Il paesaggio del Veneto non è una cartolina. Dentro al paesaggio ci siamo noi

paesaggio veneto

Qui vi parlo di un tema che reputo importante e cioè del paesaggio, a partire dal paesaggio veneto e non solo. La tutela del paesaggio è importante perché nel paesaggio viviamo, lavoriamo, trascorriamo il tempo libero e perché il paesaggio siamo noi.


Occupandomi in questo blog del mio territorio ho pensato di parlare anche di un aspetto a cui magari non si presta molta attenzione: il paesaggio, e in particolare del paesaggio veneto.

Innanzitutto va detto in primis che il paesaggio è trattato all’articolo 9 della Costituzione italiana che recita “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione“.
Il paesaggio è dunque considerato espressione del nostro Paese tanto quanto il patrimonio storico ed artistico vale a dire tanto quanto quell’immenso giacimento di arte e cultura di cui l’Italia e gli italiani si dicono orgogliosi.

Questo mio autentico interesse, così come quello per il nostro territorio e per tutti i territori in generale, che spero di riuscire a trasmettere in questo mio blog, ha trovato espressione anche con una recente partnership con il team de “I Giardini dell’Arena“.
Questa collaborazione mi rende particolarmente orgoglioso perchè da anni seguo, come “comunicatore” di cose patavine, il loro lavoro, prima al Parco della Musica e poi nella fantastica riqualificazione dei giardini storici di Padova.
Il team dei Giardini dell’Arena, tra le varie attività, promuove inoltre, assieme ad altre importanti istituzioni culturali ed associazioni cittadine, il primo festival del paesaggio di Padova, denominato “Lifes Loves Landscape“, che ha già proposto due edizioni.

Che cos’è il paesaggio?

Qual è il significato del termine paesaggio? Cos’è il paesaggio? Su cosa sia il paesaggio secondo l’opinione comune è piuttosto semplice da descrivere.
Spesso, in particolare quando ci troviamo di fronte ad una bella vista, magari panoramica e in grado di abbracciare con gli occhi un luogo o una zona ampia ci viene spontaneo dire o pensare “Che bel paesaggio” come sinonimo di “panorama”. Oppure ci viene da associare al paesaggio la classica immagine da cartolina che un tempo, prima dei social, spedivamo ai nostri amici e familiari dalle località di vacanza.

Ma è corretto questo significato che diamo alla parola “paesaggio”? Direi proprio di no!

In realtà il paesaggio esiste a prescindere dal fatto che noi lo stiamo guardando e comprende non solo l’ambiente naturale poiché dentro al paesaggio ci siamo anche noi. La definizione di paesaggio , infatti, comprende sia elementi naturali sia elementi antropici.

Il paesaggio è dunque il risultato dell’opera dell’uomo sulla natura. L’uomo da sempre mette mano all’ambiente e lo trasforma per le proprie esigenze, virtuosa è quella comunità che riesce a farlo in modo armonico senza deteriorare il valore e la bellezza della natura.

E noi in Veneto siamo riusciti in passato a tutelare il paesaggio? Ed oggi com’è la situazione? “Ragioniamoci sopra”, come direbbe Luca Zaia, il presidente della nostra Regione.

Parlando di paesaggio veneto (inserisco questo post all’interno del tag “Veneto“) vengono in mente i caratteristici paesaggi più noti quali il delta del Po (provincia di Rovigo), i Colli Euganei (provincia di Padova), delle colline del Prosecco (provincia di Treviso), del Monte Grappa e dell’Altopiano di Asiago (provincia di Treviso), delle dolomiti bellunesi (provincia di Belluno), del lago di Garda (provincia di Verona) e dei vari fiumi, la fascia costiera con le spiagge, i paesaggi urbani delle città d’arte, dei borghi e delle città murate etc etc.

Distingueremo i vari paesaggi anche a seconda delle vocazioni produttive e le modalità di fruizione e di come queste plasmino il paesaggio stesso. Pensiamo all’impatto del turismo nel modellare i paesaggi, ad esempio, ma lo stesso possiamo dire dei vigneti in una delle zone in cui si produce vino nella nostra regione.

Tuttavia il paesaggio è anche quello quotidiano, quello residenziale dove abitiamo, quello che attraversiamo per andare a lavoro, tra tangenziali e svincoli, pure quello è paesaggio, nel paesaggio siamo immersi e viviamo le nostre vite.

Ecco quindi che per una migliore qualità della vita di tutti, una maggiore attrattività dei luoghi e delle produzioni e per rivitalizzare le aree marginale è necessario promuovere la tutela del paesaggio, espressione delle culture locali che a questo paesaggio appartengono.

Il paesaggio veneto. Dalle bellissime campagne alla megalopoli diffusa

Per quanto il boom economico del dopoguerra abbia cambiato gran parte dell’aspetto del nostro paesaggio veneto, nessuno, credo, dimentica le nostre origini contadine e di come, prima, il principale elemento identitario del Veneto fossero le sue bellissime campagne.

La progressiva devastazione del territorio naturale con il quale abbiamo pagato il boom economico è andata di pari passo con la decadenza della civiltà contadina.
Un paesaggio vivo è normale che sia modificabile, tuttavia dovrebbe evolvere senza strappi o quantomeno seguendo criteri che contemplino una sua valorizzazione, a beneficio delle comunità locali. Le bellissime campagne del Veneto centrale sono state sacrificate ad uno sviluppo disordinato di urbanizzazione residenziale (sprawl), ad un proliferare di capannoni, lungo strade statali sempre trafficate. Un paesaggio, a volte, quello del Veneto centrale che genera spaesamento.

Paesaggio Veneto e letteratura

Certo, il Veneto è divenuto la cosiddetta “Locomotiva d’Italia”, si è parlato di “Mitico Nord-est” per descrivere le performance economiche dei distretti produttivi veneti ma la nostra regione ha pagato moltissimo anche in consumo di suolo, per non menzionare danni peggiori all’ambiente come la questione Pfas.

Personalmente, gran parte della mia fascinazione per paesaggio la devo allo spettacolo di Marco Paolini “Bestiario Veneto- Parole mate” di fine anni ’90. In questo spettacolo che potete vedere per intero sul canale YouTube della YoleFilm, Paolini canta il paesaggio veneto di allora prendendo a piene mani le parole di poeti e scrittori veneti e del Friuli-Venezia Giulia. Il Veneto dei distretti industriali era allora una “galassia pedemontana” all’interno del quale però andavano perdendosi i riferimenti culturali ed il legame tra abitanti e paesaggio.

Oggi la domanda di tutela del paesaggio, mi sembra, vada di pari passo con la tutela ambientale e la rivendicazione di associazioni e comitati di protesta espressione della voglia di partecipazione di molti cittadini. In un bellissimo libro “di denuncia” uscito anni fa “Il grigio oltre le siepi. Geografie smarrite e racconti del disagio in Veneto” a cura di Francesco Vallerani e Mauro Varotto (- 2005 – dossier/ Nuova dimensione)

“Bestiario Veneto – Parole mate” di Marco Paolini, 1998 – Jole Film

Che cos’è il paesaggio secondo la Convenzione Europea del Paesaggio

Il concetto di paesaggio si è evoluto nel corso degli anni e non è questa la sede per analizzare l’evoluzione giuridica della definizione di paesaggio, tuttavia nello voler scrivere questo post sul paesaggio veneto ho ritenuto indispensabile menzionare la Convenzione Europea del Paesaggio.
Si tratta di un documento adottato dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell’Ambiente del Consiglio d’Europa il 19 luglio 2000.

Secondo la Convenzione Europea del Paesaggio ““Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni” (Capitolo 1, art.1 lettera a)

Esistono quindi diverse tipologie di paesaggio a seconda dell’ambiente ma non solo: si può parlare di paesaggio montano, paesaggio rurale, paesaggio collinare, paesaggio lacustre e quello delle zone umide, paesaggio urbano. Non solo. Si parla anche di paesaggio culturale, concetto del Comitato per il Patrimonio culturale dell’umanità Unesco che vuol connotare quei luoghi naturali che rappresentano l’opera combinata di uomo e natura. Esiste il concetto di paesaggio interiore che include lo stato d’animo dell’osservatore.

Insomma, non sono un geografo ne uno studioso di paesaggio ma è evidente come questa affascinante materia sia interdisciplinare e comprenda non solo l’aspetto naturalistico dei luoghi ma anche le scienze umane ed economiche.

Il tema del paesaggio è molto vasto e non è facile parlarne in modo semplice per un non addetto ai lavori poiché è interdisciplinare e sono moltissime le professionalità che si occupano di paesaggio: geografi, geologi, botanici, antropologi, urbanisti, agronomi, psicologi ambientale, economisti e chi piè ne ha più ne metta. Tra questi anche gli artisti, poeti e scrittori rendono manifeste l’anima del paesaggio ed invitano alla sua tutela.

Salvare il paesaggio della propria terra è salvarne l’anima e quella di chi l’abita” – Andrea Zanzotto

Il paesaggio nella letteratura in Veneto. Lo sguardo degli scrittori e degli artisti, una luce per sondare l’anima dei luoghi che abitiamo

scrittori veneti

I professionisti del paesaggio sono esperti, tecnici e portatori di conoscenze in molte discipline come detto sopra. Tuttavia nella tutela del paesaggio un ruolo, o forse meglio dire un valore ce l’hanno anche gli artisti, gli intellettuali in grado di leggere dietro alle immagini fisiche di un territorio anche i valori di un paesaggio.

Penso ai pittori paesaggisti contemporanei, meriterebbero un articolo a parte. Molti artisti di fama internazionale hanno legato la loro opera alla pittura paesaggistica. Molti grandi esponenti del Rinascimento Veneto hanno mostrato com’era il paesaggio nell’epoca in cui sono vissuti: pensiamo alle vedute della Venezia di Canaletto, a Giorgione, Tintoretto, Bellini, Mantegna, Tiziano e molti altri.

Scrittori e poeti dotati di sensibilità riescono a cogliere l’anima dei luoghi e renderla manifesta attraverso la loro arte e sono molti gli scrittori che hanno messo al centro della loro opera il paesaggi veneti ispirati da questo. I nomi sono quelli noti dei poeti e scrittori veneti del Novecento: in ordine sparso Andrea Zanzotto, Luigi Meneghello, Antonio Fogazzaro, Goffredo Parise, Mario Rigoni Stern, Gian Antonio Cibotto, Emilio Salgari, Dino Buzzati, Romano Pascutto, Giovanni Comisso, Guido Piovene e ancora tra i contemporanei Antonia Arslan, Ferdinando Camon, Mauro Corona, Andrea Molesini, Fulvio Ervas, Massimo Carlotto, Tiziano Scarpa, Vitaliano Trevisan, Matteo Strukul, Matteo Righetto e molti altri…

Quando ho deciso di scrivere questo post sul paesaggio e sul paesaggi veneto, pur senza avere la pretesa di essere esaustivo, ho recuperato qualche testo e libro che avevo a casa. Tra questi una pubblicazione della Regione Veneto, la cosiddetta “Carta di Asiago” del 2004, documento scritto per ispirare il Pian territoriale regionale di coordinamento”.
Ebbene questo documento si fonda sul contributo di quelli che fu furono chiamati “Proto”, come i saggi al tempo della Serenissima, ai quali fu chiesto di tradurre per il futuro i valori della “civitas veneta” del pensare, dell’abitare e del produrre. Tra questi c’era un sociologo, Ulderico Bernardi, un’economista, Ferruccio Bresolin, un politologo, Paolo Feltrin, un geologo, Eugenio Turri ma anche uno scrittore e non poteva essere che Mario Rigoni Stern, lo scrittore per eccellenza dell’Altopiano di Asiago.
Dalla “Carta di Asiago” emergeva la necessità, anzi, l’urgenza di invertire la rotta e di “dare forma alle villettopoli”, tutta quell’enorme area residenziale diffusa e caratterizzata da case, ville e villette, intervallate da capannoni e qualche campo superstite, zone senza centri, tutta periferia.

Chi si occupa di tutela del paesaggio oggi come ieri è chiamato a ricucire e a dare forma a paesaggi indefiniti, informi, di controllare e regolare le spinte speculative del mercato, a fermare il consumo di suolo e dove possibile restituirlo alla natura, a risparmiare e valorizzare il territorio ecco quindi che si capisce perché sono molte le competenze e le professionalità richieste.

I luoghi degli scrittori veneti del Novecento. La valorizzazione dei territori “minori” attraverso il turismo letterario

Dino Buzzati parco letterario colli euganei
Villa dei Vescovi con la targa del Parco letterario Francesco Petrarca dei Colli Euganei dedicato a Dino Buzzati

La poesia e le opere degli scrittori veneti del Novecento, in particolare i libri e i romanzi che parlano dei vari territori non ritengo affatto siano “minori” in quanto “locali”. “Più uno scrittore è dei suoi posti, più sono le possibilità che diventi universale” Isaac Bashevis Singer.

Pasolini la chiamava “omologazione”, Andrea Zanzotto definiva la globalizzazione come “el remissiamento che vien da fora“. Valorizzare le identità locali non significa ambire a chiusure localistiche. Le voci locali sono importanti come mezzo di confronto con il globale.

Attraverso la letteratura veneta è possibile pianificare un tour, un itinerario turistico in Veneto alla scoperta di bellissimi luoghi, ambienti che hanno ispirato i poeti e scrittori che hanno ricambiato dedicando loro versi o ambientandovi le loro storie.
E’ recentemente uscita una piccola ma densa guida dal titolo I luoghi degli scrittori veneti” di Sergio Frigo (2018 – Mazzanti Libri), una bella idea per andare alla scoperta di luoghi che raramente coincidono con quelli frequentati dai turisti della prima regione turistica d’Italia.

Il turismo letterario e gli scrittori del territorio possono dimostrarsi “alleati” nell’obiettivo comune di far conoscere luoghi autentici ponendo la tutela del paesaggio come priorità. Sono diversi i luoghi di interesse in Veneto che coniugano il fascino della letteratura con una valorizzazione turistica rispettosa del paesaggio.

Il turismo letterario in Veneto meriterebbe un articolo a parte (e chissà, magari lo farò) ma ricordo qui alcuni dei luoghi della letteratura da vedere in Veneto e da frequentare. Tra questi:

  • Parco letterario Colli Euganei “Francesco Petrarca”. Il parco regionale dei Colli Euganei ha accolto moltissimi scrittori e poeti che hanno voluto dedicare a queste dolci colline alcuni versi e componimenti riportati sulle targhe del parco letterario posizionate in modo diffuso sul territorio;
  • i luoghi della poesia di Zanzotto alla scoperta dei luoghi del trevigiano, cari al poeta di Pieve di Soligo,
  • il cammino Fogazzaro Roi, una camminata di circa 80 km da Montegalda (Vi) fino a Vicenza e poi su lungo la Val D’Astico fino a Tonezza, alla scoperta dei luoghi del romanzo “Piccolo mondo moderno“.
  • i luoghi dei vari romanzi degli scrittori veneti contemporanei. Tra questi i luoghi ne cito uno: quelli della “Trilogia della Patria” di Matteo Righetto, romanzo ambientato per lo più nella Val Brenta lungo il sentiero dei trafficanti di tabacco, “l’Alta via del tabacco” ed i luoghi del museo diffuso del tabacco.

Dal paesaggio rurale al paesaggio urbano. Il contributo del fumetto nella narrazione dei luoghi e del vivere quotidiano

Il Veneto non è solo paesaggio rurale o paesaggio montano o di mare ma è anche ovviamente paesaggio urbano, quelle delle sue città d’arte ma anche quello delle periferie e delle aree urbane marginali.
E a raccontare questi paesaggi non c’è solo la letteratura tradizionale ma anche altre forme espressive e creative tra cui il fumetto o il graphic novel.

Ho pubblicato un post per parlare delle città nei fumetti e nelle graphic novel, città in cui son ambientate le storie ma che spesso poi assumono un ruolo di protagoniste.

Recentemente è uscita la ( o “il”?) graphic novel Quartieri. Viaggio al centro delle periferie italiane a cura di Adriano Cancellieri dell’Università IUAV di Venezia e Giada Peterle, Università di Padova (2019 Becco Giallo), in cui si parla della vita quotidiana di alcuni abitanti di quartieri periferici tra i più “chiacchierati” d’Italia cercando di andare oltre gli stereotipi. E una delle storie è ambientata nella nostra Arcella!

Alberto Botton

https://www.studocu.com/it/document/universita-degli-studi-di-padova/geografia/appunti-di-lezione/paesaggio-e-turismo/1245033/view

1 commento

  1. Buongiorno, complimenti per questo articolo. Qualche anno fa mi sono occupato di una ricerca dedicata alle colline del Prosecco e che ho intitolato “contropaesaggio: il paesaggio nascosto delle colline del prosecco”. Ho cercato strumenti per combattere la standardizzazione del paesaggio dal punto di vista sia fisico che della comunicazione visiva e ho proposto alcuni spunti progettuali interessanti, ad esempio su Rolle, l’esempio perfetto di paesaggio cartolina che dobbiamo cominciare a mettere in discussione. Se vuole ne possiamo parlare, un saluto

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