“Il paradosso urbano. Nove città in cerca di futuro”. Il libro di Paolo Verri

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Una carrellata di esperienze, pratiche, iniziative che 9 città del mondo (3 italiane, 3 europee, 3 extraeuropee) hanno avviato nel tentativo di rispondere a crisi e/o a dar seguito a ritrovate ambizioni, riuscendo a ridefinirsi. Nel libro una serie di coinvolgenti racconti dedicati a queste esperienze scritti da Paolo Verri, esperto di sviluppo urbano da oltre vent’anni. Verri è stato direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino, del Piano Strategico di Torino, degli eventi del Padiglione Italia di Expo Milano, della candidatura di Matera capitale europea della cultura 2019 e molte altre consulenze e incarichi per altre città e territori d’Italia e del mondo.


Per la sezione del blog denominata “Territorio” ho pensato di parlarvi di un saggio letto di recente. Si tratta del libro “Il paradosso urbano. Nove città in cerca di futuro” (2022), pubblicato da Egea Editore e scritto da Paolo Verri, esperto di sviluppo urbano.

Il post è raccolto anche all’interno della categoria “Padova Smart City, tag “Padova città che legge” e anche all’interno del tag “Padova una città in trasformazione nonostante il libro in questione non parli affatto di Padova.
Il tema però e quanto troverete all’interno del libro è di sicuro interesse e stimolo non solo per chi si occupa del futuro di Padova ( e di qualunque altra città), di chi, singolarmente o inserito all’interno di enti, associazioni e varie realtà coinvolte nelle varie iniziative cittadine ma anche per chi è curioso ed appassionato di questi temi e per chi è affascinato da quel fenomeno complesso, a quel corpo organico che sono le città. Le città attraggono da sempre, sono il luogo dell’incontro, dello scambio culturale, del commercio ma anche della creatività e dell’innovazione. La vitalità e gli stimoli che si possono incontrare nelle città più grandi sono la loro principale attrattiva.

Il libro “Il paradosso urbano” di Paolo Verri è un’appassionante viaggio alla scoperta di 9 città del mondo. Appassionante per chi nutre sincera passione per questi argomenti, come il sottoscritto, ma più che altro utile per chi è deputato, per lavoro ed impegno civico, a pensare e a contribuire al futuro delle città. Lo suggerisco e lo segnalo quindi ai miei concittadini in primis, a chi è impegnato è in politica ma anche ai cittadini che contribuiscono alla vita e alla vitalità cittadina impegnandosi nelle varie associazioni culturali cittadine e di quartiere.

Sull’autore Paolo Verri parla il suo importante cv: visto che si parla di città direi. Vi segnalo piuttosto un’intervista a Paolo Verri pubblicata dalla rivista Pandora in cui trovate moltissimi spunti interessanti: quasi un’appendice al libro stesso.

Se un tempo, infatti, parlare di sviluppo urbano era un compito ed una competenza esclusivamente tecnica di urbanisti e pianificatori, anche in Italia, seguendo l’esempio e le pratiche avviate in altri paesi del mondo, sta prendendo piede la consapevolezza che anche i cittadini possono avere un ruolo significativo.
A Padova si inizia a parlare di “città dei 15 minuti“, idea teorizzata dall’urbanista Carlos Moreno per cui tutti i cittadini residenti nei vari quartieri della città dovrebbero trovare servizi essenziali ma anche opportunità di socializzazione e di cultura al massimo a 15 minuti a piedi da casa.

Un nome fondamentale, noto a chi si occupa e si interessa al “placemaking”, al miglioramento della qualità dei quartieri, delle piazze, delle strade è l’attivista canadese Jane Jacobs (cliccate sul link per leggere un bell’articolo pubblicato dalla rivista Elle Decor) che, a partire dagli anni Sessanta, divenne una “guru” a riguardo. Pur essendo istruita, la Jacobs non era laureata ne tanto meno era un’urbanista o un architetto di professione ma iniziò la sua “carriera” come attivista impegnata nella lotta alla gentrificazione di New York e contro ai giganti dell’edilizia.

barcellona sviluppo urbano
La spiaggia della Barceloneta risultato della riqualificazione urbana nell’ambito degli interventi per le Olimpiadi di Barcellona del 1992

Il paradosso urbano. 9 città che ce l’hanno fatta ma che…

Nel libro “Il paradosso urbano. 9 città in cerca di futuro” di Paolo Verri, un libro denso e conciso, dove ogni singola frase è carica di interesse, l’introduzione è intitolata “Il futuro è nelle città”.
Da anni ormai la maggioranza della popolazione del mondo vive nelle città mentre si stima che, nel 2030, il 9% della popolazione abiterà nelle 33 più grandi città del mondo e in queste città sarà prodotto il 15% del PIL mondiale!
Si certo, ci sono e ci saranno persone che preferiscono tornare alla campagna o alla vita nella natura in montagna e questo è un bene per ripopolare questi luoghi ma non ci sono affatto segnali che le città possano perdere di appeal. Le città sono da sempre il luogo dell’incontro, dello scambio culturale grazie al quale prende vita la creatività, fondamentale per generare innovazione: di certo la sfida sarà quella di garantire una buona qualità della vita ai cittadini.

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Le conclusione del libro invece sono affidate ad un ultimo capitolo intitolato “Rimettere le città nelle mani dei cittadini”, concetto che ho espresso all’inizio e che motiva la mia scelta di pubblicare questo post.

Nel mezzo, il saggio di Paolo Verri con il racconto delle esperienze di 9 città del mondo, tre città italiane, tre europee e tre mondiali. Quali sono queste 9 città in cerca di futuro a cui fa riferimento il titolo? Nel racconto di Paolo Verri si parla di Barcellona, Torino, Pittsburgg, Lione, Milano, Instanbul, Breslavia (Wroclaw in polacco), Matera, Tokyo.

Ma dove sta il paradosso urbano cui fa riferimento il titolo del libro? Il paradosso è presto spiegato. Le città sono equiparabili ad organismi viventi e come gli organismi viventi non possono mai dire di avercela fatta una volta per sempre. Le città nascono ma possono morire, possono svilupparsi in un certo modo piacevole ma poi deteriorarsi e tornare a vivere difficoltà, per cause esterne ed interne.

Le 198 pagine di questa piacevole lettura scorrono veloci, capitolo dopo capitolo, città dopo città, alla scoperta di 9 casi di successo.
Sono le storie di 9 città che sono riuscite ad uscire da situazione di crisi e/o a riposizionarsi in modo efficace grazie a strategie innovative ma c’è un ma, il “paradosso urbano” per l’appunto. Queste città infatti raccontano e suggeriscono di non lasciarsi appagare dai risultati raggiunti “sedendosi sugli allori”…
Dice Paolo Verri “Una città è una tartaruga di straordinaria longevità e bellezza, che non si farà mai raggiungere da nessun cittadino Achille“.

Ma quali le caratteristiche comuni per le città che ce la fanno? Per rispondere mi permetto un unico “spoiler” citando i 3 punti fermi di Tom Murphy, sindaco-manager di Pittsburgh.
Le città che hanno successo nel concretizzare le loro iniziative per far fronte alle crisi e difficoltà devono costruire il loro successo a partire da 3 elementi basilari: le città devono essere ben amministrate e sicure, offrire eccellenti opportunità educative e avere una tassazione ragionevole; devono impegnarsi con grande sforo all’innovazione in ambito economico, cercando la disponibilità di capitali e partenariati imprenditoriali e una produttiva relazione tra pubblico e privato; devono essere posti fantastici in cui vivere con un’alta qualità della vita, e la possibilità di fare scelte abitative di qualità a prezzi ragionevoli, ed avere una visione di sviluppo regionale chiara e condivisa.

Buona lettura!
PS: per concludere vi posto la presentazione del libro caricata sul canale YouTube della IULM

Alberto Botton

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