Che cos’è e come funziona il crowdfunding? L’abbiamo chiesto a Diana Severati, esperta in materia

crowdfunding Diana Severati

Abbiamo pensato ad un post per approfondire un tema di grande attualità come il crowdfunding intervistando una persona che conosco, esperta sul tema, Diana Severati, impegnata nel supporto per la creazione di alcune campagne e come “crowdfunding evangelist”, oltre che in un progetto di mappatura dell’impresa sociale, nella promozione del turismo responsabile e in varie attività di volontariato. Ama i viaggi, l’arte…e la millefoglie di Graziati.

diana– Ciao Diana, dunque si parla molto ultimamente di crowdfunding e pure a Padova ho notato varie iniziative di questo tipo, interesse immagino motivato dalla difficoltà nel trovare finanziamenti. Recentemente ne ha parlato anche Report ma ci vuoi spiegare di cosa si tratta?

Il crowdfunding (da crowd = folla, funding = finanziamento), è un processo di finanziamento collettivo proveniente dal basso, tramite cui più persone contribuiscono con somme di denaro di varia entità, attraverso portali online (piattaforme), a un progetto o ad un’iniziativa in cui credono e di cui si fanno sostenitori.Il crowdfunding non è semplicemente una forma di finanziamento alternativa alla quale ricorrere in caso di difficoltà nel trovare finanziamenti. I media tendono a  porre l’accento sul “funding” mentre la parte più importante è proprio la “crowd”: senza la crowd il crowdfunding non funziona, è tutta questione di engagement, coinvolgimento, partecipazione della componente collettiva al proprio progetto. Il capitale sociale e relazionale del crowdfunder è il capitale che conta maggiormente: non si tratta solo di numeri, quello che conta sono i legami di fiducia tra le persone, quei legami che ci spingono ad appoggiare un progetto, a farsi portavoce per esso e a trasmetterlo con la stessa fiducia ai nostri contatti.

– Quali sono i settori e gli ambiti in cui la forma di finanziamento del crowdfunding si presta? Avviare una campagna di crowdfunding può essere fatto da chiunque o ci sono dei requisiti stabiliti per legge?

I settori sono i più svariati, da progetti di un organizzazione non profit a piccoli progetti personali, e chiunque può avviare la campagna, non ci sono restrizioni. Un discorso a parte invece vale per l’equity crowdfunding per il quale esiste un regolamento ad hoc che prevede una serie di requisiti.
Per orientarsi meglio nel variegato mondo del crowdfunding occorre innanzitutto distinguere le principali diverse tipologie di crowdfunding:
Donation-based: donazioni per cause e  progetti di organizzazioni no profit; alcuni esempi di piattaforme: Shinynote, Rete del dono,…;
Lending-based: prestiti P2P, P2B and Social Lending; ad es. Smartika;
Reward-based (con ricompense non monetarie, ad es. Kickstarter, Indiegogo, Kapipal, Eppela, Musicraiser…). Le piattaforme reward-based sono poi aloro volta specializzate nei diversi settori (musica, editoria, video, artigianato, makers, etc…).
Civic crowdfunding, il “finanziamento collettivo di opere e progetti pubblici – al di fuori del budget dell’ente o amministrazione interessati – effettuato da cittadini, organizzazioni e società private, talvolta in match funding con le stesse amministrazioni” (definizione di A. Barollo e D. Castrataro);
Political crowdfunding, per il finanziamento partecipato della campagna elettorale di un candidato o di un progetto politico dello stesso.
In base al modello  di raccolta le piattaforme reward-based si distinguono in:
–    “Prendi tutto” (flexible funding): anche se non si raggiunge il target della raccolta, le quote versate vanno comunque a sostegno del progetto;
–    “Tutto o niente” (fixed funding): il progetto viene finanziato solo al raggiungimento dl target; in caso contrario gli importi versati vengono restituiti non addebitati.
L’80% delle piattaforme inoltre si riserva di pubblicare i progetti ricevuti.
Equity-based, basato su azioni e e rivolto alle c.d. startup innovative; le piattaforme devono essere iscritte al registro Consob delle piattaforme di crowdfunding che si distingue in sezione speciale (piattaforme coollegate ad intermediari finanziari, ad. es. Unicaseed) eordinaria (nella quale troviamo ad es. Starsup, Assiteca crowd,…). In Italia il Decreto Crescita Bis (DL 18 ottobre 2012, n. 179 conv. con L. 221/2012 – http://www.altalex.com/index.php?idnot=59517) ha introdotto l’Equity Crowdfunding come strumento di finanziamento  per le startup innovative, ovvero imprese che soddisfano i seguenti requisiti (art. 25, comma II, del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179):
-la società deve essere costituita e svolgere attività d’impresa da non più di 48 mesi;
-la società deve avere la sede principale dei propri affari ed interessi in Italia;
-il totale del valore della produzione annua della società, a partire dal secondo anno, non deve essere superiore a 5 milioni di euro;
– la società non deve distribuire o aver distribuito utili;
-la società deve avere quale oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
-la società non deve essere stata costituita da una fusione, scissione societaria od a seguito di cessione d’azienda o di ramo d’azienda.
Nel luglio del 2013 la Consob, al termine di un articolato processo consultivo a cui il Ministero dello Sviluppo Economico ha partecipato attivamente, ha emanato la prima regolamentazione (http://www.consob.it/main/trasversale/risparmiatori/investor/crowdfunding/index.html) di dettaglio a livello mondiale.

– Se una piccola associazione o un’impresa culturale volesse avviare un’iniziativa di crowdfunding quali azioni e step operativi dovrebbe mettere in atto?

Per la riuscita di una campagna gli elementi fondamentali da considerare sono:
1.Obiettivo e durata della campagna:

– Obiettivo: nel fissarlo occorre considerare la dimensione della propria community di riferimento,  la donazione minima e la percentuale di donatori (che statisticamente è circa il 10% delle persone coinvolte). E’ consigliabile non fissare un obiettivo alto ma piuttosto uno relativamente basso e superarlo.
– Durata della campagna: l’ideale è 30 giorni; 60 al massimo.

2. Storytelling. Raccontare e coinvolgere;

Utilizzare il blog. Anche il video è fondamentale; le campagne con video hanno fino al 50% in più di possibilità di riuscita. Ovviamente il video deve essere fatto molto bene, altrimenti meglio evitare di inserirlo;

3. Ricompense  (metteteci fantasia e creatività!);

4. La community: senza community non esiste il crowdfunding.

Last but not least, donate per primi e pilotate le prime donazioni chiedendo ai vostri amici di donare, anche attraverso mail personalizzate e dirette (evitare le mass mail generiche) prima di lanciare la vostra campagna a tutta la community. Sono i primissimi giorni a fare la differenza, una buona partenza costituisce un invito a donare; se invece si parte da zero o quasi le persone non saranno motivate, donazione chiama donazione.

– Bene Diana, spiegazione chiara ed esaustiva! Per concludere vuoi citare qualche caso di campagna di crowdfunding particolarmente interessante?

Nuova Gestione 2014 – Il progetto Nuova Gestione di propone di riattivare temporaneamente spazi commerciali di un quartiere di Roma attraverso l’arte. Per la seconda edizione, svoltasi a Marzo 2014 a Casalbertone, l’associazione Sguardo Contemporaneo, che ha ideato il progetto, ha deciso di sperimentare il crowdfunding come ulteriore forma di coinvolgimento dei cittadini. La campagna ha avuto successo, il progetto è stato realizzato ed è stato di recente presentato ad Art Verona (9-13 Ottobre 2014), dove ha ricevuto la menzione speciale di Art Tribune nella sezione Indipendent 5.

Festival del giornalismo – L’evento, il più importante del settore in Europa rischiava di non svolgersi causa tagia dei fondi; è stato il pubblico su twitter a chiedere di fare qualcosa per salvarlo e  così che è stata creata la campagna, conclusasi con successo.

L’acqua alla fine del mondo – Reportage in Cile, dall’Aysen all’Atacama per raccogliere le storie delle persone che dovrebbero rinunciare alle loro case, terre, fiumi e a quel paradiso naturale che è la Patagonia per fare spazio alle dighe.

Tra le campagne  in corso che consiglio di sostenere segnalo Giorgio Cavazzano: la memoria nei segni – progetto cinematografico di un documentario sul fumetto, regia di Diego D. Dimattia, promosso dall’Associazione Culturale Officina delle Idee in collaborazione con FilmArt Studio e GoldWing Film. Giorgio Cavazzano sarà protagonista e voce narrante, direttamente dalla sua Venezia, di aneddoti e di incontri professionali, di amicizie e di geniali idee che hanno consentito a sapienti mani, la stesura di splendide storie disegnate.
– Grazie mille Diana per la cortesia ed il tempo che ci hai dedicato e buon lavoro!
Per chi volesse approfondire il tema del crowdfunding:
http://italiancrowdfunding.tumblr.com/
http://twintangibles.co.uk/it/

Alberto Botton

http://about.me/abotton