazione di Louis-Léopold Boilly (1761-1845) riferita all’aneddoto del sogno che avrebbe ispirato la composizione della sonata (1824).

Note biografiche di Giuseppe Tartini

Riduco ai minimi termini le note biografiche di Tartini che suggerisco di leggere su wikipedia (clicca link).

Studiò giurisprudenza all’Università di Padova ed era talmente bravo da ritagliarsi tempo per dedicarsi anche alla scherma, sua grande passione. Trascurò in quegli anni lo studio del violino, altro suo interesse.

Decise di sposare Elisabetta Premazore, una popolana, nonostante la sua condizione sociale sfavorevole. Il matrimonio, che si tenne nella Basilica del Carmine, scatenò l’ira della famiglia di Tartini che negò al giovane il sostegno economico costringendolo alla fuga. Si ricongiunse alla moglie nel 1713 ed assieme si stabilirono a Venezia mantenendo rapporti con il centro Italia dove si recò spesso a suonare.

Coltivò e perfeziono lo studio del violino lontano anche ad Assisi presso il convento dei padri minoriti e ad Ancona. Nella città marchigiana trovò impiego presso l’orchestra del teatro “La Fenice” di Senigallia. Fu in questo periodo che nacque il celebre terzo suono di Tartini.

Tornò a Padova ma fece ritorno nella Marche per perfezionarsi ulteriormente al punto che divenne primo violino nel teatro di Fano.

La Veneranda Arca del Santo lo richiamò a Padova nel 1721 come capo dell’orchestra della Basilica di Sant’Antonio. Oltre al compenso per tale attività, in via eccezionale e unico caso, l’istituzione della Basilica concesse a Tartini la flessibilità di poter scegliere di suonare anche in altre città e teatri. Bastava solo una “giustificazione” al Maestro di Cappella e non la formale richiesta scritta chiamata “Supplica”.

I luoghi tartiniani a Padova.

In città è possibile partecipare e richiedere alle guide turistiche visite guidate ai luoghi di Tartini: Padova fu la città di questo grande musicista per oltre 50 anni. Tartini fu molto attivo inoltre nella vita culturale cittadina.

Un Tour di Tartini a Padova  toccherebbe senz’altro punti come:

  • La statua di Tartini in Prato della Valle assieme all’altorilievo di Francesco Antonio Valiotti, maestro di Cappella alla Basilica di Sant’Antonio. La statua fu posta nel 1803 e testimonia come la storia avesse invertito le gerarchie. In vita infatti Valiotti era un superiore di Tartini;
  • Palazzo del Bo, sede dell’Università degli Studi di Padova. Tartini giunse a Padova per studiare giurisprudenza.
  • La Basilica di Sant’Antonio e il suo busto nel quattrocentesco “chiostro dei musici”;
  • Basilica del Carmine nella quale Tartini, nel 1710, sposò Elisabetta Premazore;
  • Chiesa di San Tomaso Becket, usata come “oratorio filippino” che prevedeva rappresentazioni cantate a tema sacro o devozionale in cui Tartini si esibiva;
  • All’altezza del ponte della Specola, esisteva l’Accademia Delia, luogo per la pratica della scherma e della cavallerizza. Qui Tartini veniva a tirar di scherma, sua grande passione, negli anni da studente universitario a Padova.
  • Chiesa dei Servi in via Roma sede della “Pia aggregazione di Santa Cecilia”, una sorta di libera associazione che raccoglieva la maggioranza dei musicisti professionisti di Padova. Qui, alla morte di Tartini si tenne un concerto solenne in suo omaggio e il maestro di Cappella della Basilica di Sant’Antonio, Francesco Antonio Vallotti, gli dedicò un inno.
  • Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria. Qui riposano le spoglie di Giuseppe Tartini e della moglie Elisabetta Premazore. Santa Caterina, protettrice degli studiosi, e questa chiesa vanta un legame antichissimo con la facoltà di Giurisprudenza.
    Già nel Trecento, ci sono testimonianze della processione degli studenti di legge per celebrare la festa della Santa. Santa Caterina appare nel logo dell’Università degli Studi di Padova assieme al Cristo Redendore in rappresentanza dei due studi originari: lo Studio dei Giuristi e quello degli Artisti.

Tartini 2020, le celebrazioni.

Tartini morì a Padova il 26 febbraio 1770 e sotto il marchio di “Tartini 2020”, nato per celebrare i 250 anni dalla morte, continua la programmazione di diverse iniziative per celebrare questo importante musicista.

Scopri qui Tartini2020. Esplorazioni tartiniane!

La nostra città grazie a Tartini, ma non solo, può diventare, come detto, un’ importante destinazione di turismo musicale. Le iniziative legate a Tartini 2020, va detto, riguardano e coinvolgono anche altre città.

Tartini nasce infatti a Pirano l’8 aprile 1692 quando la cittadina slovena faceva parte della Serenissima Repubblica di Venezia e frequentò nel corso della sua vita diverse altre città italiane. Pirano, Trieste e Padova rientrano nell’iniziativa Discover Tartini, un progetto europeo che ha l’obiettivo di costruire e proporre una “Tartini Route”, un itinerario culturale e musicale a disposizione degli appassionati di musica

Progetto Tartini 2020

Giuseppe Tartini: Padova destinazione di turismo musicale

Grazie a Giuseppe Tartini, quindi, oltre che per l’importante figura di Bartolomeo Crisfofori, inventore del pianoforte, possiamo dire che c’è del materiale per lavorare su Padova destinazione di turismo musicale.
Se da qualche anno viene organizzato il Festival pianistico “Bartolomeo Cristofori”, con il 2020 grazie a Tartini anche il violino diventa protagonista. Tartini con la sua “Scuola delle Nazioni” attrasse a Padova molti studiosi di violino da tutta Europa, divenuti poi celebri violinisti.

Poi, in realtà, oltre alla musica “colta”, da citare e menzionare è anche la musica pop e rock e i grandi concerti organizzati in città da Zed ma non solo. Nella speranza che venga realizzata quella grande Arena indoor di cui si parla da tempo. E’ anche molto attivo il circuito della musica indipendente e sono moltissimi i concerti organizzati presso locali privati come l’Hall o all’interno di festival musicali.

Ma torniamo alla musica classica a Padova. Insomma, e lo dico da profano, immagino che anche per la musica, come per altri settori, non basti vantare determinate eccellenze in città ma che occorra far valere il gioco di squadra. A parlare di fare regia e “sistema” si rischia ormai di essere ridicolizzati e, a ben donde del resto.
Da quanti decenni alle strategie accademiche consigliate dagli esperti sono seguite tante belle parole ma nulla più? Meglio tacere quindi ed augurarsi che chi di dovere abbia il desiderio e la volontà di fare le cose per bene per ottenere risultati concreti.

I Solisti Veneti, l’Orchestra di Padova e del Veneto, gli Amici della Musica e altre istituzioni musicali presenti in città testimoniano l’interesse e la vocazione per poter aspirare all’ obiettivo di fare di Padova una destinazione di turismo musicale..

Alberto Botton

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