Museo del Risorgimento di Padova: 150 anni nella storia della città e d’Italia!

Museo del Risorgimento di Padova

La storia del Risorgimento trova a Padova diversi riferimenti e, tra i luoghi più significativi, lo storico caffè Pedrocchi, luogo di incontri clandestini di patrioti, che, al piano nobile ospita il Museo del Risorgimento di Padova


Al Piano Nobile del Caffè Pedrocchi è possibile visitare il Museo del Risorgimento e dell’età contemporanea (foto in alto da http://padovacultura.padovanet.it/), più noto semplicemente come Museo del Risorgimento di Padova. Una visita che consiglio senz’altro e che consente al visitatore di immergersi nella storia di Padova e allo stesso tempo d’Italia attraverso un percorso che va dalla caduta della Repubblica Veneta del 1797 alla promulgazione della Costituzione italiana del 1948.

Visitare questo museo consente anche di visitare l’intero Piano Nobile dello storico Caffè Pedrocchi con le sue varie sale dedicate alle varie civiltà a rappresentare, nelle intenzioni dell’architetto Giuseppe Jappelli, un percorso iniziatico incentrato sulla simbologia massonica, facendo lui stesso parte della massoneria.

Entrare e percorrere le sale del Museo del Risorgimento e dell’Età contemporanea di Padova è un’esperienza di grande fascino, considerando il valore storico e simbolico del Caffè Pedrocchi e vedendo fuori delle finestre il Palazzo del Bo, sede dell’università e lo spazio sottostante dove l’8 febbraio 1848 studenti e popolani diedero vita alla prima delle insurrezioni che sconvolsero l’Europa e che, in Italia, anticipò la prima guerra d’indipendenza dalla dominazione austriaca.

La storia della città è narrata con documenti, immagini, oggetti, ritratti e busti di personaggi rilevanti fin dal 1797-98 attraverso il passaggio dalla dominazione napoleonica (quando fu issato al centro del Prato della Valle, un albero tricolore, francese, della libertà) a quella austriaca, per poi tornare sotto il dominio francese del Regno d’Italia napoleonico e ritornare ancora sotto quello austriaco del Regno Lombardo-Veneto asburgico fino appunto ai moti risorgimentali del ’48, l’impresa dei Mille di Garibaldi, tra i quali diversi erano i padovani, tra cui il giovane scrittore Ippolito Nievo, e poi  l’indipendenza che Padova raggiunse il 12 luglio 1866 diventando sede del Quartier generale del Regio Esercito Italiano.

Al Museo del Risorgimento Padova, divise militari, armi, foto dei patrioti di allora tra cui Alberto Cavalletto, illustrazioni accompagnano il visitatore poi verso la Grande Guerra e a quando Padova, dopo la rotta di Caporetto, divenne “capitale al fronte” fino all’Armistizio del 3 novembre 1918 firmato a Villa Giusti.

E poi via via lo sviluppo economico del primo dopoguerra, la prima fiera campionaria, l’inizio del ventennio fascista, le leggi razziali, le visite del Duce fino al suo discorso di fronte ad una folla oceanica in Prato della Valle il 24 settembre 1938 alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.

E ancora la resistenza contro la dominazione nazifascista con il ruolo, ancora una volta importante dell’Università di Padova, Medaglia d’oro al Valor Militare, con il discorso del Rettore Concetto Marchesi, l’azione di Egidio Meneghetti ed il tributo di sangue di un centinaio tra professori e studenti in lotta contro i nazi-fascisti fino all’insurrezione padovana del 28 aprile 1945 e al referendum istituzionale del 2 giugno 1946.

Una visita al Museo del Risorgimento di Padova è un’occasione per vedere e scoprire come la storia più recente della nostra città, relativamente piccola e “locale” si sia intersecata con vicende di scala superiore e di “gerarchia” nazionale ed internazionale.

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Alberto Botton

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