“Urbania”, il libro di Stefano Boeri, l’architetto delle biodiversità urbane

Urbania libro Stefano Boeri

“Urbania” è il titolo del libro di Stefano Boeri pubblicato nel maggio 2021 dalla casa editrice La Terza. Una raccolta di pensieri e riflessioni sulla città del futuro messa assieme a partire dal primo lockdown


La pandemia che ci ha travolti, seppur neppure troppo imprevista è arrivata come una tempesta nelle nostre vita ed è stato proprio il contesto del primo lockdown, nella primavera 2020, a plasmare le riflessioni che hanno portato alla pubblicazione di Urbania libro di Stefano Boeri (Maggio 2021, Editori Laterza).

Ho pensato di parlarvene così come fatto per il libro “Il Paradosso urbano” di Paolo Verri, per inserire un altro contenuto e soprattutto un invito alla lettura di valore per le varie categorie del blog dedicate al tema delle città e del territorio. In un blog come il mio troverete pubblicati articoli popolari da migliaia di visualizzazioni al mese ed altri, se vogliamo più di nicchia, “apparentemente” per addetti ai lavori come questo ma a cui tengo molto perché non di solo di eventi e sagre vive una città ma anche di attenzioni e partecipazioni a temi di interesse collettivo come l’ambiente, la tutela del paesaggio, il futuro delle città e della nostra società.
Nel corso degli anni, e consapevole di una manutenzione continua, alcune rubriche e spazi del web si sono/si stanno intersecando ma ognuno ha il suo motivo come il tag “Padova una città in trasformazione“, Padova Smart City, la raccolta di art su Patrimonio, ambiente e paesaggio, inserite nella sezione “Territorio”, ed ovviamente nel tag dedicato ai libri “Padova città che legge“.

Innanzitutto l’autore, Stefano Boeri che non ha bisogno di molte presentazione, architetto ed urbanista milanese, teorico dell’architettura e docente universitario, divenuto famoso nel grande pubblico per il progetto del “bosco verticale” di Milano. Boeri, considerato l’architetto delle biodiversità urbane, ha anche firmato un importante progetto nella nostra città, il Masterplan dell’area stazione di Padova e dintorni.

Da quanto ho constatato con questa lettura, Boeri è anche ottimo scrittore. Nel libro Urbania di Stefano Boeri troverete le riflessioni dell’architetto e dell’urbanista, la sua visione di città rafforzata da quello che è stato ed è l’impatto della nostra specie con la Pandemia. La consapevolezza della fragilità della specie umana rispetto ad eventi come questo, la fragilità nello scoprirci presuntuosi rispetto alla nostra capacità di dominare la natura con la tecnica e la fragilità nelle nostre capacità di predizione del futuro implica la necessità di ripensare il nostro rapporto con la natura.

Si tratta di convinzioni che Boeri ha maturato ben prima della pandemia da Covid-19 quando già il tema del cambiamento climatico sarebbe dovuto essere un problema comune da affrontare. Del resto, le idee manifestate già nel proporre come organizzare gli spazi dell’expo di Milano 2015, il bosco verticale stesso e molti altri progetti ed attività, erano già orientate nel cercare e proporre un nuovo patto con la natura e la biodiversità. Se il caldo dell’estate 2022 e il susseguirsi di eventi naturali catastrofici sono oggi sotto agli occhi di tutti è ormai tardi per risolvere il problema alla radice ma rimane fondamentale rallentarli questi cambiamenti e cercare di mitigarne gli effetti sulla popolazione, non per “salvare il pianeta” come retoricamente si dice ma per salvare noi stessi.

Nel libro di Stefano Boeri Urbania troverete un caleidoscopio fatto di ricordi, esperienze, di dialoghi e confronti con altri colleghi ed intellettuali e riflessioni maturate nella solitudine e reclusioni domestica del lockdown 2020 a cui tutti siamo stati, nostro malgrado, costretti.

“Urbania” di Stefano Boeri. Quali sono i temi del libro?

Il titolo del libro “Urbania” richiama un po’ quelle città utopiche da romanzi da fantascienza o comunque letterarie come le “città invisibili” di Calvino ed è un invito a non rinunciare a pensare al futuro e a costruirlo, per quanto in questo periodo siamo tutti immersi in un clima cupo e dalle difficoltà quotidiane molto pressanti.

Urbania libro Stefano Boeri

L’ultimo capitolo intitolato proprio ”Urbania” presenta un pò lo “stato dell’arte” come auspicato da Boeri ma alla data del 31 dicembre 2030…

Una pandemia, una guerra, le relative crisi economiche ed energetiche sembrano togliere spazio a voli pindarici ma forse è proprio questa l’occasione di prendere coscienza che, alla specie umana, serve un cambio di marcia, un ripensamento sul proprio stile di vita e che l’espressione ”utopia” non dovrebbe essere pronunciata con quel tono di rassegnazione che nasconde l’alibi per non intervenire.

Il cambiamento climatico, la crisi economica, le disuguaglianza sociali in atto e la gestione dello spazio, dei territori e delle città in cui viviamo richiedono pensieri lucidi ed azioni guidate da visioni chiare e condivise. Di questo parla il libro di Stefano Boeri e lo fa in modo scorrevole e piacevole, una lettura alla portata del grande pubblico.

I contenuti del libro Urbania si sviluppano in numerosi e brevi capitoli, un coinvolgente e “panoramico” percorso sulla visione di Boeri relativamente a cosa sarebbe fondamentale fare subito nelle nostre città e quei processi virtuosi, bisognosi di tempo (ben oltre la durata di un’amministrazione comunale), da innescare. La città e l'”anticittà”, quella che caratterizza le nostre periferie ed i comuni residenziali del nostro Veneto, con villette monofamiliari, nate a “misura di automobile”, aggiungo io, i tempi della vita urbana, gli spazi domestici e quelli aperti, collettivi, il sistema della mobilità, l’uso delle energie rinnovabili, il valore delle architetture verdi, il rapporto di reciprocità tra città ed aree urbane con le migliaia di borghi abbandonati delle Alpi e degli Appennini, la valorizzazione della biodiversità, il rapporto con gli altri animali che sempre più si avvicinano alle nostre città con la riduzione dei loro habitat sono alcuni dei temi principali trattati.

La metropoli-arcipelago, una suggestiva idea per le aree urbane, anche per Padova

In questo paragrafo, ho pensato di parlarvi di uno dei capitoli del libro Urania di Stefano Boeri, intitolato Metropoli arcipelago. In particolare mi piaceva sottolineare come l’originale intuizione di Stefano Boeri della metropoli arcipelago possa essere interessante anche per l’area urbana di Padova. Padova non è certo una metropoli ma se alcuni comuni della prima cintura urbana sono già territorialmente contigui al comune capoluogo, altri, della prima e della seconda cintura urbana possono essere viste come isole dello stesso arcipelago. Una città, una grande area urbana policentrica, dunque.

Pensiamo al comune di Padova e a comuni come Noventa, Albignasego, Ponte San Nicolò e Legnaro, Limena, Campodarsego, i comuni termali di Abano e Montegrotto etc etc…un grande arcipelago di comuni connessi tra loro.

A Padova, in questo caso mi riferisco al Comune, si inizia a parlare di “città dei 15 minuti” (idea teorizzata dall’urbanista Carlos Moreno ed adottata in primis da città come Parigi e Barcellona ma che viene adottata sempre più da molte altre città nel mondo) e quindi dell’idea di trasformare e creare nel tempo, rioni il più possibile autosufficienti in cui il cittadino possa trovare i servizi essenziali per vivere, lavorare, avverr una prima assistenza e godere il proprio tempo libero.

In un territorio organizzato in modo orizzontale e non gerarchico, le varie isole-quartieri o isole-paesi della provincia possono essere connessi dalla modalità di trasporto sostenibile. Ed il ”mare”? Se arcipelago di isole è circondato dal mare le metropoli/aree urbane arcipelago dovrebbero essere, dice Boeri, circondate da nuove aree, corridoi, sottratte al consumo di suolo e dedicate all’implementazione di boschi e foreste. Rinaturalizzare il più possibile territori sacrificati in passato ad uno sviluppo che oggi è solo memoria storica è fondamentale. Avere boschi attorno alle città e un sistema di alberature all’interno “significa contribuire a pulire l’aria assorbendo le polvere sottili, ombreggiare le zone pubbliche evitando riscaldamenti eccessivi, ridurre la CO2 prodotta dalla vita urbana e migliorare la biodiversità delle specie viventi urbane, e dunque la qualità della vita e della salute pubblica” , sottolinea Boeri.

Il Masterplan della stazione di Padova, firmato Stefano Boeri architetti e Mate Engineering

Come anticipato all’inizio del post l’architetto Stefano Boeri ha già messo la propria firma su un importante progetto della nostra città, il cosiddetto Masterplan dell’area stazione di Padova. E, ovviamente, e meno male aggiungo io, nel progettare la riqualificazione di quell’ampia area compresa tra stazione dei treni, sia dalla parte del quartiere Arcella, sia verso il centro storico nell’area ”ex pp1”, “ex Ifip” e Fiera, Boeri ha messo in campo quella che è la sua visione di città futura. Il masterplan si sviluppa in 7 punti: la rigenerazione e l’ampliamento del “rione della Stazione”, l’aumento delle superfici verdi permeabili che passano dal 5% all’80%, in termini assoluti da un ettaro a ben 16 ettari, la creazione di tre nuovi giardini urbani, un punto di equilibrio tra i volumi edificabili e le attività da insediare, con un mix funzionale tra tipologie residenziali di vario genere, dagli studentati agli appartamenti, agli alloggi per i turisti, servizi al cittadino, servizi culturali e spazi commerciali, una nuova rete degli spazi pubblici e rafforzamento della rete ciclopedonale, il superamento della barriera della ferrovia e realizzazione di un nuovo edificio oltre ad un ponte verde ciclopedonale tra centro città e Arcella, con spazi utilizzabili per servizi alla città, un nuovo parco sul Piovego e suo collegamento ciclopedonale con il Brenta. Maggiori dettagli su questo articolo pubblicato da PadovaOggi.

Buona lettura di Urbania!

PS: e se lo acquistate tramite i link Amazon su questa pagina anche io prenderei un piccolo obolo a sostegno di questo blog.

Alberto Botton

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