Le città nei fumetti e graphic novel. La 9° arte per lo storytelling dei territori

città nei fumetti

Da sempre mi interessa tutto quanto riguarda le città, dagli aspetti culturali, identitari e sociali a quelli urbanistici, e qualche anno fa ho riscoperto i fumetti e scoperto le graphic novel. Eccovi dunque un post dedicato alle città nei fumetti e graphic novel. Un’altra modalità per lo “storytelling” territoriale?


Da qualche tempo avevo in mente di scrivere questo post per parlare di una mia intuizione e cioè che, come avviene con romanzi e film, anche le città nei fumetti possono trovare un’interessante modalità di narrazione. Non è certo una grande scoperta ma non ci avevo mai pensato prima di essermi immerso in qualche lettura.

Faccio il mio “mea culpa” e mi autofustigo per l’uso del termine “storytelling” nel titolo, divenuto, come spesso capita nel nostro paese, “di moda” e quindi stra-abusato quando non usato in modo improprio. In questo articolo leggetelo pure come sinonimo di “narrazione”.

Fumetti e promozione territoriale. Perché separare interessi se possiamo “unire i puntini”?

Per quanto mi riguarda un certo ritrovato interesse per il mondo dei fumetti, dopo gli anni dell’infanzia, e ancor di più la scoperta delle graphic novel in età adulta, a cui tutte le librerie dedicano ormai una porzione importante del loro spazio di vendita, sono stati amplificati da Be Comics, il festival del fumetto di Padova . Onore e merito ai festival culturali quando riescono a stimolare la fruizione della cultura nelle sue varie espressioni.

Non sono mai stato un “nerd” stra-appassionato di fumetti neppure da adolescente ma come tanti sono cresciuto da piccolo leggendo i fumetti classici come Topolino, Braccio di Ferro, Alan Ford, fino a leggere Dylan Dog da adolescente e che ho ripreso a leggere da adulto.

Oltre ai fumetti, inoltre, avevo notato quest’ondata di nuove pubblicazioni degli ultimi anni, le cosiddette graphic novel tramite le quale vengono affrontati temi anche impegnati, seri, di attualità e che superano quindi la falsa idea dei fumetti come lettura per i bambini.

Molte graphic novel hanno a mio avviso la stessa rilevanza letteraria di molti capolavori della letteratura oltre ad essere una modalità efficace per parlare anche di temi impegnati e di attualità. Mi viene in mente “Persepolis” di Marjane Satrapi dedicato al suo Iran ed altre pubblicazioni di interesse sociale e civile, penso ad esempio alle molte pubblicazioni della casa editrice padovana Becco Giallo.

Un altro mio interesse è proprio quello per le città, città intese proprio come un “oggetto” vivo, con una forma ed una sostanza proprie, un corpo ed un’anima, e qui arrivo al dunque.

Negli ultimi anni sono state pubblicate molte graphic novel che attraverso quella tecnica mista di narrazione fatta di disegni e di parole riescono ad offrire uno spaccato di queste città, le città nei fumetti di cui parlo nel titolo.

Le città nei fumetti. Lo storytelling disegnato

Parlando di città nei fumetti infatti non mi riferisco tanto a quelle frutto della fantasia e dell’immaginazione, non mi riferisco a Paperopoli, Topolinia, alla Gotham City di Batman e non penso al vicolo di New York dove si trova il negozio di fiori sede del Gruppo TNT ma a proprio quelle città che sono protagoniste della storia narrata o quantomeno assumono un valore e una nuova luce proprio grazie alla narrazione. Mi riferisco alle moltissime graphic novel in uscita negli ultimi anni ma anche a fumetti e personaggi di fantasia le cui storie sono valorizzate sfruttando anche le suggestioni e l’atmosfera dei luoghi. Penso a “Dylan Dog” e alla sua Londra del cui immaginario si nutre e molti altri, tra cui l’interessante e molto bella nuova serie Bonelliana di “Mercurio Loi” ambientata nella Roma di inizio Ottocento.

Che si tratti di cinema, letteratura o in questo caso di fumetti al centro di tutto ci sono le storie ed è attraverso di queste che anche una città, un località turistica, un territorio possono guadagnare in interesse, fascino. Le città nei fumetti che fanno da sfondo a storie personali, disegnate in determinati contesti, presentando squarci di particolare quotidianità, quelli e nessun altro, guadagnano in autenticità. Quando le storie sono autentiche, vere generano empatia nel lettore che così desidera immergersi in quel mondo, di farne parte, di poterlo vivere e farne esperienza. Credo sia anche un po’ questo il meccanismo che spinga molti turisti ad andare a visitare le città in cui è stato ambientato un film, una serie tv, un libro o dove si sono verificate determinate vicende che lo hanno appassionato.

Per dire, a Dublino ho girato molto alla scoperta dei luoghi frequentati dagli U2, così come a Barcellona ho cercato quelli in cui erano ambientate le novelle di Manuel Vasquez Montalban e provato i piatti tradizionali che lui stesso amava. La stessa Padova di fine ‘800 in cui si muovevano i personaggi de “La Giostra dei fiori spezzati. Il caso dell’angelo sterminatore” 2014 – edizioni Mondadori, dello scrittore padovano Matteo Strukul attrae ed affascina perché con le parole lo scrittore la “dipinge” magistralmente  svelandone contorni di mistero oltre che ricostruendo particolari storici dimenticati. Sarà per questo che anche il nostro “Tour nella Padova Gotica dell’800” con il quale vogliamo far immergere i partecipanti in una storia di fiction sta avendo parecchio successo.

Nella società della condivisione, quanto meno della condivisione digitale sui social network, i video, le storie che hanno maggior successo sono quelle che emozionano e stimolano l’empatia di chi le ascolta, un concetto che sta alla base delle strategie di storytelling, termine troppo abusato e di cui faccio uso anch’io nel titolo così, tanto per fare il fenomeno. Se siete arrivati fin qui a leggere un po’ di credito me lo avrete dato e allora mi perdonerete!

Le città non sono tanto i loro monumenti,  palazzi e strade o quantomeno non solo. Se i primi danno la forma alle città, a rappresentarne l’anima credo sia la sommatoria delle storie dei suoi abitanti e spesso le loro personali, private, piccole vicende, più dei grandi avvenimenti storici che fanno da sfondo.  Ecco perché trovo che anche le graphic novel siano un bellissimo modo di raccontare le città ed i territori valorizzandone l’autenticità.

Graphic novel e città reali. Alcuni esempi

Ma quali sono questi fumetti e graphic novel di cui vi ho parlato? Quali queste città nei fumetti? Ne parlerò brevemente di seguito, si tratta in tutti i casi di pubblicazioni presenti sulla mia libreria e magari in futuro aggiornerò il post con altri volumi.

“Contratto con Dio” di Will Eisner – Bronx-New York

Questa è una delle opere più influenti nella storia del fumetto e l’autore Will Eisner il padre delle graphic novel. “Contratto con Dio” uscì per la prima volta nel 1978 ed è ambientato nel Bronx, sobborgo di New York, o meglio in un caseggiato di Dropsie Avenue, strada che sarà protagonista anche di altri racconti. “Contratto con Dio” è una raccolta di 4 episodi attraverso i quali l’autore racconta le vicende umane di altrettanti personaggi espressione di quel microcosmo di umanità. I disegni molto belli, di impatto, senza fronzoli vanno di pari passo con la crudezza delle vicende narrate. La New York di “Contratto con Dio” così come quella che emerge dalle opere di Will Eisner è una città piena di vitalità e dal brulicare di vita dei suoi caseggiati popolari, nonostante appunto le difficoltà della quotidianità che i protagonisti devono affrontare è un’omaggio all’umanità con i suoi punti più alti e quelli più bassi.

New York è la città nei fumetti di Will Eisner ma in questa opera protagonista è proprio il microcosmo del caseggiato al n.55 di Dropsie Avenue.

“L’eternauta” – Buenos Aires

Pubblicato nel 1957 l’Eternauta scritto da Héctor Oesterheld e  disegnato Francisco Solano López è uno dei grandi capolavori della storia del fumetto che non può mancare nelle librerie degli appassionati di fumetto ma neanche in quelle di una persona almeno un minimo curiosa nei confronti di questo mondo. L’ho letto recentemente e devo dire che la sua bellezza è toccante anche se si tratta di una storia a fumetti di fantascienza che non è affatto il mio genere preferito.

Città nei fumetti in questo caso è Buenos Aires e saranno gli stessi autori a dire che decisero di ambientare questo fumetto di fantascienza in Argentina come sfida al fatto che tutti i film o le storie o gli avvistamenti di ufo e dischi volanti pareva dovessero verificarsi tutte negli States. La storia inizia con una misteriosa nevicata che uccide chiunque entri in contatto con i fiocchi di neve, una nevicata che anticipa un’invasione aliena e mi fermo qui per non spoilerare troppo.
Nasce un comitato di resistenza che strada su strada cerca di respingere l’offensiva di questi mostruosi alieni, una storia che venne riscritta nel 1969 rendendo esplicite le critice alla dittatura militare in America Latina. Questo costò la vita a Oesterheld che nel 1977 fu sequestrato, stessa sorte toccò alle 4 figlie e i loro mariti, tutti desaparecidos.

Nella narrazione diversi luoghi di Buenos Aires vengono scelti come “set” tra cui il “Monumental”, stadio del River Plate ed altre piazze e strade che diventano così luoghi dell’Eternauta.

Storie del barrio – Palma di Maiorca

“Storie del barrio” è una graphic novel uscita nel 2011 e pubblicata in Italia da Tunuè. Autori sono il fumettista Gabi Beltràn ed il disegnatore Bartolomé Seguí. Città nei fumetti è in questo caso Palma di Maiorca.

Questa storia è ambientata nella città di Palma di Maiorca nei primi anni Ottanta ed è autobiografica nel senso che si tratta del racconto di Gabì Beltran della sua adolescenza, un’adolescenza non facile in un quartiere non facile caratterizzato da forti contrasti sociali e quasi come una gabbia dalla quale cercare una via di fuga. L’uso di droga, abuso di farmaci, piccoli furti, la violenza, la scoperta del sesso in un quartiere che sembra non dare speranze e prospettive nei giovani. Nel giovane Gabì fu la scoperta della letteratura e dei fumetti la speranza di poter uscire da quella situazione e anche e soprattutto l’amicizia.
Una narrazione incalzante di giornate e di esperienze che si consumano veloci nello scenario di una città di mare, Palma di Maiorca, oggi città turistica sul cui porto all’epoca dei fatti narrati attraccavano navi militari italiane. Tuttavia anche oggi, come un po’ per tutte le città, abbandonate le vie più centrali, quelli del commercio globalizzato ed addentrandosi nei vicoli e nelle stradine della città vecchie l’atmosfera cambia e si fa più autentica, più vera. Chissà se le vie del “barrio” in cui viveva il Gabì adolescente sono ancora così o le botteghe sono piene di locali e di attività di catene internazionali..

L’inverno del disegnatore – Barcellona

“L’inverno del disegnatore” è una graphic novel del noto fumettista spagnolo Paco Roca pubblicata nel 2010 ed ambientata nella Barcellona del 1958 ai tempi del franchismo. La storia narra delle vicende di un gruppo di disegnatori (si tratta di una storia vera come lo sono i fumettisti citati, autori degli “eroi” dei bambini spagnoli dell’epoca e delle generazioni a venire…tra questi Ibanez, noto per i soui “Mortadelo Y Filemon”), sono  che ribellandosi alla situazione editoriale di allora che negava i diritti d’autore sulle proprie storie e sui personaggi, decide di staccarsi dalla loro casa editrice, la Bruguera, per fondare una nuova rivista. L’esperienza avrà vita breve…

L’occasione di questa lettura è quella di conoscere i retroscena relativa al mondo del fumetto , in una determinata epoca storica, caratterizzata dalla dittatura franchista, in una precisa città, Barcellona che non era all’epoca la città turistica di oggi. Barcellona, altra città nei fumetti quindi…Dai bellissimi disegni si può notare l’abbigliamento dell’epoca, i bar ed i caffè frequentati dai protagonisti, si notano degli autobus a due piani come quelli londinesi che oggi non corrono più per le vie di Barcellona, le insegne delle botteghe, qualche cartellone pubblicitario (di vermut per lo più..pubblicità occulta?) mentre i profili della Barcellona nota sono davvero pochi. Tuttavia emerge l’atmosfera di una città dimessa, sottomessa alla dittatura, situazione alla quale i disegnatori vogliono opporsi. La prima sede dell’Editorial Bruguera aveva sede nel quartiere di Gracia, al cui posto oggi sorge il Centre Civic El Coll-La Bruguera ed esiste un progetto per recuperare la memoria di quella “fabbrica” di fumetti e con essa tutto quel patrimonio culturale fatto da tantissime produzioni.
Per gli amanti del fumetto può essere uno spunto in occasione per una visita alternativa di Barcellona.

Gourmet – Giappone

“Gourmet” è una graphic novel del grande fumettista e mangaka giapponese Jiro Taniguchi pubblicata nel 2011. E’ una graphic che ho amato leggere, sarà perché sono stato ed in parte sono ancora una buonissima forchetta ed un buongustaio. Non a caso questo libro mi è stato regalato da un amico che conosce questa mia passione per il cibo! In questo caso più che città nei fumetti si dovrebbe parlare di paese nei fumetti perchè qui la storia non è ambientata in un’unica città.

La vicenda si svolge in Giappone tra Tokyo ed altre città e località della terra del Sol Levante, il protagonista è per l’appunto un uomo d’affari che definire buongustaio è poco. Durante la pausa pranzo oppure in occasione di viaggi di lavoro o nei weekend questo signore di mezza età se ne va tranquillo camminando per le vie della città, tra quartieri moderni, grandi magazzini ma anche rioni più tradizionali fino a località turistiche, lo si vede girare vestito in giacca e cravatta, viaggiare nella metropolitana, godersi una partita di baseball ma le sue elucubrazioni mentali, i suoi pensieri, capitolo dopo capitolo, si fermano quando inizia a sentire i morsi della fame e da qui ci si addentra nel cuore del racconto.

Quando il protagonista ha fame non c’è nulla che tenga, a volte poi quando gli tocca saltare un pasto per motivi di lavoro (in realtà non c’è una tavola in cui lo si vede effettivamente mentre lavora!) la fame diventa insostenibile ed allora si lancia nell’esplorazione di un locale della zona in cui si trova. Che si tratti di una sorta di trattoria tradizionale giapponese, locanda, o fast food dei grandi magazzini, il tempo per il protagonista sembra fermarsi. Bellissime sono le descrizioni del locale, della clientela, dell’atmosfera del locale stesso fino poi alla descrizione del cibo, le sue riflessioni davanti al menu fino alla scelta di cosa mangiare…Poi quando inizia ad assaporare i cibi va letteralmente in estasi e, se anche vuoi, amate la cucina giapponese, o semplicemente vi piace mangiare non potrete che entrare in sintonia con questo personaggio.

Recentemente è uscito il sequel “Gourmet 2” che ancora non ho comprato. Tornando a Gourmet, sul quarto di copertina si legge: “Mangiare è un piacere. Il segreto sta nell’imparare ad assaporare il pasto. Il rito della tavola non si consuma in fretta, ma con attenzione e metodo. Chi sa apprezzare la cucina non desidera solo riempire lo stomaco, ma cerca l’appagamento dell’anima. Fragranse, sapori, accostamenti cromatici, composizione degli ingredienti…Se la cucina è l’arte, il buongustaio ne è l’esegeta

A proposito di città nei fumetti, lo stesso Taniguchi ha pubblicato una graphic novel , un suo diario di viaggio a “Venezia”, città per altro molto ben rappresenta e citata nel mondo dei fumetti.

“Quartieri”. Le periferie d’Italia in una graphic novel. C’è anche l’Arcella!

Tra i fumetti che ho letto e che custodisco nella mia libreria c’è anche una bella graphic novel dedicata alle periferie d’Italia. Si tratta di “Quartieri. Viaggio al centro delle periferie italiane” a cura di Adriano Cancellieri e Giada Peterle edito dalla casa editrice padovana “Becco Giallo”. In questo coloratissimo volume, attraverso le storie narrate, esperienze di quotidianità in alcune delle periferie più stigmatizzate se ne evidenziano le contraddizioni ma allo stesso tempo l’energia dei suoi abitanti impegnati in laboratori e/o progetti di riqualificazione.
Nel volume si parla di San Siro a Milano, la Bolognina a Bologna, del quartiere Zen di Palermo e, udite udite dell’Arcella di Padova!

quartieri graphic novel

Alberto Botton

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