La Palma di Goethe, la più antica pianta dell’Orto Botanico di Padova

Protagonista assoluta dell’orto botanico di Padova è la palma di Goethe, una palma di San Pietro piantata nel 1585 ed ammirata dallo scrittore tedesco.


Dell’Orto Botanico di Padova, il più antico orto botanico universitario del mondo (1545) ho già scritto un articolo (in cui parlo anche dell’ala moderna ed avveniristica del Giardino della Biodiversità: clicca sul link per leggerlo) nella categoria dedicata ai “Musei e monumenti“: con questo post ho voluto dare un apposito spazio alla cosiddetta Palma di Goethe, la “star” delle piante che qui vivono in quanto la più longeva e perché prende il nome da un “big” della cultura europea e mondiale, Johann Wolfgang (von) Goethe poeta, scrittore e drammaturgo tedesco.

Goethe, infatti, si fermò a Padova nel corso del suo “grand tour” in Italia, precisamente il 26 settembre 1786.  Qui ebbe modo di acquistare  “I quattro libri dell’architettura” trattato in 4 tomi di Palladio e di visitare l’Orto botanico (vai al sito ufficiale: http://www.ortobotanicopd.it/). La sua attenzione fu decisamente catturata da quella palma nana (Chamaerops humilis), nota anche come palma di San Pietro, che oggi possiamo ammirare all’interno di un’apposita serra che si erge come una piccola torre oltre il muro di cinta dell’orto antico, alle cui spalle si notano, lucenti, le cupole della Basilica di Sant’Antonio.

Orto botanico di Padova
Le cupole della Basilica di Sant’Antonio svettano dietro all’Orto botanico

Davanti a questa palma pare che Goethe confermò le sue ipotesi scientifiche riguardanti la “pianta originaria”. Goethe infatti era interessato anche alla ricerca scientifica, oltre che filosofica ed elaborò alcuni saggi anche in materia di botanica come “La metamorfosi delle piante” (1790).

La palma di Goethe, la più antica pianta del più antico orto botanico universitario del mondo

Dal 1997 l’Orto botanico di Padova è un bene Unesco, patrimonio mondiale dell’umanità, fondato nel 1545 è il più antico orto botanico universitario del mondo che abbia mantenuto la propria sede originaria. L’Università degli studi di Padova, fondata nel 1222, era già attiva nello studio delle piante, in particolar modo per l’applicazione delle piante alla medicina e alle scienze farmacologico e l’orto botanico fu una sorta di innovazione per valorizzare ancora di più la ricerca. L’orto botanico nasce infatti come “giardino dei semplici”, pensato per la coltivazione di piante medicinali, necessarie per la maggioranza dei medicamenti naturali, detti per l’appunto “semplici”.

Orto botanico di Padova 1545
Una bella stampa antica dell’Orto Botanico di Padova

L’orto botanico di Padova è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, in particolare la botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia”. Questa la motivazione ufficiale che spiega l’iscrizione dell’orto botanico di Padova nella lista dei beni Unesco.

Essendo il più antico orto botanico del mondo va da sé che i visitatori possano ammirare anche piante particolarmente longeve, i cosiddetti “alberi storici“. Tra questi il più antico di tutti è proprio la palma di Goethe, messa a dimora nel 1585.

Orto botanico di Padova
L’antico platano orientale (1680)

Tra gli altri splendidi alberi storici dell’orto botanico di Padova sono un bellissimo ginkgo del 1750 ed una magnolia piantata probabilmente nel 1786, lo stesso anno della visita di Goethe a Padova, che è ritenuta la più antica magnolia d’Europa. Nel cosiddetto “arboretum”, esterno al muro circolare (“hortus cintus”, realizzato a protezione dei furti poiché da sempre ci sono vegetali rari da cui si potevano ricavare medicamenti costosi) ci sono altri alberi storici: un enorme platano orientale del 1680 con il fusto cavo ed un cedro dell’Himalaya che, seppur non ancora “storico”, essendo stato piantato nel 1828 è il primo del suo genere piantato in Italia.

La palma di Goethe, una pianta nana che non è poi così nana!

Dopo essere passati per la moderna biglietteria, dove si possono trovare anche varie pubblicazioni di interesse botanico e guide all’Orto, si accede al giardino dell'”arboretum” e subito vi salterà all’occhio il grande platano orientale cavo così come il bel cedro dell’Himalaya. Per vedere la Palma di Goethe è necessario entrare nell’hortus cintus, e dirigersi verso il centro del giardino. Da qui noterete sulla sinistra una bella serra in ferro vetro a pianta ottagonale in stile jappelliano ma Goethe, quando visitò l’orto botanico, vide questa pianta all’interno di una serra di legno realizzata nel 1874.

Qui, tra tanta varietà di piante che vedo per la prima volta, mi si fa sempre più chiara e viva l’ipotesi che in conclusione tutte le forme delle piante si possano far derivare da una pianta sola

“Le foglie che sorgevano dal suolo erano semplici e fatte a lancia; poi andavano dividendosi sempre più, finché apparivano spartite come le dita di una mano spiegata”  (W. A. Goethe).

Questa palma così come il “Giardino dei semplici” dell’Università di Padova affascinò ed ispirò molto lo scrittore tedesco, come detto, appassionato tra le varie cose, di scienza e di botanica, e fu così che nel suo “Metamorfosi delle piante” (1790) diede fama internazionale a questa palma nana. Goethe parlò dell’orto botanico e di Padova anche nel suo libro “Viaggio in Italia” pubblicato nel 1816. Le osservazioni di Goethe coglievano le trasformazioni della pianta e delle foglie nel suo ciclo vitale e fu proprio l’osservazione del polimorfismo a condurre Goethe a teorizzare i fondamenti della fisiologia vegetale moderna.

Sebbene la palma di San Pietro sia detta palma nana quella di Padova non è così piccola in realtà. La palma di San Pietro è una pianta tipica della macchia mediterranea che in natura può raggiungere i 2 metri, poco più, magari se coltivata può arrivare a 5-6 metri, quella di Padova invece, la palma di Goethe è alta ben 12 metri anche se, va detto, che quella padovana appartiene ad una varietà, detta “arborescens” e, a protezione del freddo inverno padano, è protetta all’interno di una serra.
La palma nana rappresenta l’eredità della flora italiana dell’epoca del Terziario (65 milioni di anni fa) ed è l’unica specie di palma autoctona sopravvissuta in seguito alle glaciazioni che interessarono l’Europa 12.000 anni fa.

La Palma di Goethe, che ancora oggi attrae appassionati di botanica ed esperti da tutto il mondo, è stata messa a dimora nel 1585, 40 anni dopo la fondazione dell’Orto botanico. In precedenza a detenere il “titolo” della pianta più antica dell’orto padovano era un agnocasto, morto nel 1984, che pare fosse esistente quando il terreno ancora apparteneva ai monaci benedettini dell’Abbazia di Santa Giustina, quella che sorge nel complesso della Basilica di Santa Giustina.

Condivido il video pubblicato dal magazine dell’Università di Padova “Il Bo Live“, molto bello e ben curato.

Alberto Botton

2 commenti

  1. Buonasera, sinceramente non lo so. Si tratta di una palma nana, detta anche di San Pietro ed è eredità della flora italiana del Terziario (circa 65 milioni di anni fa), e attualmente è l’unica specie di palma autoctona a essere sopravvissuta alle glaciazioni che hanno colpito l’Europa fino a 12.000 anni fa.

    La pianta dell’Orto botanico di Padova non lo so se sia stata strapiantata è presa chissà dove

  2. Da dove proviniva la famosa palma di Goethe piantata nel 1585?

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